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3 salici…per un’amicizia vera.

Mentre Polly, Ama e Jo tornavano a casa dopo essere andate a trovare gli alberi, nessuno sentì il bisogno di dirlo ma Ama lo sapeva. Avevano messo in discussione la loro amicizia. Erano andate per mari e monti alla ricerca di un segno. E per tutto il tempo gli alberi erano stati con loro. Non si potevano indossare. Non si poteva prestarli. Non erano un oggetto di moda. Però avevano radici. Vivevano.

In fondo alla Collina di Pony c’è un bosco. Nel bosco ci sono tre salici. Quando Polly, Ama e Jo li hanno piantati, tanti anni fa, erano alberi fragili, di cui si prendevano cura insieme. Ma ormai sono solo un ricordo, un po’ come la loro amicizia, forse. Ognuna ha altro per la testa: altri desideri, altri luoghi da esplorare, altre ambizioni. È finita la scuola, l’anno prossimo andranno alle superiori, e in quest’estate importante scopriranno se davvero il legame che le univa si è allentato per sempre o se qualcosa è rimasto, qualcosa che ha radici profonde come quelle di un albero e foglie e fiori sempre nuovi.

Radio Dynamo

Il progetto di Radio Dynamo (www.radiodynamo.it) nasce con l’obbiettivo di consolidare l’Outreach Program di Dynamo Camp; la creazione di una radio, diffusa attraverso il canale web, è dedicata ad un pubblico giovane con particolare attenzione ai bambini e ragazzi che hanno vissuto, vivono e vivranno la magia dell’esperienza offerta da Dynamo Camp.

Il progetto assume la qualifica di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, adottandone l’ acronimo ONLUS.

L’obiettivo di Radio Dynamo è quello di riuscire ad interagire, in modo culturalmente ed emotivamente stimolante, creando una comunicazione permanente tra i giovani e la famiglia Dynamo intesa come insieme di volontari, animatori e rappresentanti dell’associazione anche quando il Camp non è operativo.

Per costruire questo strumento di comunicazione, i bambini e ragazzi diventano protagonisti dei contenuti radiofonici e allo stesso tempo ascoltatori della stessa Radio che si trasforma così in una innovativa forma di intrattenimento e di terapia veicolata dal potere della parola e della musica.

La radio è quindi uno spazio dedicato ai giovani ascoltatori che possono sentirsi parte integrante di un progetto costruito per loro, questo grazie, sia alla tecnologia utilizzata durante le sessioni del Camp, sia grazie al progetto di Radio itinerante all’interno di Ospedali, Case Famiglia ma anche Eventi.

Per fare questo Radio Dynamo è sempre alla ricerca di partner che possano darle modo di crescere e di offrire nuovi contenuti per un servizio sempre più completo e coinvolgente. Lo scopo è quello di creare delle collaborazioni che siano forti e durature nel tempo, con l’ intento di sviluppare un vero e proprio “punto di riferimento” per il target specifico e per gli ospedali che intendono attuare un programma di terapia alternativo per i loro pazienti.

Il 16 Giugno 2010 nasce RADIO DYNAMO. LA RADIO CHE FA STARE BENE.

Radio Dynamo è una web radio che trasmette 24 ore su 24 musica e contenuti realizzati con bambini affetti da patologie gravi e croniche in ospedali e case famiglia, secondo il principio di Terapia Ricreativa su cui si fonda Dynamo Camp.

Al Blu Note, tempio milanese del jazz, è stato infatti presentato attraverso una conferenza stampa il progetto Radio Dynamo. I rappresentanti dei partners che hanno permesso lo sviluppo di tale progetto si sono incontrati per darne finalmente conoscenza al pubblico che stava aspettando da mesi. Qui a lato il comunicato stampa, la pagina pubblicitaria, le foto e il video del lancio radiofonico con la prima diretta del 17 Giugno andata in onda su www.radiodynamo.it.

Incontrando Elena P.Melodia

Elena P.Melodia è un’ autrice a cui siamo molto affezionati. Siamo lieti di averla con noi  in occasione dell’uscita del seguito di Buio, Ombra, edito Fazi.

Quante cose sono cambiate in un anno Elena? Notizia che rimbalza da un blog all’altro è che la saga di My Land verrà tramutata in un film. Ti va di parlarci di questo meraviglioso progetto?

In un anno sono cambiate moltissime cose sia a livello personale che lavorativo. Tra le numerose cose positive, ne è capitata una molto dolorosa: uno dei miei due cani, Muttley, se n’è andato, a soli tre anni. Gli rivolgo un pensiero, perché era un cane eccezionale.

Tornando invece a My Land, il progetto di un film in effetti c’è. Ma è ancora a una fase embrionale. I diritti della saga sono stati opzionati da Brando De Sica, con cui fin da subito abbiamo stabilito uno splendido rapporto di collaborazione. Insieme lavoriamo molto bene e speriamo che questo aiuti per la realizzazione del film che, come si sa, dipende da molte variabili. Ovviamente, vedere la mia storia raccontata per immagini, i miei personaggi, Alma, Morgan con un volto umano, sarebbe la realizzazione di un sogno.

Ho letto il romanzo in tre giorni. Scrittura incalzante, trama da pugno nello stomaco. Quanto tempo  hai impiegato per la stesura del secondo volume?

Per la scrittura vera e propria ho impiegato alcuni mesi. Ma quello che conta soprattutto è la preparazione alla scrittura, che mi richiede sempre un po’ di tempo. Leggo molto prima di iniziare un romanzo, mi documento. Credo che sia molto importante per creare, anche mentalmente, l’atmosfera giusta.

Alma è cambiata moltissimo, così come la sua vita. Senza rivelare oltre come possiamo spiegare questa sua mutazione?

Alma fa un percorso, come facciamo tutti noi nella vita reale, al di fuori di un romanzo. Spesso sono le situazioni difficili che ci mettono a confronto con coi stessi e ci fanno maturare. Anche per Alma è lo stesso. E di fronte alle avversità sono due le possibilità: crollare o andare avanti. Alma va avanti.

Ti va di fare una specie di gioco riferito a Ombra? Se dico Acqua cosa possiamo aggiungere?

Ciò da cui veniamo. Ciò di cui siamo fatti.

Se dico Agata?

A volte le apparenze ingannano.

Se dico Adam?

L’amore ha mille volti, ma un solo cuore.

Un aspetto molto suggestivo è quello fra anima e corpo, vita prima della vita. Come hai sviluppato questo aspetto?

L’anima è l’energia vitale che anima il corpo che la ospita. Ma solo dalla naturale armonia tra anima e corpo può nascere l’essere umano come noi lo intendiamo. Le altre sono creazione del Male, del Leviatano, pertanto fallaci, perché nulla e nessuno può eguagliare la perfezione della natura.

Il finale mi ha letteralmente spiazzato. Immagino che non potrai rivelare nulla su quello che accadrà nel terzo volume purtroppo. Per tanto ti chiediamo se hai già iniziato a scriverlo?

Non ho ancora iniziato a scriverlo, ma ho già steso la struttura, che è la parte fondamentale.

La trama e il finale erano già stati stabiliti fin dall’inizio o sono in continua evoluzione?

Io amo pensare le storie con un inizio e una fine. Poi, certo, mentre le scrivo tutto può accedere…

Grazie mille Elena.

L’ospedale delle bambole.

L ’Ospedale delle Bambole di Napoli, è un luogo particolarmente denso di memoria dove, dal 1800, esperti artigiani si prendono cura delle bambole “malate”.

L’Ospedale non ha l’aria della bottega antiquaria: è invece un coloratissimo negozio di giocattoli. Qui le bambole in plastica o gli orsacchiotti di pezza tornano a vivere. Molte aspettano il loro turno nell’atrio dell’ospedale. Oltrepassando il confine, nel retro del negozio, si arriva nella sala operatoria per bambole e orsacchiotti: una vecchia macchina per cucire e tutti i ferri del mestiere, forbici, uncini, aghi e spaghi vari.

Un vero e proprio angolo a sé nella caotica e sempre suggestiva via di S. Biagio dei Librai.

Qui sembra che il tempo, ma soprattutto il progresso tecnologico non abbia minimamente inalterato il lavoro che è rimasto fedele nello spirito e nella tecnica al modello arcaico conservando la tecnica ma soprattutto la passione che da sempre accompagna gli artigiani di questa famiglia che generazione dopo generazione si sono susseguiti.

L’anno 2000 vede l’inizio del progetto per la fondazione del Museo dell’Ospedale delle Bambole. Cento anni di attività testimoniati dalla presenza di centinaia di oggetti d’arte. L’obiettivo è di mettere a disposizione di tutti un patrimonio artistico di cui pochi sono tuttora a conoscenza. L’anno 2000 vede l’inizio del progetto per la fondazione del Museo dell’Ospedale delle Bambole. Cento anni di attività testimoniati dalla presenza di centinaia di oggetti d’arte. L’obiettivo è di mettere a disposizione di tutti un patrimonio artistico di cui pochi sono tuttora a conoscenza.

tratto da Wikineapolis.

Intervista con Alessandro Sponzilli. Il signore del sole nascente.

Alessandro Sponzilli per quelli che ancora non ti conoscono come ti autopresenti?

Mi chiamo Alessandro Sponzilli, sono un appassionato di Storia e di Filosofia Orientale. Vivo a Torino con una moglie e quattro figli, ( due gemelli) scrivo per passione da molto tempo. Tendenzialmente scrivo ciò che mi farebbe piacere leggere. Amo i classici dell’avventura da Salgari a Dumas, autori con cui sono cresciuto, ma non disdegno i più moderni da Cornwell( Bernard ovviamente) a Manfredi. Generalmente non leggo gialli o polizieschi, eccezion fatta per il grande Dean Koontz. I polizieschi me li guardo al cinema e in tv. Nel mio futuro vedo tanti da romanzi da scrivere e tante storie da raccontare.

Prendendo in prestito una citazione famosa?

“Ho il culto delle gioie semplici. Esse sono l’ultimo rifugio di uno spirito complesso” Oscar Wilde

E’ uscito per la Piemme il tuo nuovo romanzo IL SIGNORE DEL SOLE NASCENTE .

Da quali suggestioni, idee, influenze ha preso forma questo romanzo?

Il signore del Sole Nascente è nato in realtà ben tredici anni fa. Mia moglie stava avendo una gravidanza difficile dei nostri Lorenzo e Carlotta ed era ricoverata in ospedale per iperemesi. Solo in casa, dopo aver finito un romanzo medievale, lessi per caso una leggenda mesopotamica che raccontava di un certo Sargon divenuto re con le proprie forze, trovato da infante che galleggiava in un cesto di vimini sull’Eufrate e mi dissi…perché no? Sono sempre alla ricerca di storie mai raccontate e questa era una di quelle. Testimoniai la difficile situazione di mia moglie Serenella trasportando la sua sofferenza in una donna del mio libro, così esorcizzai il momentaccio e tutto andò per il meglio.

La trama è molto intringante e particolare. Qual è stato il momento preciso in cui ti sei detto ” questa storia devo assolutamente scriverla”?

Il momento in cui ho deciso di scrivere la trama del libro è quando ho capito che nessuno prima si era interessato o perlomeno aveva sentito l’impulso di scrivere un romanzo sui sumeri. Una civiltà così antica e misteriosa e comunque assai attuale. Ho scoperto, studiando, che i sumeri usavano un tipo di economia molto simile alla nostra e che la loro visone della vita era molto legata alla natura con cui avevano un rapporto straordinario. Se in altre civiltà antiche si denotava un certo disprezzo per la vita vegetale e animale, considerata un diritto divino, i sumeri invece si distinguevano amandola visceralmente.

Di Akki, il protagonista, cosa possiamo dire?

Akki è semplicemente fantastico. Una sera stavo pensando a quale carattere avrebbe dovuto avere e non mi riusciva di disegnarlo come avrei voluto veramente, quando mio figlio Alex, il maggiore che allora aveva dieci anni, venne da me con un fumetto Disney e mi disse. “ Ho appena finito il mio primo fumetto. Lo sai quale personaggio mi è piaciuto di più?”” Io risposi: “Paperino”, ovviamente. E allora capii che Akki doveva essere un Paperino scaraventato nel passato. Un po’ egoista, un po’ meschino, molto codardo ma in fondo buono e anche un eroe.

Precedentemente a questo romanzo hai pubblicato tre romanzi storici per la casa editrice Ananke. Che rapporto hai con il passato storico?

La Storia è un pretesto per scrivere romanzi d’avventura. Nella mia famiglia sono stato il primo a leggere così tanto, credo di averlo preso da mia nonna materna. Aveva la terza elementare ma leggeva i libri di Liala alla luce di una candela sotto i bombardamenti. Io sono cresciuto con I tre Moschettieri e il Conte di Montecristo. Che altro avrei potuto scrivere?

Hai riscontrato delle differenze o delle difficoltà nella stesura di questo romanzo rispetto agli altri?

Come ho detto Il Signore del Sole Nascente è nato molti anni fa e nel frattempo ho pubblicato altri romanzi. Sono tutti molto diversi fra loro per collocazione temporale ma simili in quanto generalmente i miei eroi sono molto uguali a noi , fragili e deboli anche se combattenti.

Che cosa rappresenta per te la scrittura?

La scrittura è un distanziamento dalla realtà in termini positivi, non una fuga dai problemi ma una gita fuori porta. Scrivere e creare storie è come avere la macchina sempre carica e pronta per fare un viaggio fuori città.

E la Fantasia?

La fantasia? Una trance medianica in cui materializziamo una visione immaginaria. E da qui si evince che, in fondo, ho sempre creduto che a me come scrittore manchi un venerdì

Grazie mille per la gentile disponibilità.

Incontrando i colori e l’arte di Serena Solange Carluccio

Serena e’ un piacere averti con noi.Partiamo da una domanda semplicissima; come ti auto presenti per quelli che ancora non ti conoscono?

Ciao mi chiamo Serena Solange e adoro tutto, ma proprio tutto quello che rappresenti l’arte in generale!

Mi piace tantissimo dipingere, cucire, costruire case per le bamlole, pitturare i muri, mobili e chi più ne ha più ne metta!!

Sono una ragazza pigra in realtà!….ho tante idee che affollano la mia mente e, il più delle volte mi saziano a tal punto da essere convinta di averle realizzate realmente, mi stanco mentalmente e quello che avrei potuto realizzare va in fumo!

Fortunatamente quel poco che realizzo mi riesce benino e piace a tanti. Sono convinta che potrei fare molto di più, anche mia madre me lo ripete sempre!

Anche io sono mamma di una bimba di 3 anni molto vivace che fortunatamente frequenta l’asilo dandomi modo di poter dedicare almeno metà della giornata esclusivamente alla pittura.

Dipingere per me non è più un hobby, nè tanto meno un lavoro, lo faccio principalmente perchè è la mia vita! Non riesco ad andare in vacanza senza portarmi dietro almeno un blocchetto e una matita…anche perchè avendo sempre tanti pensieri e sogni nella mia testolina, anche solo facendo una passeggiata mi carico di spunti ed idee per una mia prossima bambolina dipinta.

Ho sempre “creato” , è una passione che ho avuto fin da piccolissima. Mi divertivo a costruirmi i giochi da sola, dal confezionarmi da sola i vestitini per le mie barbie o dal crearmi le bamboline di carta e vari accessori, anche in 3D…pazza forse? no, solo una personcina che tutto quello che di bello vedeva in giro cercava di ricrearlo da sè!, si forse un pò matta lo sono, ma dicono che lo sono un pò tutti gli artisti!

Prendendo in prestito una citazione celebre?

“La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.” Leonardo Da Vinci

I tuoi disegni, pur non essendo accompagnati da vignette o parole, hanno voce. Raccontano di donne esotiche, fanciullesche. Cos’altro esprimono?

Dolcezza…grazia…sincerità.. quella che vedo ogni giorno nello sguardo di mia figlia! …mia grande musa ispiratrice!

Forse anche un ritorno alla prima età visto che la mia seconda ispirazione la trovo nei cartoni animati giapponesi, e i manga in particolare, che adoro!

Hai mai pensato di illustrare una favola o una storia?

Certo che si!

Sto appunto preparando una nuova linea di dipinti ispirata ad “Alice nel paese delle meraviglie”. Fantastica favola che piace a grandi e piccini, e che sta spopolando in questo periodo anche grazie al film che è uscito  al cinema.

I tuoi quadri sembrano uniti da un filo magico. Ci sveli almeno una delle tue magie?

ahahah…non si tratta di magie, sono abbastanza convinta che ogniuno di noi sia ricco di potenzialità, basta solo credere un pochino di più in noi stessi e nelle nostre capacità e di metterle in atto.Se si ha una passione non bisogna accantonarla perchè non si ha il tempo, ma svilupparla e migliorarla ogni giorno di più!

Io ancora ho molto da imparare, e migliorerò ogni giorno di più principalmente perchè lo desidero…non credo di essere nè magica nè tanto meno di avere un dono, semplicemente ho una grande passione per la pittura e la applico ogni giorno.

Che cosa rappresenta per te la Creazione?

Creare mi fa stare bene, ogni volta che porto a termine un mio lavoro mi sento super realizzata!! Non potrei proprio stare senza fare niente di creativo, mi sentirei vuota. Insomma fa parte di me, Serena= creare!! …ahahh…

Come e quando hai iniziato a dipingere?

Ho frequentato un istituto d’arte di moda e costume e tra le tante materie di disegno c’era anche “stampa stoffa”, una materia dove dipingere era molto importante, figurati che usavamo pennelli numero 00.Tra l’altro li uso tutt’ora, ma per me all’epoca era impensabile imparare ad usarli. In questa materia era molto importante la precisione per una buona riuscita del tessuto stampato.E’ stato proprio a scuola che ho imparato a dipingere, e devo ammettere che inizialmente non mi piaceva un gran chè! …strana la vita eh?!

Grazie mille Serena.

Alice nel paese delle meraviglie…e le sue suggestioni.

Da qualche anno colleziono edizioni di Alice nel paese delle meraviglie. Amo moltissimo questo libro e tutto ciò che rappresenta  e quel che deriva. La magia, la fantasia, il mondo mai del tutto solo sognato. La crescita e il coraggio.

Alice nel paese delle meraviglie ha creato un mondo al di fuori di se stessa. Un mondo che ci permette a nostra volta di conoscere un Coniglio Bianco, uno Stragatto, un Cappelaio Matto, un Brucaliffo e una spietata Regina di cuori…

Una cara amica del web mi ha inoltrato un sito, che se come me, siete appassionate del personaggio di Alice resterete a bocca aperta. Potrete trovare di tutto…

ALICE IN OXFORD

   

Carte da lettera, borse, edizioni rare, francobolli, deliziose tazzine per prendere il The, magneti, saliere, orologi, gioielli e molto, moltissimo, altro.

La magica storia di Alice nel paese delle meraviglie, ricordiamo scritta da Lewis Carroll  , è stata fonte di isperazione per molti artisti che hanno rivisitato la favola. Tramutandola in oggetti creativi

Daniela Pupa  Daniela Pupa

(quelle che vedete in alto sono le creazioni  di Daniela Pupa)

  

(quelle che vedete in alto sono le creazioni di Scarlet Blake)

in quadri…

(quadro di Serena Solange Carluccio)

 in un cartone animato firmato Disney…

in un fumetto…..fino al celebre film di Tim Burton…

Notizia dell’ultima ora è un musical ispirato alle avventure di Alice. Uno spettacolo che, assicura Ginepro, attore e regista,  ”sara’ teatrale ma con ritmi cinematografici, perche’ il pubblico al teatro va certamente affascinato con le macchine teatrali, ma con ritmi veloci e moderni. I tempi cambiano e i ritmi della vita di oggi sono molto cambiati. La sola cosa che non e’ cambiata -aggiunge- e’ la voglia dello spettatore di sedersi in una sala buia per farsi raccontare una storia’.Con “Alice nel Paese delle Meraviglie-Il musical”  favola nel suo aspetto più onirico e fiabesco: quello dell’immaginario dei bambini  si apre sabato 11 dicembre (ore 21) la stagione teatrale comunale 2010 / 2011 del Teatro dell’Unione a Roma.

Ci sono anche libri che danno un nuovo aspetto ad Alice nel paese delle meraviglie.

Alice nel mondo dei numeri

La storia è nata per presentare i numeri dallo 0 al 9 ai bambini in classe prima o per il ripasso in classe seconda, ma è una gradevolissima lettura anche per i più grandi.
Alice un giorno viene risucchiata, come per magia, da un vortice e si trova catapultata in un mondo fantastico, in cui regna sovrano il numero. Qui incontra le cifre sia del mondo reale sia di quello della fantasia, fino addirittura al mondo dei proverbi e dei modi di dire. Alice conosce persone reali e fantastiche, compie esperienze gradevoli e affronta ostacoli e difficoltà, che supera mettendo in gioco la sua tenacia, la sua astuzia e la sua abilità logica, uscendo da ogni avventura un po’ più forte, matura e responsabile.

Alice nel paese delle meraviglie

Il grande classico della letteratura per ragazzi di Lewis Carroll, interpretato da Erminia Dell’Oro. Nelle illustrazioni di Davide L. Marescotti ispirate al mondo del fumetto, un’innovativa Alice teenager, di colore e cosplayer.

Alice nel paese della vaporità

Ben è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama “Alice nel Paese della vaporità”. Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un’antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c’è mai stata. Alice viaggia nella Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni. Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui “giusto” e “sbagliato” sono soltanto parole, e in cui le parole stesse si trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c’è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.

Alice attraverso lo schermo. Da Poe a Carroll, viaggio nella letteratura fantasy nel cinema

Il cinema, sin dalle sue origini, ha sempre guardato alla letteratura per trarre ispirazione. Il genere fantasy e la fantascienza, in particolar modo, hanno attinto a piene mani da un certo tipo di racconti e di romanzi che durante oltre un secolo di storia cinematografica, sono stati interpretati e rivisitati secondo il preciso gusto di numerosi cineasti. Attraverso il confronto e l’analisi di testi celebri come “Alice nel paese delle meraviglie” e recenti bestseller come “Lovely bones” di Alice Sebold, questo agile volume compie un viaggio nel cinema fantastico mettendo in risalto, tra gli altri, i film che hanno segnato un’epoca (il mago di Oz, Matrix e il Signore degli anelli), piccole gemme (Donnie Darko e Sleepy Hollow) e gli ultimi capolavori di tre maestri della settima arte, che aprono una breccia nel cinema del futuro (Avatar, Amabili resti e Tim Burton’s Alice in Wonderland).

 

A noi non ci resta che continuare a sognare….