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IL CORAGGIO DI EVA LUNA di di Quirino Pilosi. Primo livello del corso di scrittura on line.

IL CORAGGIO DI EVA LUNA

di Quirino Pilosi

Corso di Scrittura on-line –Primo Livello

La berlina nera non fece in tempo a fermarsi davanti all’enorme cancello della villa che la portiera posteriore si aprì improvvisamente e i piccoli piedi di Eva Luna si poggiarono sul soffice manto nevoso. Era elettrizzata all’idea di tornare nel suo luogo preferito. Per tutto il resto dell’anno viveva in città con la madre, ma lei non amava la città. Adorava il prato, l’aria fresca, i paesaggi. Se poi era tutto ricoperto di neve, diventava il suo paradiso.

“Dai mamma sbrigati, qui è bellissimo” disse tutta eccitata, le guance tonde già arrossate dal freddo s’intonavano perfettamente col cappotto rosso. La madre però non amava quel luogo. Le riportava alla mente troppi brutti ricordi. Quella villa apparteneva al signor Ronald, padre del suo ex marito Tom. I due si erano lasciati qualche tempo prima, dopo che Tom aveva iniziato a distaccarsi da lei e dalla piccola Eva senza un apparente motivo. Sembrava che loro fossero tutta la sua vita, ma evidentemente si sbagliava. Lei lo amava ancora, ma cercava con tutte le forze di rinnegarlo a se stessa. Si costringeva a venire, solo per non dare un dispiacere a Eva. E poi anche perché dopotutto Ronald le voleva bene. Non smetteva mai di ripeterle quanto fosse addolorato per il comportamento del figlio, abbandonare una moglie con una bambina cosi piccola era un comportamento che nemmeno il nonno aveva mai approvato. Si era sempre messo a disposizione di Isabel per pagare tutte le spese per lei e la sua nipotina, ma orgogliosa com’era, non aveva accettato denaro.

Dall’altro lato dell’enorme cancello c’era un uomo anziano che Eva conosceva bene. Era il vecchio Dog, il collaboratore storico del nonno. Vestito elegante come sempre, i fulgidi baffi bianchi sempre al loro posto, salutò calorosamente l’arrivo di Eva Luna e di Isabel. Salirono sulla maestosa carrozza nera, trainata da due splendidi cavalli, per andare su alla villa. Già, perché questa era una delle “tante” stranezze del nonno. Le macchine, si dovevano fermare all’ingresso. Dopodichè, per salire alla Villa, bisogna farsi scortare dalla carrozza del signor Dog. Quando Eva gli aveva chiesto come mai questa strana usanza, lui scoppiò a ridere come un matto. “Perché è una cosa da vecchio scanzonato quale motivo migliore di questo”.

Eva Luna spiaccicò il naso contro il finestrino della carrozza mentre il vecchio Dog la conduceva lungo il viale della villa. Lo spettacolo era incredibile. L’immenso giardino era completamente imbiancato di neve, Gli alberi maestosi sembravano degli esseri enormi piegati al volere della neve, che aspettavano pazientemente il momento per poter tornare a guardare il cielo. Proprio mentre passavano di fianco ad un albero, la neve cadde e si raddrizzò imponente verso l’alto. Eva Luna ebbe quasi la sensazione che avesse salutato il suo arrivo.

Come al solito,  il nonno aspettava in piedi davanti alla villa, con la sua inseparabile pipa l’arrivo della carrozza. Era un uomo anziano con dei folti capelli bianchi e un pizzetto a punta dello stesso colore. Con la solita impazienza, la piccola Eva salto giù dalla carrozza e corse con tutta l’energia che aveva verso il nonno, e alla fine tutti e due capitombolarono sulla neve. “O piccola mia. Che bello ritrovarti”. Eva non si staccava più dal nonno tanto era felice di rivederlo.

Le prime giornate di vacanza trascorsero allegramente. Eva andava su e giù per i prati innevati, anche se la neve oramai si stava sciogliendo. Poi passò del tempo in compagnia del vecchio Dog.  Cosa che faceva sempre ben volentieri. Era un uomo dal sorriso facile. E poi metteva di buon umore.

“Ti piace ancora questo lavoro?” gli chiese Eva una volta.

Il vecchio Dog stiracchiò i due fulgidi baffi bianchi ad accompagnare un gran sorriso.

“Come il primo giorno. Questo posto è magico, ti entra dentro e non riesci più a staccartene. E poi tuo nonno è una brava persona. Mi ha sempre trattato bene”.

Magico. Non poteva usare una parola migliore. C’era qualcosa di magico in quel posto per Eva. La priva volta che ne prese coscienza fu quando passeggiando per i prati come suo solito s’imbattè in un coniglio bianco incastrato in un ramo. Quando lo liberò le fece l’occhiolino, e subito dopo andò a prendere un pezzo di carta e con un pennarello rosso le scrisse in chiara grafia: “GRAZIE”. Poi scomparì in una tana e non lo rivide più. Eva conservava ancora quel pezzo di carta, per ricordarsi che era accaduto per davvero, e non erano delle fantasie da bambini.

La sera era dedicata alle storie. Davanti all’enorme camino del salotto, il vecchio Ronald con la nipotina rigorosamente in braccio, tirava fuori dal cilindro della sua fantasia delle storie incredibili. Favole, nelle quali gnomi, folletti, fate, persino draghi trasportavano la piccola Eva in mondi meravigliosi.

La notte in cui ebbe inizio l’avventura di Eva prese a nevicare, e il paesaggio venne ricoperto in  fretta da una candida coltre bianca. Quella sera non aveva sonno, così decise di scendere in cucina, quando notò una la luce nello studio del nonno. Andò a vedere credendo di trovarlo ancora sveglio ma con somma meraviglia notò che a illuminare la stanza era un piccolo oggetto sulla scrivania. Quando si avvicinò la luce diminuì fino a spegnersi completamente. Si trattava di un piccolo anello in oro con delle finissime striature azzurre. Era un oggetto splendido. Dopo averlo visionato, lo mise al suo posto, seppur affascinata non voleva prenderlo. Quando uscì dallo studio però, accadde una cosa assai strana. L’anello che aveva lasciato sulla scrivania, ora si trovava nella tasca del suo pigiama. Questo bastò a far prendere in considerazione l’idea di studiare quell’oggetto. Questa volta lo ispezionò con molta attenzione, lo rigirò più volte e alla fine se lo mise al dito. Un energia fortissima attraversò il suo corpo, simile ad una forte ma piacevole scarica elettrica. Così com’era venuta  scomparve. Poco dopo sentì delle voci in cucina. Andò a vedere di chi si trattasse. Il frigo era aperto, e c’era un gatto, e quello che aveva tutta l’aria di essere un topo enorme con un bastone, che stavano chiacchierando animatamente. Eva non riuscì a capire cosa dicevano, ma rimase sbalordita. Davanti a lei c’erano un gatto e un topo parlante. Quando si accorsero di lei, anche loro sembravano altrettanto sorpresi. Il gatto rimase con la bocca piena, ma riuscì comunque a dire:“Tu, riesci a vederci?!”

Eva annuì con la testa.

“Ma sei solo una bambina” esclamò ancora il gatto. Aveva una voce profonda.

Il tempo di abituarsi alla strana situazione, che fecero subito amicizia. Il gatto era Max, il topo Moglir. Dopo un primo attimo di sbandamento divennero incredibilmente felici, e si misero a cantare e ballare come due ubriachi ad una festa. Eva capì il perché quando gli spiegarono che l’anello veniva da un luogo lontano, e fu creato da alcuni stregoni in segreto con lo scopo di trovare le persone giuste per liberare il loro mondo dalla schiavitù del potere del male. Esso era la chiave per condurre quella persona in quel luogo. C’era già stato qualcuno prima, ma aveva fallito. Non era riuscito a resistere al potere del male, così l’anello doveva trovare qualcun altro per quella missione. E a quanto pare, c’era riuscito.

Si recarono nel mondo magico quella notte stessa. Non c’era tempo da perdere. Mentre si dirigevano nello studio del nonno Eva comprese ancora che l’anello l’aveva trovato il nonno molti anni prima durante una sua spedizione, e che lo custodiva gelosamente in attesa del suo utilizzo. Moglir batté un colpo secco col suo bastone sul tappeto dello studio, che si alzò come richiamato da un antico comando, si mise di fronte a loro e si apri come se fosse una pagina di un libro. Ora davanti a loro c’era una porta, con delle scale che portavano in basso. Scesero la scala fino a quando finì, e Eva si trovò a capitombolare sul pavimento impolverato di una stanza sconosciuta. Un gran fracasso arrivava dall’esterno. Si resero conto di essere nel mezzo di un attacco degli esseri del male quando irruppe nella stanza un soldato. Indossava un’armatura lucente, ed aveva un possente elmo dai quali luccicavano cattivi due profondi occhi gialli. Quando vide Eva e i suoi amici , marciò impetuoso verso di loro, ma quando si avvicinò si fermò di colpo. Rimase impietrito. Gli occhi gialli fissi sulla bambina.

“Che ci fai qui?” disse con una voce rauca, e profonda. Una voce che la Piccola Eva non aveva mai sentito.

Ma chi era? Come mai conosceva Eva. Interrogativi che divennero più pesanti quando l’esercito si ritirò improvvisamente. Un coro si levò in segno di saluto alla piccola Eva, che da sola aveva fatto ritirare un intero esercito salvando il villaggio dalla distruzione certa.

“A quanto pare stavolta l’anello ha scelto bene” sussurrò Max a Moglir.

In quel momento Eva si rese conto dello strano posto in cui era finita. Vi erano esseri simili a gnomi, o forse lo erano per davvero, con orecchie a punta, molti altri animali con sembianze umane. C’era anche il coniglio che aveva liberato qualche anno prima. Scopri che si chiamava Lobby, e adorava disegnare.

La sua missione consisteva nel raggiungere la Grotta della Paura e gettare l’anello nella sorgente della vita, cosicché la sua forza facesse risvegliare la magia nel mondo di Acquadolce..

Durante la missione però, Eva insieme ai suoi amici venne catturata. Sembrava spacciata quando il destino l’aiutò. Il comandante che l’aveva riconosciuta nel villaggio la liberò. Poi scoprì la sua identità.

“PAPA’” grido Eva e gli saltò al collo. Ora capiva tutto. Capì che non aveva abbandonato la madre per stare con un’altra, che l’anello prima di lei aveva scelto suo padre, e che purtroppo aveva fallito.

“Ti voglio bene piccola mia….Mi dispiace così tanto di avervi abbandonato”

Eva pianse lacrime felici, ma sapeva che c’era qualcosa di più importante adesso.

“Non c’è tempo per le scuse adesso. Ho una missione da portare a termine, mi aiuti?”

Tom condusse la figlia lungo il giusto sentiero, e insieme lanciarono l’anello nella sorgente della vita. Gli esseri che dominavano su quelle terre caddero in pezzi, e poco dopo divenne limpida e cristallina come un tempo. Tutti levarono un calice in onore della piccola ma coraggiosa Eva Luna.

Moglir si avvicinò col suo bastone nodoso a Eva e Tom, con un gran sorriso.

“Grazie piccola Eva. Tutti noi ti siamo debitori, non passerà anno in cui non brinderemo in tuo onore. E grazie anche a te Tom, per l’importante ruolo che hai avuto in questa faccenda”

“Non me lo merito. Ho deluso voi e fatto soffrire la mia famiglia”

“Ti sbagli mio grande amico. Senza di te la piccola Eva non avrebbe potuto nulla. La magia che venne racchiusa nell’anello e molto pura e antica. Aveva cercato te, e fallendo sei entrato nelle grazie delle oscuro potere, ma ti ha dato anche la via della salvezza in tua figlia. Ora l’anello aveva il suo condottiero, e l’arma per combattere il male. Pensaci, se tu non avessi fallito il tuo compito, la piccola Eva non avrebbe mai avuto un “amico” all’interno che le indicasse la giusta via per attraversare la Grotta Oscura. In più serviva un sentimento sincero di amore fra due persone per poter attraversare indenni la Grotta Oscura.  Tutto era nel disegno dell’antica magia. Forse ti ha chiesto molto, ma la salvezza di molti e dipesa da voi e forse, sei ancora in tempo per la “tua” salvezza”

Eva sorrise solennemente. “Andiamo a dirglielo” disse prendendo la mano del padre.

Quando Isabel vide la figlia con il padre, rimase incredula. Non voleva credere all’incredibile avventura che le stava raccontando la figlia, così Eva si sfilò l’anello e sussurrandogli “mostrale la verità”, lo diede a Isabel.

Quando tornarono, aveva compreso tutto.

“Lo so che ti ho fatto male. Ora ti chiedo; puoi perdonami?”

Isabel abbassò lo sguardo. Avrebbe tanto voluto cedere, poi però si ricordò di quanto aveva sofferto. Alzò gli occhi e lo guardò sicura.

“Forse. Ma non posso dimenticare”

“Non ti chiedo di farlo. E non lo farò nemmeno io. Perché ricordarmi del dolore che ti ho provocato, mi servirà a non commettere più lo stesso errore. Ti amo. Più di ogni cosa al mondo. Torna nella mia vita”

Isabel esitò un attimo, poi si lasciò andare ai suoi sentimenti. Si baciarono sotto l’applauso caloroso della piccola Eva Luna, e il brindisi silenzioso del nonno.

Dopo tanti anni la famiglia di Eva tornò unita, e più felice che mai.

Vita privata di una sconosciuta di Shapiro Elena Mauli

Parigi.La scatola è nascosta in un cassetto. Per anni ha custodito frammenti di una vita lontana e ora aspetta solo di essere scoperta. Trevor Stratton, professore americano, la trova per puro caso.Al suo interno lettere, vecchie foto, pagine di diari, vari oggetti, tra cui spiccano un paio di guanti a rete. I guanti di una santa o di una peccatrice?

Trevor non lo sa. Per ora sa solo che la donna che li indossava si chiamava Louise Brunet e viveva a Parigi tra le due guerre. La risposta alle altre domande è in quei frammenti, tra i loro profumi e segreti, tra le parole nascoste e quei ritratti seppia.

Pezzo dopo pezzo, parola dopo parola, Trevor cerca di ricostruire la vita della donna sconosciuta. Dall’amore tenero e tragico per il cugino allo strano rapporto con il padre, da un matrimonio scandito dalla noia fino alla passione, impossibile e proibita, per l’affascinante professore di francese, suo vicino di casa al numero 13 di Rue Thérèse.

Ma più Trevor si immerge negli oggetti del passato e ripercorre i luoghi di Louise, più qualcosa di strano e misterioso inizia ad accadere nella vita del presente.

Chi è veramente Josianne, la ragazza dai capelli rossi che sembra prevedere qualunque movimento di Stratton? Perché il professore si sente così attratto da lei?Che cosa sa veramente quella ragazza su Louise Brunet?

Solo la scatola possiede la verità. Solo gli oggetti custodiscono una promessa e una speranza. E spetta a Trevor discernere tra realtà e finzione per far sì che il destino segua il suo corso.

Il blog di Validus Vimeo (Il Summus Sapiens)

Ciao Valerio ti va parlare dle meraviglioso blog che hai creato?

Certo, il blog di Validus Vimeo (Il Summus Sapiens) è nato dopo l’idea di creare un piccolo spazio magico per tutti i ragazzi che adorano la saga di Geno Hastor Venti. Tu nacque un pomeriggio, quando girando per alcuni siti mi è venuta appunto l’idea di creare una specie di Gioco di Ruolo online dedicato interamente all’Arx Mentis. ho deciso, così di rileggere la saga e iniziare con i preparativi, l’idea è nata molto velocemente grazie all’apporta della mitica Moony Witcher che ringrazio ancora di cuore.

A chi è dedicato e perchè?
E’ dedicato, per l’appunto, alla saga dell’Arx Mentis. Una saga che mi ha seguito durante gli anni più belli nella vita di un ragazzo e in cui, soprattutto, mi sono immedesimato moltissimo. In realtà la saga la conobbi per sbaglio, quando, sfogliando un giornalino, lo vidi pieno della pubblicità al libro. Era una pubblicità che mi attirò molto e che mi spinse a comprarlo. Dopo aver comprato il secondo iniziai a leggere il primo e mi appassionai subito a tutta la saga.

Come è nata l’idea di creare uno spazio di tale accuratezza magica?
L’idea di creare questo spazio l’ho già un po’ descritta, ma vorrei precisare che l’idea, dopo essermi venuta in mente, mi ha fatto pensare che creare uno spazio del genere in questa società potrebbe essere qualcosa di bello e creativo per tutti i ragazzi o adulti che abbiano letto o stanno leggendo la saga di Geno. Questo spazio, secondo me, potrebbe aiutare tutti questi ragazzi a non desistere, a pensare sempre con il proprio cervello e a rimanere un po’ in quel mondo fantastico in cui ognuno vorrebbe vivere, adulto o bambino che sia. L’età in cui si legge Geno di solito è l’età del cambiamento, l’età in cui i bambini diventano ragazzi e in cui la fantasia inizia a spegnersi pian piano. La fantasia dovrebbe, secondo me, restare sempre viva in qualsiasi persona e perciò ho deciso di creare questo spazio per far incontrare tutti quei ragazzi o bambini per farli divertire fare nuove conoscenze e soprattutto “fantasticare”.

Di cosa ti occupi?
Io sono un normalissimo studente e adoro i libri fantasy fra cui quelli di Moony Witcher. Sono un ragazzo come tutti che desidera soltanto continuare a sognare, leggere, ma anche studiare perché è molto importante nella vita di ogni persona.

In che modo può interagire il pubblico?
Il pubblico potrà interagire iscrivendosi all’Arx, facendo un piccolo e test. Potrà, in seguito, studiare le materie per gli Intercanti, chattare co gli altri studenti, chiedere aiuto ai professori, diventare un Sapiens oppure continuare con delle Carriere… Alla fine si avrà un piccolo bagaglio di conoscenze, perché le materie saranno basate sia dal libro di Moony Witcher, sia da dati reali. Una novità importante è quella che Moony Witcher preparerà tutti i menù Metafisici, che saranno pubblicati ogni ciclo per lettera.

Per chiunque volesse visitare il blog o avere maggiori informazioni sul progetto può visitare:
http://www.validusvimeo.weebly.com/
http://www.moonywitcher.it/showthread.php?t=11827

ALLA RICERCA DI WONDLA di Tony Di Terlizzi

Quando si ha voglia di sognare, di viaggiare con le ali della fantasia, i libri sono certamente i migliori compagni di viaggio.  Se avete voglia di scoprire una protagonista adorabile e un mondo altrettanto misterioso vi consiglio di leggere ALLA RICERCA DI WONDLA.

Eva Mine, ha dodici anni ma non ha mai visto un altro essere umano. Un amorevole robot azzurro pallido l’ha cresciuta come una madre in un sotterraneo super-tecnologico sul pianeta Orbona. Ma un giorno un predatore distrugge la loro casa ed Èva è costretta a salire in superficie alla ricerca di altri umani come lei. Ma il Mondo di Sopra non è come immaginava ed è popolato dalle creature più strane e spesso pericolose: incontrerà sassi che camminano, alberi malvagi che la ghermiscono, una gigantesca belva che la insegue, un impagliatore che vuole fare di lei un fossile vivente! Ma anche un gentile e allampanato Ceruleo, con le ginocchia che si piegano al contrario, e un affettuoso tardigrado con cui comunica telepaticamente. Per Eva alla ricerca della sua famiglia, l’avventura è appena incredibilmente incominciata.
Chi è l’autore di questo straordinario libro? Niente di meno che Tony DiTerlizzi, il coautore di Spiderwick.
Tony Di Terlizzi è illustratore e autore di libri per ragazzi.
Noto principalmente per aver creato, in collaborazione con Holly Black, la saga Le cronache di Spiderwick, Di Terlizzi nasce nel 1969 a Whittier, in California. Si trasferisce nella Florida meridionale, dove frequenta la Florida School of the Arts, e the Art Institute of Fort Lauderdale.
Dopo gli studi, inizia a lavorare come illustratore nei giochi di ruolo Dungeons & DragonsPlanescape e Magic: The Gathering.
 

Il trono di spade di George R.R. Martin

In una terra fuori dal mondo, dove le estati e gli inverni possono durare intere generazioni, sta per esplodere un immane conflitto. Sul Trono di Spade, nel Sud caldo e opulento, siede Robert Baratheon. L’ha conquistato dopo una guerra sanguinosa, togliendolo all’ultimo, folle re della dinastia Targaryen, i signori dei draghi. Ma il suo potere è ora minacciato: all’estremo Nord, la Barriera – una muraglia eretta per difendere il regno da animali primordiali e, sopratutto dagli Estranei – sembra vacillare. Si dice che gli estranei siano scomparsi da secoli. Ma se è vero, chi sono allora quegli esseri con gli occhi così innaturalmente azzurri e gelidi, nascosto tra le ombre delle foreste, che rubano la vita, o il senno, a chi ha la mala sorte di incontrarli? Il Trono di Spade, primo romanzo della saga “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, narra di duelli e amori, corti sontuose e lande desolate. E come un vero poema epico intreccia le storie individuali in un grandioso affresco dal ritmo coinvolgente e rapinoso.

Questo romanzo fa parte de LE Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

  • Il Trono di Spade
  • Il Grande Inverno
  • Il Regno dei Lupi
  • La Regina dei Draghi
  • Tempesta di Spade
  • I Fiumi della Guerra
  • Il Portale delle Tenebre
  • Il Dominio della Regina
  • L’Ombra della Profezia

George R.R. Martin è nato il 20 settembre 1948 a Bayonne, New Jersey, da Raymond Collins Martin, uno scaricatore di porto, e da Margaret Brandy Martin. Ha due sorelle Darleen Martin Lapinski e Janet Martin Patten.
George frequentò due scuole, la Mary Jane Donohoe School e la Marist High School. Iniziò a scrivere molto giovane vendendo storie di mostri agli altri ragazzi del vicinato per pochi penny, includendo nel prezzo anche la lettura drammatica. Più tardi, quando era alla High School, si appassionò di fumetti divenendone collezionista e iniziando a scrivere delle storie per alcune fanzine di fumetti. Il primo lavoro professionale di Martin fu scritto nel 1970 , venduto alla rivista Galaxy che lo pubblicò nel 1971. Seguirono poi altri lavori venduti ad altre riviste.
Nel ’70 George conseguì il B.S.(Bachelor of Science) in giornalismo presso la Northwestern University (situata a Evanston, Illinois), con tanto di lode. Sempre alla Northwestern l’anno seguente completò gli studi in giornalismo conseguendo il M.S. (Master of Science).
Poichè obbiettore di coscienza, Martin fece dal ’72 al ’74 il servizio alternativo con la VISTA, unendosi alla Cook Country Legal Assistance Foundation. Tra il 1973 e il 1976 diresse dei tornei di scacchi per la Chess Association e fu professore di giornalismo presso il Clarke Colege (Dubuque, Iowa) dal ’76 al ’78.
Nel 1975 si sposò con Gale Burnick. Divorziarono nel 1979 senza figli. George Martin divenne scrittore a tempo pieno nel 1979.
Spostandosi a Hollywood poi Martin firmò un contratto di lavoro come story editor per Twilight Zone alla CNS Television nel 1986.
Nel 1987 George divenne Executive Story Consultant alla CBS per Beauty and Beast . Nell ’88 divenne produttore per Beauty and Beast spostandosi poi al ruolo di co-produttore nel ’89. Fu anche produttore esecutivo di Doorways, un pilota che scrisse per la Columbia Pictures Television e che fu filmato tra il 1992 e il 1993.
Tuttora Martin vive a Santa Fe, New Mexico. E’ membro della “Science Fiction & Fantasy Writers of America” ( di cui è stato il Direttore per zona centromeridionale dal 19977 al 1979 , e vice presidente dal 1996 al 1998) e della “Writers’ Guild of America, West”.

Intervista con Nicola Brunialti

Ciao Nicola per i giovani amici che ancora non ti conoscono ti va di presentarti? Ti avverto; sono curiosi. Vogliono sapere tutto quello che ai grandi solitamente non interessa.

Allora, cominciamo dall’inizio. Sono nato a Roma nel 1972.Ho fatto il pubblicitario per più di dieci anni nelle più importanti agenzie d’Italia e poi in un’agenzia tutta mia.Ho scritto spot per Crodino, per Sanbittèr, per Q8. E sono stato autore della campagna del vigile urbano per Tim, con Christian De Sica, la campagna per Telecom Alice,
con Abatantuono ed Elena Sofia Ricci, e quella Alitalia, con Raul Bova.

Da quasi dieci anni, insieme a Mauro Mortaroli, sono anche autore delle avventure di Bonolis e Laurenti nel Paradiso Lavazza.Nel frattempo mi sono sempre più appassionato al mondo dei bambini.

Così ho scritto una ninna-nanna intitolata “Dormono tutti”, che chiude “Presente”, l’ultimo album di Renato Zero.E nel 2009, sono stato fra gli autori della trasmissione “Chi ha incastrato Peter Pan”, condotta da Paolo Bonolis.

Non contento, ho pubblicato due libri di filastrocche: “La mucca fa bee” (Edizioni Lapis) e “A Natale fanno pace” (Edizioni Lapis). E un libro sul bullismo intitolato “La maledizione del lupo marrano”( Edizioni Lapis).

Il mio primo romanzo “Pennino Finnegan e la fabbrica di baci” (Edizioni Lapis) è stato vincitore del Premio Critici in erba 2010, un premio a cui tengo molto visto che viene dato da una giuria di soli bambini.A ottobre 2010 è uscito il mio secondo romanzo intitolato “Il fantastico viaggio di Willy Morgan” (Edizioni Lapis).

E ora qualche curiosità: Abito a Roma e sono tifoso della Roma.Sono sposato con Angela.Ho un fratello che si chiama Alessandro e fa il fotografo.Adoro leggere fumetti, soprattutto Dylan Dog e Martin Mystere.Il mio scrittore prefererito si chiama Jonathan Carroll, uno scrittore americano di romanzi un po’ “fantasy”.Il mio libro del cuore è “Alice nel paese delle meraviglie”Adoro la musica italiana (Jovanotti e la Pausini) e le canzoni di Pink.Mi piace molto anche ascoltare musica classica, soprattutto pezzi con il pianoforte.Da piccolo sognavo di fare l’archeologo, il pittore o lo scrittore.

Ah, dimenticavo, sono anche pronipote di Alessandro Manzoni.

Parliamo del tuo romanzo IL FANTASTICO VIAGGIO DI WILLY MORGAN. Chi sono i protagonisti principali? Come hanno preso vita e forma nella tua mente?

Ho deciso di scrivere un libro sugli amici immaginari prendendo spunto dagli amici immaginari dei tanti bambini che conosco.Alcuni nomi che trovate nel libro, come Dondolonde, Bugsy e Parapillo, li ho presi in prestito proprio da loro.

Sono stati i loro racconti che mi hanno fatto tornare in mente il mio amico immaginario, un orsacchiotto che casualmente si chiamava Teddy…

Un giorno mi sono chiesto: dove vanno a finire gli amici immaginari?Possibile che spariscano quando nessuno li pensa più?E se ci fosse un mondo in cui vivono grazie ad un segreto?

Da qui è partita l’idea per il libro.

In un mondo come il nostro, in cui la realtà e il sogno sono già tutti preconfezionati, come nei videogiochi, al cinema o in televisione, avevo voglia che i ragazzi tornassero a usare la fantasia per realizzare i propri sogni e cambiare le cose che non gli piacciono!

In fondo anche gli inventori e gli scienziati usano la fantasia.Senza immaginazione saremmo ancora all’età della pietra!

Come hai capito che avresti dovuto raccontare le loro avventure su carta?

In realtà il mio libro aveva anche un secondo scopo, il vero motivo che mi ha spinto a scrivere questa avventura:volevo spingere i ragazzi a raccontare al mondo quel novanta per cento che ognuno di noi tiene nascosto sotto la superficie della realtà, sotto la superficie di quel dieci per cento che mostriamo agli altri.

Proprio come alla fine del libro riuscirà a fare Willy Morgan. Un ragazzino di tredici anni che passa il tempo ad essere smutandato davanti a tutti a scuola, senza avere il coraggio di affrontare le sfide che gli si presentano nel corso della vita, sia a scuola, che in famiglia, che in amore.

Willy è un ragazzo che preferisce non partecipare proprio.

Fin quando, grazie a questo viaggio nel mondo degli amici immaginari, riesce a comprendere che tutte le virtù e le qualità che ha riservato al suo amico immaginario in realtà ce l’ha anche lui!

Come è stato viaggiare, e scoprire, il regno di Ulan Batok dove abitano tutti gli amici immaginari?

La meraviglia di un mondo immaginario è che ti permette di metterci dentro tutto quello che ti viene in mente, senza nessun limite: scimmie che fumano sigarette di cioccolata, tirannosauri fifoni, lottatori di wrestling, principesse bellissime, funghi-porcelli, felicotteri, porcofanti e tribù di minuscoli uomini delle caverne!

Insomma, il territorio ideale per qualunque scrittore!

Spero che anche i lettori compiano lo stesso viaggio, immaginando il loro personalissimo mondo immaginario.

E riempiendolo di tutte quelle cose che hanno affollato i loro sogni fin da quando erano piccoli.

Cose che secondo me, non vanno mai perse!

Sei riuscito a trovare anche il tuo di amico immaginario?

Come ti dicevo prima, il mio amico immaginario era un orsacchiotto di nome Teddy. In realtà non era proprio immaginario, perché era un orsacchiotto vero e proprio, con cui ho dormito fino alla fine delle elementari.

Con lui ridevo quando guardavamo un film, con lui piangevo quando venivo rimproverato, a lui confidavo tutti i miei segreti.E con lui ho affrontato la mia prima operazione. Quella volta mi accompagnò a togliere le adenoidi!

La scrittura e la lettura, credi, che possano diventare fedeli amici al pari di tirannosauri fifoni o orsi di peluche vestiti da pirata?

È quello che spero. Vorrei che, anche grazie ai miei libri, i bambini si affezionassero alla lettura. Perché leggere, oltre che allenare il cervello, rende liberi! E ci concede gli strumenti per capire se quello che ci dicono gli altri è vero o falso!

Lo stesso vorrei per la scrittura. I bambini dovrebbero imparare a trascrivere le proprie emozioni e le proprie idee.

Solo così si riesce a mettere a fuoco i propri pensieri. E si fa pace con le proprie paure.

Che bambino era Nicola. Eri simile a Willy?

Credo che Willy sia il personaggio che mi assomiglia di più.

Proprio come lui anche io passavo il tempo a disegnare, su qualunque cosa mi capitasse a tiro. Proprio come lui avevo sempre la testa “fra le nuvole” e mi considravo un immagonatore. Proprio come lui, il mio mito era Vincent Van Gogh, un personaggio che amavo più dei calciatori o delle rockstar!

E proprio come lui ho fatto i tutto per realizzare il mio sogno: diventare scrittore.

Perché in questi 38 anni ho capito bene una cosa: i sogni sono lì pronti ad essere realizzati. Anche voi, ora, scegliete il vostro e datevi da fare!!

 GRAZIE NICOLA!!!

SITO INTERNET NICOLA

Scoprire e consigliare Lara Manni

Tutto ebbe inzio così….

Ha cinquant’anni, disegna manga, è conosciuta con il nome di Sensei – maestra – e ha fan sparsi ovunque nel mondo. Inventa storie piene di buoni sentimenti ambientate in mondi fantastici, e da anni disegna La leggenda di Moeru, un manga di successo planetario di cui ora si sta accingendo a finire le ultime tavole.

La Sensei è una donna superba che gestisce il proprio successo con orgoglio e sapienza: poche apparizioni pubbliche la avvolgono in un’aura di mistero e le permettono di non entrare in contatto coi propri lettori che disprezza profondamente. Una notte di luna piena, proprio mentre sta per mettere la parola fine al suo manga più celebre, riceve la visita di un ospite inatteso: è Hyoutsuki-sama, principe demoniaco antagonista di Moeru. La Sensei crede di essere impazzita, ma ben presto si convince che Hyoutsuki-sama è un’entità reale, che ha abitato per anni il mondo che ha creato e che ora ha attraversato per reclamare un finale diverso. La Sensei se ne innamorala l’amore con lui e gli propone un patto: un finale diverso in cambio di altri sei mesi in cui il demone verrà richiamato e sarà a sua disposizione per una notte al mese. Per far ciò è necessario eseguire un rito – Esbat – che richiede alla Sensei di sacrificare parti del proprio corpo. Dopo essersi tranciata alcune dita di una mano e di un piede, la Sensei decide di “sacrificare” i propri fan, che attira a casa con la promessa di un disegno autografo.

Che cosa accade a un demone quando entra in contatto con il mondo degli uomini, e ne conosce gli orrori?

Grazie al potere di una stella, Hyoutsuki e Yobai valicano i confini fra i tempi e le dimensioni e  prendono sembianze umane, celando la loro identità sotto nomi fittizi. Ma niente può frenare l’impeto di una battaglia che si protrae da millenni e che questa volta ha come scenario le guerre degli uomini: sul Carso, nel 1915; sul lago di Meina, nel 1943; a Roma, nel 1977.  E nel tempo presente.
Molte figure femminili attraversano il loro cammino: una Dea che ne controlla le  sorti, ostacolandoli e traendoli in inganno, e due umane, la misteriosa Adelina e la giovanissima Ivy dai capelli bianchi e dagli occhi tristi, che ama le storie fantastiche e ha il dono di poterle cambiarle.
Ma quando i mondi si incontrano non c’è comunque scampo. I demoni diventano più simili agli uomini, e gli uomini – e le donne – acquistano poteri che forse non desiderano.
Perché c’è una soglia, tra luce ed ombra, che non può essere violata nemmeno con lo sguardo.

Un meraviglioso viaggio tra i sentieri della mente di creature soprannaturali, di esseri umani coraggiosi e storiche battaglie che hanno plasmato il destino del mondo: questo è Sopdet, un romanzo dai mille volti, che toglie il respiro e vive di vita propria.