Tutti gli articoli di Carlotta

Cappucetto verde

Tutti conoscono Cappuccetto Rosso, ma forse non tutti sanno la storia di Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Bianco, mandati dalla mamma a portare alla nonna un cestino pieno di cose verdi, gialle, bianche. Il lupo nero li aspetta nel folto del bosco, nel traffico, nella neve… riuscirà a prenderli?Con queste favole, pubblicate per la prima volta nella storica collana Einaudi “Tantibambini”, un colore diventa protagonista nei disegni, nel testo e nei personaggi. Bruno Munari ha giocato con la fiaba tradizionale e ne ha allargato gli orizzonti, creando personaggi e storie nuove.I Cappuccetti di Munari ritornano ora come libri singoli, secondo il progetto originale.

Dieci libri che sarebbe bello trovare sotto l’albero (2)

Siamo convinte che regalare e ricevere libri per Natale ( come in ogni altro giorno dell’anno) corrisponda ad uno scambio di affetto, di fantasia, di cura per i sogni altrui.

Abbiamo pensato di darvi qualche consiglio. Iniziamo.

Per i più piccoli….

Borneo, 1920: nel protettorato inglese di Sarawak il Rajah regna su cinesi, malesi e Dayaki della foresta. Ma che cosa sanno, i bianchi, delle tribù che vivono nella foresta? Ben poco, scopre il giovane Harry quando, durante una spedizione contro i cacciatori di teste, viene rapito da due ragazzi Iban, convinti che lui possa aiutarli a seguire il Cammino del Sogno. Harry dividerà la loro vita, vagando per la splendida e minacciosa foresta fluviale, confrontando la “razionalità” occidentale con una cultura completamente diversa, affascinante, legata ai ritmi della natura e alle visioni dell’anima.

Mi piaci”. Prova a scriverlo col cellulare alla ragazza di cui sei innamorato. Controlla bene, leggi e rileggi, prova a scriverlo di nuovo, usa il cellulare di un tuo amico… il risultato è sempre lo stesso: “Mi ricci”. Tutta colpa del T9. Ora immagina che una domenica pomeriggio questo messaggio arrivi alla ragazza che ti piace mentre lei non sa nemmeno che esisti. E magari in quel preciso momento sta cercando di conquistare un altro, e tu li vedi sfrecciare insieme sullo scooter verso il fiume. Che cosa fai? Torni a casa a guardare il motomondiale, oppure provi in tutti i modi a riparare all’errore, magari scrivendo altri SMS pasticciati?

Cecilia e Felipe dividono la camera da letto e di gioco, e litigano come fanno tutti i fratello/sorella del mondo.Ma un giorno il loro conflitto si esaspera: le Fate del Grande Mazzo Fiorito, incollate sopra la parete di Cecilia, decidono di assalire i Mostri e gli Schifi appiccicati sulla parete di Felipe, e i Mostri rispondono cancellando le Fate sotto bave e vermi.Via via le pareti diventano sempre più gonfie, la camera più stretta e più buia, finché Felipe e Cecilia non riescono più a entrarci. Ma per fortuna dopo la guerra arriva la pace.

Charlie adora il cioccolato, ma solo per il suo compleanno ne riceve in regalo una tavoletta: la sua famiglia ha troppe difficoltà economiche per potergli concedere di più, e a casa non si mangia che cavolo. La maggior tortura per lui è passare ogni giorno davanti alla Fabbrica di Cioccolato Wonka! Ma tutto cambia quando Charlie, partecipando a un’estrazione, diviene uno dei cinque ragazzi che potrebbero divenire i proprietari della favolosa fabbrica, brucando prati di zucchero, tuffandosi sotto le cascate di cioccolato…Sarà lui il vincitore finale, per il quale i sogni diventeranno realtà?

Olimpia Teodora, Bambina da Avventure, decide di saltare la lezione di pianoforte e di farsi invece una bella passeggiata. Così incontra Griselda, la strega che viaggia su una moto tutta verde, e che trasporta Olimpia nel Giorno Stregato dell’Anno Rovesciato, in un’avventura bizzarra e divertente.

Per i più grandi…

È proprio una meravigliosa creatura, Lena: Ethan se n’è innamorato subito, appena l’ha vista arrivare nella sua sonnacchiosa cittadina. Non solo perché è bellissima, ma anche perché in lei riconosce la protagonista che tormenta in sogno le sue notti. L’intima connessione tra i due si trasforma presto in amore, ma Lena nasconde un segreto: al compimento del suo sedicesimo anno, per via di una maledizione sarà condannata a diventare una strega votata alla magia bianca o a quella nera. Il destino rischia di trasformarla in un mostro incapace di provare compassione.

Quando Henry incontra Clare, lui ha ventott’anni e lei venti. Lui non ha mai visto lei, lei conosce lui da quando ha sei anni… Potrebbe iniziare così questo libro, racconto di un’intensa storia d’amore, raccontata da due voci che si alternano e si confrontano. Si costruisce così sotto gli occhi del lettore la vita di una coppia e poi di una famiglia cosparsa di gioie e di tragedie, sempre sotto la minaccia di qualcosa che nessuno dei due può prevenire o controllare.

Invisibile: così si sente Charlotte Usher a scuola. Gli insegnanti la notano appena, i compagni di classe l’avvicinano solo per farle brutti scherzi e Damien, il ragazzo dei suoi sogni, la ignora. E un giorno invisìbile lo diventa davvero: uno stupido incidente nell’ora di fisica, una caramella andata di traverso, e Charlotte muore. Ma è solo l’inizio. Ormai è un fantasma, ma non vuole proprio rinunciare al mondo dei vivi, e soprattutto ai suoi piani per diventare finalmente una ragazza popolare. Anzi, a pensarci bene, quel piccolo dettaglio di essere uno spìrito può rilevarsi molto utile per realizzare i suoi sogni…

Sam vive a North London; sedici anni e una passione grande, come tutti i suoi coetanei: lo skateboard. E l’Eroe, il suo Eroe, è Tony Hawk, il più grande skater del mondo. Lui lo adora, ha il suo poster in camera, gli parla, si confronta con lui. E a chi se non al proprio eroe si possono raccontare le paure, le ansie, i problemi? Forse a una mamma come quella di Sam, giovane, carina, comprensiva, che ha conquistato anche gli amici del figlio. Del resto lei è una mamma davvero speciale e molto vicina al figlio, visto che lo ha avuto a sedici anni. E proprio a quella stessa età Sam conosce Alicia, con la quale è amore a prima vista, un amore simbiotico come se ne vivono solo a quell’età. Ma poi purtroppo, proprio quando – come succede solo a quell’età – il rapporto si sta ormai sfilacciando, Alicia scopre di essere incinta… Terrorizzato dal doverlo dire ai rispettivi genitori e distrutto dalla visione terribile di un futuro fatto di pannolini e incomprensioni matrimoniali – prospettatagli dal suo idolo che tra le altre mille qualità ha anche quella di far “viaggiare” il suo protetto nel futuro – , Sam sceglie la fuga ad Hastings. Ma questa fuga avrà breve durata…

È una giornata qualunque.
Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma.
In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo.
Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così.
La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne.
Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà?

Incontrando Giulio Leoni

Nella foschia dell’alba il Conte di Cagliostro approda a Venezia, la città in cui le maschere del Carnevale e la cipria dei consiglieri non bastano più a celare intrighi e tradimenti. E dalle calli più oscure alle umide stanze nobiliari si diffonde la fama di uno stravagante guaritore venuto dall’Est. È un mago? O attinge alla sapienza di civiltà sepolte nella sabbia del Sahara? Per Serafina, il Conte è solo un simpatico truffatore. Lei lo fiuta lontano un miglio, e non solo perché è orfana e Principessa dei ladri. Lui la sceglie come assistente e le insegna che la vita è illusione, burla, magia. Polverosa come le acque del Canal Grande e liquida come gli ori di San Marco. C’è anche chi è disposto a pagare il Conte in pietre preziose in cambio dell’eterna giovinezza. O a uccidere. Ma Serafina ha negli occhi le fiamme della sfida. E chissà se la sfida più grande è vivere per sempre o morire infinite volte…

Giulio Leoni per quelli che ancora non ti conoscono come ti potresti autopresentare?

Mah, essenzialmente io sono uno cui piace moltissimo sentirsi raccontare delle storie. In ogni forma, che siano romanzi, film, fumetti, un’opera lirica… E che occasionalmente ne racconta a sua volta. Cercando di trasmettere al lettore lo stesso piacere che ha provato lui immaginandole.

Prendendo in prestito una citazione famosa?

«Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato.» Lo ha scritto Friedrich Nietzsche, che secondo il suo stile concentrava nell’aforisma un contenuto abbastanza complesso. A me piace interpretarlo così: esiste un destino delle cose e delle persone, e il futuro ci chiama verso di sé con la stessa forza con cui il passato ci plasma ineluttabilmente. In fondo, sempre per citare ancora il filosofo folle, non possiamo che diventare ciò che siamo.

Parliamo del tuo romanzo La Ladra di Cagliostro. La protagonista femminile si chiama Serafina. Personalmente mi è piaciuta moltissimo. Come è nato questo personaggio?

Come sempre, da un impasto di realtà e finzione. Forse saprai che prima di passare a un corso di Tecniche della scrittura creativa all’Università per moli anni ho insegnato nelle scuole superiori. E ricordo ancora un’alunna che mi copiava tutti i suoi compiti sotto il naso. Ma con una grazia, una leggerezza, direi addirittura un’incantata disinvoltura, che finivo sempre per perdonarla. In fondo era diventato un gioco, scoprire a quale nuova trovata sarebbe ricorsa la volta successiva. In realtà non ne avrebbe avuto alcun bisogno, era bravissima. Ma per lei era un modo di mettersi alla prova, e alla fine anche per me.

Serafina è nata anche da lei, gli scrittori come i fabbricanti di salumi non buttano via mai niente!

E il Conte?

Nel ritrarre Cagliostro questa volta mi sono preso qualche libertà rispetto alla realtà storica. I giovani lettori mi perdoneranno! L’ho fatto un po’ più bello di quanto non fosse in realtà, e tutto sommato meno sinistro.

Per strutturarne la trama da quali suggestioni e idee ti sei fatto guidare? Forse dalla tua passione per l’Illusionismo?

Moltissimo. Nel romanzo sono presenti diverse variazioni su alcune grandi illusioni del passato. Il tema naturalmente si prestava, ma a parte l’occasione esiste uno stretto rapporto tra ogni storia “gialla” e un gioco di prestigio. In entrambe le cose non sono mai quello che sembrano, e quello che appare è sempre “impossibile” . Addirittura molti stilemi classici del romanzo giallo o d’avventura non sono altro che grandi illusioni: il delitto nella stanza chiusa, l’evasione impossibile, l’assassino invisibile tra decine di testimoni ecc.

Qualche altra considerazione la trovi sul blog http://giulioleoni.blogspot.com

Scrivere libri, raccontare storie, è un atto di magia?

Assolutamente, il narratore è la figura che più si avvicina a quella tradizionale dello sciamano. Non perché disponga di poteri speciali, ma perché assolve per la sua tribù una funzione molto simile: dilatare la percezione della realtà, tirandoci dentro fatti e personaggi che non appartengono al mondo dell’esperienza quotidiana. Usando la propria immaginazione invece di erbe, funghi o cantilene, ma il risultato alla fine è lo stesso.

Quali differenze hai riscontrato nella stesura di LA LADRA DI CAGLIOSTRO rispetto agli altri tuoi romanzi?

In fondo poche. Quando ho cominciato a scrivere per ragazzi (la “Ladra” è la terza) ho sempre cercato di immaginare storie articolate e ricche di fatti, colpi si scena e anche, perché no, momenti di riflessione, non diversamente dalle storie per adulti. L’unica differenza è una maggiore attenzione al linguaggio, cercando di mantenerlo relativamente semplice e lineare in modo da non rendere troppo faticosa la lettura. Con i lettori adulti mi lascio un po’ andare alle complicazioni, anche perché confido che gli amanti di gialli storici condividano con me il gusto per un linguaggio non necessariamente quotidiano e “moderno”.

Nel quotidiano che rapporto mantieni con la scrittura e con il potere dell’immaginazione?

Come dicevo, sono sempre a caccia di storie. E come tutti quelli così sono abbastanza credulone, pronto a entusiasmarmi anche per le cose più strane, purché appunto colpiscano la mia immaginazione: credo ai dischi volanti, alla sopravvivenza dei dinosauri in qualche isola remota, ai misteriosi regni sotterranei, a Hitler che è stato clonato e vende auto usate nell’Alabama, insomma a un bel po’ di roba. Però tienitelo per te, non vorrei che questo pregiudicasse la mia carriera accademica!

Cosa hai letto prima e durante la scrittura di LA LADRA DI CAGLIOSTRO?

Ti confesso che io più che un lettore sono un grande ri-lettore. Nel senso che mi affeziono alle cose, e spesso finisco per tornare su quello che mi ha già affascinato. Se un film mi piace sono capace di rivederlo dieci volte di seguito, e così con i libri. In quei giorni, se non ricordo male, oltre a rileggermi per necessità alcuni documenti su Cagliostro, ero immerso nella lettura di un’opera poco conosciuta di Verne, La sfinge dei ghiacci. Era da tanto che mi ripromettevo di farlo, per la curiosità di come lo scrittore aveva ripreso il personaggio e la situazione del Gordon Pym di Poe.

Come lo immagini il futuro dei Libri nel lontano futuro?

Non troppo allegro. I nuovi media stanno radicalmente trasformando il nostro modo di rappresentare la realtà, e il libro corre forti rischi di scivolare in una posizione molto marginale nel processo di comunicazione. Il libro si affida a una struttura sequenziale di segni, il film, il videogioco, una pagina web sono tendenzialmente iconici e complanari. La differenza, oltre al resto, sta soprattutto nei tempi del processo. La velocità è sempre stata nella storia un fattore vincente: la stampa a caratteri mobili si è affermata non perché i suoi prodotti fossero migliori del manoscritto, erano soltanto più veloci.

Nel futuro più o meno prossimo prevedo per il libro e il lettore tradizionali un destino simile a quello della musica: esisteranno sempre lettori, ma come oggi esistono suonatori di violino. In altri termini la lettura lineare cesserà progressivamente di essere un’attitudine di massa e diverrà un’attività sempre più specialistica. Sarà interessante vedere come tutto questo influenzerà la narrativa di genere: esisteranno ancora romanzi gialli, di fantascienza, dell’orrore? Oppure questo tipo di immaginario passerà integralmente alla fiction?

E nel tuo di futuro cosa sta “bollendo in pentola”?

A breve uscirà una storia di ambientazione contemporanea, “La sequenza mirabile.” Ispirata però a una figura enigmatica del primo 900, realmente esistita. Una bizzarra figura di matematico dilettante che formulò una teoria dai risvolti straordinari e inquietanti. Come ti dicevo a proposito della Ladra, in ogni personaggio c’è sempre qualcosa dell’esperienza reale dello scrittore. Stavolta il tasso di realtà sarà molto più forte… ma lasciami il piacere della sorpresa!

Grazie Giulio.

Dieci libri che sarebbe bello trovare sotto l’albero.

 Siamo convinte che regalare e ricevere libri per Natale ( come in ogni altro giorno dell’anno) corrisponda ad uno scambio di affetto, di fantasia, di cura per i sogni altrui.

Abbiamo pensato di darvi qualche consiglio. Iniziamo.

Per i più piccoli….

Un Natale freddissimo, a Milano; Lavinia, sette anni, è una piccola fiammiferaia sola al mondo che sta per morire di fame e di freddo. Ma, come nelle favole, a salvarla arriva in taxi una fata che le regala un anello magico, grazie al quale la bambina risolve prima i suoi problemi di sopravvivenza e poi inizia a vendicarsi della indifferenza e delle prepotenze degli adulti.

Sara è goffa, timida, introversa, silenziosa, magra e imbranata in tutto quello che fa; com’è possibile che improvvisamente si trasformi in una ragazza sportiva e spericolata, scatenata e avventurosa? Semplice: ha trovato una biglia magica, al cui interno c’è Aluk, e con un ’semplice’ scambio di persona tutto diventa possibile. Ma il gioco si fa pericoloso, e Sara rischia di restare per sempre prigioniera nella biglia azzurra.

In un freddo e tempestoso novembre del 1623, il principe Manrico Ildebrando Alberto di Roccanova viene trasformato in bestia, per la precisione in un cane, un brutto botolo che da quel momento in avanti viene preso a calci e sassate da tutti. Tutti tranne la Bella, che però non è come nelle fiabe, ma è una donna povera e con un bimbo piccolo, che accoglie il cane con affetto e tenerezza, tenendolo con sé.Una versione nuova e affascinante di un racconto universalmente noto.

E’ difficile la vita per Rick, figlio adottivo di Gendy, la lupa del Cerchio Magico, e per Due Zampe Cipolloni, acrobata in pensione, e per Dodò, la gatta regina dei cassonetti: inferiori per numero e mezzi, devono combattere contro l’esercito telematico di Sua Mollosa Porchezza. Ma il loro amore per gli animali, per i fiori, per la bellezza e la gentilezza, li renderanno più furbi e più forti dei loro avversari.

Le sorti dell’umanità sono nelle mani di Jacopo Gracchi, un vecchio corvo spelacchiato, e di Maurice de Saint-Maure, un piccolo gatto grasso: prima della mezzanotte del 31 dicembre i due animali devono sventare le perfide trame di Belzebù Malospirito e della sua crudele zia Tirannia Vampiria, che nella notte di fine anno, grazie a un incantesimo, hanno la possibilità di distruggere l’umanità esaudendo tutti i loro malefici desideri…

Per quelli un pò più grandi…

Sandra ha diciassette anni ed è in cerca di una libertà senza confini o regole; niente sembra poterla fermare, né le sgridate della madre né i consigli delle amiche, finché un giorno la ragazza va a sbattere contro un barbone, che con poche rabbiose parole la trasforma in un…cane! Ora che è divenuta una bastardina di nome Lady, scopre gioie e dolori della vita dei cani, non senza chiedersi che cosa significhi veramente essere ’umani’. Un romanzo sorprendente, provocatorio, anticonformista, imprevedibile ed ironico, che aiuta a capire meglio la rabbia, la ribellione e l’ansia di vita degli adolescenti.

Nella vita di Michael ci sono troppe novità, difficili da affrontare: un trasloco, la malattia della sorellina appena nata, e soprattutto la scoperta che nel cadente capanno in fondo al giardino vive uno strano uomo, vestito di nero, incapace di muoversi Chi è? Un vagabondo, un pazzo? Non è così, e presto Michael e la sua amica Mina scopriranno di avere di fronte una creatura prodigiosa, un po’ uomo, un po’ angelo, un po’ bestia

In un momento difficile della loro vita Emily e la sua mamma, ammalata di cancro, si inventano un ’gioco’: fotografare nella memoria albe e tramonti, cieli stellati o attraversati da nuvole. Una storia di sensibilità, emozioni e sentimenti.

Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all’omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l’hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l’amicizia dei suoi simili, ma anche l’impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni…

Una vecchia trapunta cela le pagine di un diario. Pagine che raccontano la storia di Mary, nipote di una strega. Quando la nonna viene condannata per stregoneria, Mary scappa per sfuggire allo stesso destino e si imbarca su una nave diretta in America, dove spera di trovare una nuova casa, un luogo dove poter essere una persona diversa. Presto cade vittima di superstizioni e sospetti che potrebbero farle subire lo stesso fato di sua nonna. Ma Mary è decisa a non farsi calpestare, torturare e uccidere per un crimine immaginario come la stregoneria.

Domani altri consigli…..

Incontrando Vanna De Angelis

Vanna De Angelis prima di cominciare ci tenevo a ringraziarla per essere nostra ospite. Proprio ora che sto preparando l’intervista ho il suo ultimo romanzo, gelosamente, accanto a me: La bambina del bosco degli elfi edito Piemme.

Una storia davvero emozionante, ricca di colpi di scena, di personaggi indimenticabili pur privi di nome, ricca di magia, di dolore, di crescita e ricerca.

Le va di raccontarci come e quando ha preso vita questa storia?Quando è sorta la consapevolezza di volerla raccontare con carta e inchiostro?

Le cose sono andate così. Da quando ho iniziato a scrivere, non mi è mai venuto in mente di scrivere una autobiografia e mai quindi di scrivere in prima persona. Ho iniziato subito con un romanzo storico e sono andata avanti così, tra romanzi storici, saggi storici e di nuovo romanzi storici o i miei tre fantasy per ragazzi. Arrivata alle soglie del mio diciannovesimo libro, il mio editore mi propone di scrivere una storia sui tempi attuali. Ci penso su e infine gli propongo la storia di un uomo di grande successo che va del tutto a picco…mi sembrava molto attuale, oggi tutti hanno paura di finire sul lastrico. E all’editore preciso che conosco molto bene questa vicenda perché questa è la storia di mio padre. Pensavo di scrivere la storia in terza persona, come i romanzi precedenti, come si dice: di fare il narratore esterno. L’editore mi propone invece di scriverla in prima persona come vista da me bambina. Beh, ci ho impiegato un po’ a accettare questa prospettiva. Ho dovuto lavorarci molto per pormi nel distacco di chi osserva… scrivere in prima persona? Non facile. Quanto a metterci il cuore questo non era un problema, in tutti i miei romanzi ho messo il cuore, se no come fa poi uno a leggerli se tu non ci sei dentro? Poco per volta è nato il romanzo, la bambina che vede la vicenda di quest’uomo terribile e straordinario mi ha, per così dire, travolta… ed è nata, come mi dicono tutti, una storia indimenticabile. Il mio diciannovesimo romanzo appunto.

Nel romanzo si percepisce il potere dell’immaginazione e dell’incanto, quanto queste sfumature vivono nel suo sguardo rivolto sul quotidiano?

Immaginazione e incanto. Se non mi accompagnassero ogni giorno mi sentirei con le spalle al muro. Con questo, che reputo un dono eccezionale, mi muovo nella ma quotidianità sfuggendo al grigiore dell’abitudine, al grigiore del tutto scontato, della noia se si ritengono le cose della giornata sempre uguali… eccetera. Non c’è come guardarsi intorno con curiosità, attenzione – aggiungiamo anche un po’ di sano humor – per vivere ogni giornata come una giornata assolutamente speciale. Un’avventura. Inoltre, come fare a fare il mio lavoro, e non parlo solo della scrittura, se non avessi ricevuto in regalo il dono dell’immaginazione e dell’incanto?

Come scrittrice lei è assolutamente versatile; in grado di spaziare, con eccellenza, dai romanzi e saggi storici alla narrativa fantasy, ma nella sua scrittura qual è il filo che accumuna tutto?

Il filo che accomuna ogni vicenda è il tema della diversità. È questo che mi interessa, questo che seguo. In ogni mia opera narro le vicende di un “diverso”, di qualcuno che lotta, patisce, infila errori e eroismi nel vivere un se stesso diverso dagli altri, un se stesso del tutto particolare e in contrasto con il contesto. Così i personaggi dei primi romanzi, ma anche le amazzoni, poi le donne accusate di stregoneria, e il medico che finisce per fare il gladiatore nell’epoca romana, e i protagonisti dei miei fantasy, fino a mio padre appunto, che in tempi che avevano un certa connotazione è andato proprio controcorrente… lui e i personaggi che lo circondano, un destino drammatico e con un gran colpo di scena finale.

Cosa rappresenta, per l’appunto, la scrittura per lei?

E’ l’isola del tesoro, dove il tesoro non sono ovviamente i soldi ma ben altro! La scrittura è un isola ricca di avventure, di emozioni, di pensieri e riflessioni, di domande, tante domande che sono molto più importanti delle risposte… rispondere è facile, il difficile è domandare e domandarsi, secondo me. È un’isola dove certe volte è difficile approdare, e quando ci arrivi nelle tua solitudine felice, entri in un mondo di eccezionale intensità.

E come scrittrice come si definisce?

Più che scrittrice mi definisco una accurata e tenace narratrice. C’è differenza. Secondo me gli scrittori sono Saul Bellow, Kipling, Tolstoi, Flaubert… insomma, una cosa è essere scrittori e rendere quello che si scrive denso di luce, una cosa è essere narratori e raccontare. Certe volte un narratore riesce a essere anche scrittore… penso che mi si accaduto con il mio ultimo romanzo, questo della bambina del bosco degli elfi. Lì dico cose che vanno oltre il narrare.

Se per un giorno potesse vivere una magia; avere la possibilità di diventare il personaggio di un libro e vivere la sua di avventura. Un libro scritto da qualcuno che non sia lei. Su quale personaggio ricadrebbe la sua scelta? E perché?

Sono incerta tra Alice (quella del paese delle meraviglie) o un personaggio maschile, uno diquegli eroi che combattono per un ideale di giustizia, che combattono per la libertà degli altri e propria, da Leonida in poi, insomma. Ce ne sono molti. Alice per passare di stupore in stupore nelle meraviglie dell’immaginazione. L’altro personaggio per vivere da un’avventura all’altra sostenuta da un robusto ideale. O anche essere un esploratore. Oppure Ulisse, perchè no?

Il Bosco degli elfi. Come potremmo spiegare questo luogo magico e reale ai nostri lettori?

È il luogo della fantasia e dell’immaginazione, è la porta per sfuggire alla banalità e allo sterile conformismo, è il luogo in cui attingere energie e coraggio necessari per lottare contro la banalità e il conformismo.

Emma, uan dei personaggi del del romanzo, insegna molto all’attento lettore, cosa ha lasciato nella mente e nel cuore della sua “creatrice”?

L’indimenticabile Emma di cui racconto è l’insegnante di pianoforte che non è creato io come autrice ma che fa parte della realtà della mia adolescenza. È una figura che al cuore e alla mente regala calore di affetto e di vicinanza, di passione per la musica e quindi per la vita, e poi coraggio e capacità di reggere i colpi dell’avversa fortuna, come si dice.

House of books è molto curioso. Possiamo chiederle se al momento sta lavorando al prossimo libro?

Sì, eccome! Come si fa a vivere senza scrivere? Si tratta di un romanzo ancora una volta di tempi contemporanei, molto coinvolgente e molto appassionante. Un romanzo sempre sulla diversità e su un tema scottante, molto dolore e molta avventura e molta vita. È una storia vera.

La bambina del bosco degli elfi di Vanna De Angelis

TRAMA, LA BAMBINA DEL BOSCO DEGLI ELFI.

La grande villa immersa nel parco smisurato. Il giardiniere sadico. I domestici spia. Le governanti che cercano di infilarsi nel letto del padrone di casa. Una madre di incredibile bellezza e freddezza. Un nonno in sedia a rotelle nella sua casa-castello traboccante di preziose porcellane. Una nonna salutista che tuffa i nipoti nei torrenti ghiacciati. Il coccodrillo che vive sotto il letto. Il fantasma – ma chi sarà mai veramente? – che abita in soffitta. Un muro invalicabile che divide il mondo degli adulti da quello dei bambini.

Gli occhi di una bambina ricostruiscono la vicenda della rovinosa caduta di una famiglia alto borghese, che racchiude – senza mai mescolarle – origini ebree e cristiane, tedesche, russe e italiane.

Su tutto, su tutti, l’enorme, ingombrante figura del padre. Uomo di smisurata cultura e dalla smisurata biblioteca. Uomo d’affari. Dirigente del CLN, la sua firma su storici documenti della resa nazista. Le sue fiabe. Le sue collere. Le sue amanti nessuna amata, a parte Gersemy, dalla parrucca di fili d’argento. La sua abilità di pianista. La sua predilezione per il primogenito che lo disprezza segretamente per averlo sorpreso mentre calava le mutande alla cuoca. Un figlio illegittimo che si sarebbe trasformato in statua d’angelo. I suoi deliqui. Le sue sbronze. Napoleone, suo dio e suo demone. Il suo coraggio.

La vendita di un prezioso pianoforte a coda dà il via alla discesa verso quello che ogni volta sarà ridefinito «il nero abisso».

Megamind, in libreria e al cinema

Poco prima dell’uscita del nuovo film di animazione della Dreamworks, Megamind, arrivano sugli scaffali delle librerie cinque novità editoriali per scoprire in anteprima la storia del più incredibile super cattivo al mondo: Megamind. Un concentrato di malignità che non ha rivali e che sarà in tutte le sale cinematografiche il 17 dicembre. Il suo peggior nemico, Metro Man, viene a mancare. Una vittoria che diventa pura disperazione per Megamind: come sopravvivere senza un avversario? Non resta che crearne uno, su misura.

Per vivere le avventure di Megamind, cinque volumi che faranno divertire non solo i più piccoli: dai formati più classici, come La storia e La storia con le immagini del film, a quelli più di intrattenimento, come Il libro con gli adesivi, Il libro puzzle e il Minilibro, c’è una versione per ciascun gusto.

Incontrando Mark Menozzi e il Re nero.

È nato nel 1974 in un piccolo paese tra Piemonte e Liguria, dove fa l’idraulico, tenendo nascosto il suo incredibile talento di narratore di storie. Ogni venerdì sera, da diciassette anni, un gruppo di amici si riunisce a casa sua, attratto dai suoi racconti, dagli intrecci e dalle epopee che immancabilmente scaturiscono dalla sua fantasia. È il creatore di Valdar, il continente in cui si svolge questo suo romanzo d’esordio, così come il gioco di ruolo che da esso ha tratto origine.Un mondo che, probabilmente, conosce più del mondo reale.

Mark Menozzi per quelli che ancora non ti conoscono come ti auto-presenti?

Mi presento come una persona normalissima, che lavora come tanti. Sono idraulico, e mi sono avvicinato alla scrittura con un certo “timore reverenziale”. Amo leggere molto, e il mio genere preferito è ovviamente il fantasy. Per il resto sono una persona semplice, e sinceramente anche piuttosto pigra.

E prendendo in prestito una citazione famosa?

Non può piovere per sempre.

Da poco è uscito in tutte le librerie per la casa editrice Fazi il tuo primo romanzo: THE KING. IL RE NERO. Inoltre i diritti del romanzo sono stati venduti in Germaia e Turchia, e opzionati in Spagna. Numerose le richieste per farne un gioco di ruolo internazionale.

Domanda a bruciapelo e forse un pò ovvia: come ti senti?

La verità? Sono un po’ frastornato, ma veramente felicissimo. Sarò banale, ma non mi aspettavo di poter scrivere un libro, e se ci sono riuscito devo ringraziare molte persone, ma più di ogni altro Pierdomenico Baccalario. Senza di lui non mi sarei mai imbarcato in questa impresa, e soprattutto avrei fallito.

Valdar, un mondo antico e popolato da popoli diversi. Come hai costruito questo mondo? Da quali desideri e suggestioni?

Da sempre sono un amante di mitologia e leggende antiche, e mio desiderio era costruire un qualcosa di unico e nuovo. Quando lessi il “Silmarillion” di Tolkien mi resi conto che era possibile creare un mondo nuovo, con miti, storie ed eroi frutto della mia fantasia. Fu così che iniziai a sviluppare Valdar, che poi ha continuato a progredire nel corso degli anni grazie al Gioco di Ruolo, mia grandissima passione.

In conclusione del romanzo ho trovato, e lo troveranno tutti i tuoi lettori, un glossario di Valdar. Quanto tempo hai impiegato per delineare ogni particolare?

Valdar è stato sviluppato nel corso di quasi venti anni. Tutto ciò che si vede nel Glossario fa parte di questo lungo lavoro.

Ti va di presentarci Manatasi?

Manatasi è un ragazzo che ha un grande Destino. Lui lo sente dentro di se, e per questo decide di partire per scoprire il Mondo, Valdar. E’ un principe, e un giorno erediterà il ruolo di Re della sua Tribù, ma questo non può bastare per Manatasi. Lui deve compiere grandi imprese, perché è nato per quello. In un certo senso lui è quello che ognuno di noi vorrebbe essere, perché non si ferma a quello che la vita dona, ma cerca di arrivare oltre.

Quali fra i personaggi che incalzano nella lettura, mai banali e descritti in maniera formidabile, ti sei maggiormente affezionato durante la stesura del romanzo. Escluso il protagonista. E perchè?

Maugis è il mio preferito. Lui è un Eroe, con la “e” maiuscola, simbolo e baluardo di valori come onore, amicizia, coraggio e fede, cose in cui io credo moltissimo.

Jagred e Sirasa sono poi due personaggi che mi divertivo molto a scrivere.

Che cosa rappresenta per te l’immaginazione?

L’immaginazione e ciò che da vita veramente ad una persona.

Come hai scoperto il potere magico della scrittura?

Come ho detto devo tutto a Pierdomenico. E’ lui che mi ha convinto a scrivere, perché conosceva Valdar e ci credeva. Inizialmente scrivere mi sembrava quasi irreale, ma poi ho scoperto che è la cosa più bella che ci sia.

Quali progetti stanno prendendo spazio nel prossimo futuro? Ti incontremo in giro per l’Italia per qualche presentazione?

A breve dovrei iniziare a girare per qualche presentazione, ma ad oggi non so ancora nulla di preciso.

Riguardo ai progetti futuri posso dire che sto lavorando ad un nuovo romanzo su Valdar, che proseguirà alcune cose lasciate aperte nel “Re Nero”.