Piedomenico Baccalario. Vincitore del Premio Il Battello a vapore nel 1998 con il romanzo La Strada del Guerriero (casa editrice Piemme), ha pubblicato numerosi libri, romanzi fantasy per ragazzi, tradotti in VENTIDUE lingue. Come la serie Ulysse Moore. Century. Will Moogley – Agenzia Fantasmi. I gialli di Vicolo Voltaire. Giornalista e sceneggiatore. Per chi ancora non ti conosce, pochissimi credo, cosa aggiungeresti?
Che tra poco, allo scoccare di quest’anno esatto, smetto di scrivere, così la piantano di dire che scrivo troppo.
E prendendo in prestito una citazione famosa?
Una di Borges, guarda, che mi ha insegnato a usare i libri come materia per i libri: “Vedo me stesso essenzialmente come un lettore. Mi è accaduto di avventurarmi a scrivere, ma ritengo che quello che ho letto sia molto più importante di quello che ho scritto”.
E’ uscito per la casa editrice Fanucci il romanzo LA BAMBINA CHE LEGGEVA I LIBRI. Ti va di parlarci di Domitilla e del signor Antonino ? Perché no, anche di Geltrude?
All’interno di questa storia se ne nascondono altre. Domitilla è la ragazzina perfetta che molti esperti consulenti editoriali pensano essere la “tipica lettrice di romanzi per ragazzi”. Io dico che una come lei non esiste davvero, e infatti lei stessa, alle prese con una storia nuova, cambia. In ogni caso, i commenti di Domitialla (o dovrei dire Pierdomitilla) al testo del povero signor Antonino, che non è un esperto di marketing, ma solo un ex-guardiacaccia che ha una storia da raccontare, e che pensa sia adatta ai ragazzi (a tutti non solo ai ragazzi intesi come maschi)… sono i commenti che spesso mi sono sentito rivolgere dagli editori, ogni volta che una mia storia saltava un po’ sopra alle righe. Non è adatta, non va bene, queste cose non possono succedere nei romanzi per ragazzi, ci vuole il protagonista che abbia la stessa età del lettore, eccetera eccetera… i classici paletti che vengono fissati quando si vuole inventare le regole di un genere, oppure imitare a tavolino storie di successo, e che magari vengono naturalmente cambiati quando l’esempio di storie di successo cambia. Il signor Antonino conosce la vita di montagna e ne racconta una parte, che è naturalmente magica, perché non può essere diversamente. E Geltrude, la bibliotecaria è una persona che ha relazioni con altre persone, ovvero le mette in contatto perché “sente” che è una cosa da farsi. Senza guadagnarci niente. Che è un’altra cosa che non si fa più.
Il signor Antonino ha un unico sogno. Scrivere il romanzo perfetto per ragazzi. Il libro inizia con lui che legge ad alta voce l’inizio del suo lavoro. Che cosa rende, a tuo avviso, un romanzo perfetto per il giovane pubblico?
La storia e l’entusiasmo di chi la racconta. Ho notato ragazzi correre a leggere romanzi che non avrebbero mai letto solo perché li avevano sentiti raccontare a voce, o recitare. La storia viaggia sulle parole di chi la racconta. Per promuovere la lettura, senza fare titaniche commissioni di esperti in palazzi di cristallo, manderei lettori in giro nelle piazze dei paesi, a leggere romanzi ad alta voce.
E chi sono i lettori perfetti?
Quelli che alla fine di una storia te ne chiedono un’altra.
Il signor Antonino ha un unico sogno. Scrivere il romanzo perfetto per ragazzi. Il libro inizia con lui che legge ad alta voce l’inizio del suo lavoro. Che cosa rende, a tuo avviso, un romanzo perfetto per il giovane pubblico?
La storia e l’entusiasmo di chi la racconta. Ho notato ragazzi correre a leggere romanzi che non avrebbero mai letto solo perché li avevano sentiti raccontare a voce, o recitare. La storia viaggia sulle parole di chi la racconta. Per promuovere la lettura, senza fare titaniche commissioni di esperti in palazzi di cristallo, manderei lettori in giro nelle piazze dei paesi, a leggere romanzi ad alta voce.
Secondo te cosa cerca Domitilla nella lettura? E cosa cercano i tuoi affezionati lettori?
Domitilla nella lettura cerca una storia capace di portarla da qualche altra parte e farle vedere la realtà con occhi diversi. Per accettare che la storia possa essere quella del signor Antonino, che è, in partenza, completamente sbagliata e lontana dalle regole delle altre storie che lei è abituata a leggere, le servono alcuni capitoli e una certa fiducia nella propria curiosità. Ecco il punto: fiducia nella propria curiosità. Spesso i ragazzi sono spaventati dalla propria curiosità, vengono “tarpati” e bloccati da genitori sintetici molto apprensivi: non fare questo, non aprire quello, non toccare l’altro. Ho visto ragazzini andare nei boschi in gita con i guanti di lattice per non sporcarsi. Ecco, io dico: buttiamoli tutti nel fango e lasciamo che si divertano. Spero che i miei lettori trovino questo nelle mie storie: confusione, scoperta, curiosità, idee.
E’ stata una scelta meditata dedicarsi alla scrittura per ragazzi?
Sì. Ho un contratto per un romanzo per adulti che non sono riuscito ad onorare. Ci riuscirò, ma… no so per tornare a Borges, si scrive quello che si riesce a scrivere.
Nella tua storia di scrittore tutto come ebbe inizio?
Con un concorso vinto, il Battello a Vapore. E da allora, mi hanno chiesto storie. E le ho fornite.
Quotidianamente, per te, che cosa rappresenta e cosa è diventata la scrittura?
In questo preciso momento, un’ossessione, nel senso che sto seguendo tanti giovani scrittori e ne sto facendo un gruppo, di cui sono orgoglioso. Dico davvero. Ho trovato tante storie e tanti narratori, chi più bravo, chi meno, ma tutti “cresciuti” nelle storie e con la voglia di raccontarle.
Quando inizi a scrivere una nuova storia hai già in mente un pubblico di riferimento?
Ormai sì. Anche se preferirei risponderti di no, che scrivo e basta. Ormai conosco i ragazzi, e scrivo a loro.
Ritornando a LA BAMBINA CHE LEGGEVA I LIBRI. Da quali sogni, suggestioni, idee è nato questo romanzo?
Da un viaggio in Val D’Aosta e alcune lunghe chiacchierate con due amici: Alessandro Stanchi, che in Vallé conosce tutti ; e Christian Antonini (il signor Antonino) con il quale ho condiviso la storia di Bayard e che si è occupato con me della stesura del romanzo.
Chi ha letto il romanzo lo saprà benissimo. Ma rivolgo ugualmente la domanda all’autore. Chi è Bayard? Come ti sei avvicinato a questa figura mitologica?
E’ il simbolo del cavallo da guerra. Fedele, selvaggio, imponente e soprattutto capace di unire: bisogna essere in quattro, amici e fedeli l’un l’altro, per cavalcarlo.
Cosa si trova in questo momento sulla tua scrivania?
Il saggio “Breve trattato sulla decrescita”, un pupazzetto tratto dai cartoni animati di Hero 108, un’agenda strapiena di appuntamenti, l’ultimo Wired, il dizionario dei luoghi immaginari di Gianni Guadalupi e la mia valigetta da viaggio. Pronto alla partenza!
Grazie per la gentile disponibilità.