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L’incanto delle creazioni Altaluna

Ho conosciuto questa splendida ragazza nel suo Atelier, nel borgo meraviglioso di Pitigliano. Sono rimasta rapita dalle sue creazioni. Incantata totalmente e sono sicura che l’incanto, dopo questa intervista si diffonderà. Chi è altaluna?

Altaluna non sono io ma lo sono le mie creazioni, io sono semplicemente elena. le firmai la prima volta così perchè uno dei miei giochi preferiti era l’altalena, con l’altalena quando ti lanci forte ti sembra un pò di volare, e poi perchè la vita è un pò un altalena no? ti fa volare ma nn rischi di cadere andando troppo in alto come icaro. lui più che un sogantore era un ambizioso. e ovviamente la luna perchè ha ispirato tanti poeti, artisti, innamorati e anche scienziati. non solo, chissà perchè quando siamo bambini la guardiamo e iniziamo a farci tante domande e magari lei che è più vicina alle stelle sembra un pò che ci ascolti di più. questo è quello che pensavo io.

Da dove nascono i personaggi delle tue favolose creazioni?

I personaggi nascono da mille ispirazioni …da cose viste ai musei, dalle favole più conosciute, dai libri illustrati, da film come soprattutto quelli di chaplin e fellini per citarne i più popolari o altri come i cortometraggi di svankmajer.. magari da un bimbo o da una frase sentita di sfuggita.sono tante le ispirazioni , ma credo per lo più da un a scintilla che mi nasce dentro che è sempre la prima, creare ovvero dar vita a ciò che nn esiste ancora. sempre da piccolina nei miei giochi immaginavo che le cose, anche una schifezza fatta col pongo, potessero prender vita. è per questo che le cose che faccio piacciono, perchè hanno un animo. alcune dopo averle finite mi metto a guardarle per minuti perchè hanno qualcosa che nn so spiegarmi nemmeno io, contengono dei segreti e so che nn li sveleranno mai. è stato un sogno comune per molti di noi, una cosa che prende vita, no?

Che cosa rappresenta per te l’immaginazione?

Per quanto riguarda l’immaginazione, guarda ti cito un film che mi ha affascinato molto nell’infanzia ed è che se noi nn immaginiamo, se nn crediamo nella fantasia, tutto muore e vince il NIENTE, (fa tanta paura, il niente)perchè questo vuol dire anche sperare. l’immaginazione è pensare, è intelligenza, è curiosare oltre i limiti. usare la testa oltre quello che vediamo sempre, va oltre gli schemi e non ti omologa. il potere più grande è un pò lo stesso che sto dicendo. una persona depressa non sogna più, ecco il suo contrario. viviamo in un mondo malato grave ma se ci arrendessimo sarebbe peggio.

Quando eri piccola cosa sognavi di diventare di grande?

Io da grande vorrei fare questo, inventare e far sognare. da piccola invece volevo fare la veterinaria, ma era uno strano desiderio perchè per imparare a addomesticare gli animali ne ho decimati diversi, senza volere ovviamente…per fortuna la strada da biologa è andata malino così dopo i vent’anni ho cambiato vita e eccomi qui.

Quali tecniche usi per realizzare le tue favole oniriche?

Le tecniche son autodidattiche e quando mi chiedono di fare dei corsi mi viene un pò da ridere perchè non mi sento nei panni di insegnante. magari mi piacerebbe insegnare l’espressione e la maniera di tirar fuori il bello o il brutto di noi nella creazione, che mi sembra nn vada molto di moda nei corsi.

Come hai imparato?

Ho imparato osservando tantissimi quadri, tantissimi libri, studiando è vero un pò di tecniche su libri e chiedendo consigli. ma tutto in un gran pentolone di ingredienti misti. e poi ti svelerò che un bel salto di qualità l’ho fatto analizzando i mie sogni notturni.e forse è stata la cosa più difficile che mi ha fatto capire realmete che il nostro cervello è come l’universo, e nn si può capire tutto. credo sia giusto così. lasciare dei punti interrogativi che ci facciano sognare ancora. è un pò un campo minato l’inconscio, vbisogna saperci camminare e nopn essere troppo sprovveduti…ma qusta è un’altra storia e per ora l’ho riposta…

Ci salutiamo prendendo in prestito una tua citazione preferita?

Be…di citazioni ce ne son proprio tante che mi piacciono ma quella che forse uso di più è questa : per la limpidezza dei tuoi occhi più che per le tue parole.

Per scoprire il mondo Altaluna.

Blog e pagina Flicker

Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett

Mary Lennox ha dieci anni: è viziata, bruttina e dispotica. I genitori non si sono mai occupati di lei, così, dopo la loro morte e un’infanzia difficile trascorsa in India, Mary approda in Inghilterra per essere affidata alle cure dello zio Archibald, un vedovo scontroso che vive in un castello sperduto tra le campagne. Qui, in compagnia di Colin – il giovane e viziato cugino che si crede malato – e di Dicon – un ragazzo semplice e d’animo gentile capace di incantare gli animali con il suo piffero – inizia a ritrovare il piacere del gioco e dell’amicizia, e a riscoprire gli effetti benefici della natura… La casa dello zio Archibald è molto spaziosa, ma Mary ha il divieto di entrare in alcune stanze, e c’è anche un giardino proibito chiuso a chiave, quello della defunta moglie dello zio. L’affetto profondo per i suoi nuovi amici e la voglia di trasformare la realtà circostante insegneranno a Mary che i poteri magici sono alla portata di tutti e possono fare veri miracoli: basta imparare a riconoscerli.

La versione integrale nella nuova traduzione di Beatrice Masini.

Qui potrai leggere un estratto. Clicca sul Blu.

La versione integrale nella nuova traduzione di Beatrice Masini.

Da questo libro è stato fatto un film ( forse più di uno) e un cartone animato.

Frances Hodgson Burnett (1849-1924), commediografa e scrittrice inglese, è nota soprattutto per le sue storie per ragazzi, in particolare Il giardino segreto, La piccola principessa e Il piccolo Lord, adattati più volte per il cinema e la televisione. Trasferitasi negli Stati Uniti, iniziò a scrivere per aiutare la famiglia e vide la pubblicazione della sua prima opera, That Lass o’ Lowrie’s, nel 1877. I suoi racconti circolavano già regolarmente sulle pagine delle maggiori riviste dell’epoca, riscuotendo l’apprezzamento dei lettori soprattutto per la capacità di affiancare la vena romantica a un taglio realistico.

L’arca parte alle otto con Ulrich Hub

Tre pinguini sulla banchisa, amici da sempre. Uno di loro, il più piccolo, minaccia di schiacciare una farfalla, e ci si siede sopra, cattivo come un bambino, cattivo. Gli altri due insorgono: Dio ha detto “non uccidere”. Ma chi è Dio? Comincia qui una conversazione apparentemente surreale, in realtà molto precisa e lucida, su Dio e sul mondo, fatta di domande che tutti si pongono e risposte che molti si danno. Interrotta sul più bello dall’arrivo di una colomba che annuncia l’imminente Diluvio e invita i pinguini a salire sull’Arca, che partirà alle otto in punto. Ma i biglietti sono solo per due pinguini, e gli amici sono tre. Che fare? Semplice: il pinguino più piccolo sale sull’Arca come clandestino, pigiato in una valigia. E qui comincia l’avventura dei tre in balia delle onde nel ventre della nave, tra versi di animali, odori orribili, fame e sete, e le mille lamentele della colomba, sfinita dalle incombenze che le sono toccate. Finché l’Arca tocca terra, si torna all’asciutto: e sarà Noè in persona a spingere colomba e pinguini verso una nuova vita…

L’AUTORE

Ulrich Hub è nato nel 1963, lavora come attore, regista e autore. Scrive sceneggiature, opere teatrali e radiodrammi. Con ‘L’arca parte alle otto’ ha vinto il Premio di Letteratura per bambini nel 2008.

L’ILLUSTRATORE

Jörge Mühle è nato nel 1973 a Francoforte sul Meno, ha studiato presso la Scuola di Design di Offenbach e la École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi. E’ stato illustratore free-lance dal 2000, e ha tenuto una cattedra temporanea presso la Fachhochschule di Magonza dal 2005 al 2007.

Ritorna la ragazza dal mantello rosso, Cappucetto Rosso.

Amanda Seyfried è Cappuccetto Rosso! Entertainment Weekly pubblica le prime foto ufficiali del nuovo film della regista di Twilight Catherine Hardwicke. MTV ci mostra invece le prime immagini di Red Riding Hood, pellicola che rilegge in chiave dark la favola di Cappuccetto Rosso.

Il film è ambientato in un villaggio medievale. Red Riding Hood racconta la storia di un villaggio perseguitato da un licantropo e di una giovane ragazza (Amanda Seyfried) che si innamora di un taglialegna orfano (Shiloh Fernandez), contro il volere della sua famiglia.Sua sorella viene però uccisa da un licantropo nella foresta che circonda il paese e Valerie, questo il nome della protagonista, capisce in breve tempo di avere un legame speciale con la creatura misteriosa che terrorizza gli abitanti.

Il film, che verrà distribuito negli Stati Uniti nel 2011, si preannuncia già come uno dei titoli più attesi della prossima stagione grazie al traino del successo ai box office di Twilight, inizialmente concepito come un film indipendente a basso costo. La regista Catherine Hardwicke fin dal suo esordio alla regia nel 2003 con Thirteen ha infatti dimostrato di saper anticipare ed accontentare i gusti cinematografici delle nuove generazioni e in questo nuovo progetto è stata supportata nella creazione e realizzazione da un investimento economico sostanzioso, a cui ha partecipato anche Leonardo DiCaprio in veste di produttore.

Il primo trailer presenta già tutti gli elementi utili a conquistare l’attenzione del pubblico: un grande amore contrastato, creature misteriose ed atmosfere degne dei migliori thriller soprannaturali della nuova generazione cinematografica; bisogna solo aspettare il 2011 per capire se le promesse verranno mantenute e la scalata ai box office da parte di questa nuova tipologia di favola avrà un lieto fine.

Vi lascio al Trailer. E naturalmente voglio pensare che ne pensate.

Yiruma…la musica perfetta per scrivere.

Parliamo un pò di musica. La musica perfetta per scrivere la vostra storia ( mi raccomando se amate la scrittura e volete imparare il metodo giusto per scrivere non perdete i corsi di scrittura on line di moony witcher,le iscrizioni sono sempre aperte).

Vi parlo di un pianista, il suo nome è Yiruma nato il 15 febbraio 1978), sudcoreano, sposato con Miss Corea Son Hye-im.

Yiruma ha iniziato a studiare pianoforte all’età di 5 anni. Nel 1998 si è trasferito in Inghilterra, e nel dicembre 1996 ha partecipato all’album The Musicians of Purcell della Decca Records. Si è laureato alla Purcell of Specialist Music School a Londra nel luglio 1997, ed in seguito al Kings College nel giugno del 2000.

Un percorso di tutto rispetto. Che ne dite?

Yiruma è conosciuto in tutto il mondo ed i suoi album sono venduti in Asia, Europa e parte degli Stati Uniti. Alcuni dei suoi pezzi più famosi sono Kiss the rain, Maybe e River Flows in You del suo album First Love.

In molti forum e siti di fan, Kiss the rain e River flows in you venivano suggerite come musiche ideali per il film Twilight di Catherine Hardwicke, rispettivamente come la ninna nanna di Bella e la canzone preferita da Esme. In realtà, le due canzoni non compaiono nel film: infatti tutte le musiche sono state scritte dal compositore Carter Burwell, compresa quella suonata da Edward, Bella’s Lullaby.

Ascoltiamola insieme. Un brivido dopo l’altro.

Amore immortale di Cate Tiernan

Nastasya ha trascorso la sua lunga esistenza tenendo il collo accuratamente coperto. Certo qualcuno, negli ultimi quattro secoli, ha visto l’oscuro disegno impresso sulla sua pelle con un amuleto rovente. Nessuno, però, che sia ancoravivo. Quanto tempo misura la vita di un immortale? Guerre, carestie e pestilenzedurano il vapore di un respiro e il conto dei respiri si dimentica. Ma Nastasya non può dimenticare il massacro della sua famiglia. Carnefice d’Inverno lo chiamava la sua gente. Non era il protagonista di un’antica leggenda delle steppe, ma lo spietato predatore del Nord che, cinquecento anni prima, in uno sperduto villaggio di agricoltori, fece strage dei suoi genitori.

Uccise per impadronirsi del taraksin, l’amuleto dotato di un potere magico immenso, che ogni casato di immortali custodisce. Da allora, Nastasya teme la magia, portatrice di sventura. Solo a River’s Edge, una comunità di immortali dediti alla crescita interiore, imparerà a lasciare fluire il potere dentro di lei. Anche l’amore è potere? Forse ha il volto di Reyn, algido dio vichingo. E accende fantasie sopite, ma nel contempo risveglia visioni di un passato che non passa mai…

Dopo aver riscosso grande successo in tutto il mondo con la serie che ha per protagonista la giovane strega Morgan, Cate Tiernan ha dato vita al primo romanzo epic-fantasy di una trilogia. Questi i suoi titoli precedenti: Il libro delle Ombre, Il cacciatore di streghe, Il lato oscuro, Forza del male, Il richiamo del sangue, Oscure premonizioni, L’erede delle tenebre, Minaccia occulta, La rivelazione, Onda nera e Il segreto di Alisa…

Cate Tiernan, Amore immortale Mondadori 2010

Incontrando Giulia Blasi

Irene vive per leggere e sogna di leggere per vivere, Mira si sente una rockstar con e senza chitarra al collo e Davide è la stella della squadretta di calcio locale, ma trascorre i giorni nell’attesa di un provino da professionista. Vivono a Vallefiora, un borgo contadino ristrutturato da un pugno di intrepidi ecologisti, “il paradiso terrestre, o giù di lì”, dove in realtà c’è poco altro da fare se non inventarsi le giornate fra un centro ricreativo, un garage attrezzato a sala prove e la corriera che ogni giorno li porta a scuola. Ogni cosa per loro è routine, dagli orari ai divertimenti alle norme che regolano i rapporti sociali fra il gruppo dei calciatori, quello degli studenti delle superiori e i ragazzi delle medie. Finché un evento in apparenza insignificante mischia le carte, incrociando le vite di Irene, Mira, Davide e i loro amici, mentre la scuola finisce e l’estate è alle porte. Tutto comincia a cambiare, costringendo i tre ragazzi a rimettere in discussione idee, prospettive, aspirazioni e desideri

Giulia Blasi nata a Pordenone ma vive e lavora a Roma. Scrittrice…cosa possiamo aggiungere di te per farti conoscere meglio ai nostri lettori?

Qualunque cosa io dica potrà essere usata contro di me. Lasciamola così, via. Non c’è bisogno di dire troppo dell’autore perché uno si goda un libro (o lo scagli dall’altra parte della stanza, io su quello sono d’accordo con Dorothy Parker).

In tutte le librerie è possibile trovare, sfogliare, leggere “Il mondo prima che arrivassi tu” (mondadori).Ti va di parlarci di questo tuo nuovo romanzo?

Questa volta è più difficile delle altre volte, perché è un romanzo, e i romanzi a raccontarli perdono un po’ del loro sapore. È una storia di crescita, il racconto del momento inevitabile in quasi tutte le vite in cui l’equilibrio dei rapporti si spezza e si diventa adulti, guadagnandosi una fetta di indipendenza dai genitori e anche, a volte, dagli amici.

Leggendo il tuo blog ho trovato una notizia curiosa, faccio copia e incolla…

“…Non scrivevo un romanzo intero dal 2001. Non che non ci abbia provato, capiamoci: dal 2001 in qua ne avrò iniziati almeno quattro, forse sei, tutti rigorosamente abortiti, alcuni anche a svariate decine di pagine dall’inizio…Questo qui l’ho scritto in tre mesi, neanche il tempo di prendere fiato e pensarci. In realtà era lì da un paio d’anni, in attesa…”

Questa storia che ha riposato a lungo dentro di te, come è nata? Da quali idee, suggestioni, ricordi, incontri?

Ero sul tapis roulant, sudata come un camallo, e ascoltavo Save a Prayer dei Duran Duran. Non so da dove – forse dal delirio agonistico – è scaturita l’immagine di due ragazzini che si parlavano fra i mulini a vento. Il mio metodo, in questi casi, è lasciare che l’idea scorra via: se torna, era buona (o comunque mi tocca scriverla per liberarmene), se sparisce vuol dire che non mi apparteneva. E invece niente, questi erano sempre lì, giorno dopo giorno e chilometro dopo chilometro. Probabilmente i Duran Duran hanno influito, essendo la musica della mia adolescenza.

I personaggi sono vivi, mentre leggi il romanzo sembra di vederli, scorgerli e persino conoscerli. Su questo punto ti faccio due domande, la prima è come crei i tuoi personaggi, e la seconda che rapporti instauri con loro?

Non sono diversa dagli altri scrittori, nel senso che per me come per molti altri la scrittura è una forma di psicosi, in cui i personaggi diventano per te persone vere, le puoi annusare, toccare, le conosci perfettamente, hanno un volto, una voce, una forma di presenza fisica che percepisci solo tu. Anche ad anni di distanza sai che cosa fanno e dove vivono, e raramente li perdi di vista.

Irene e Davide sono i primi nati, ho solo dovuto cercare per loro dei nomi che fossero adatti, e credo che questi siano perfetti. Mira invece è nata dal suo nome, al contrario, come anche Pier (che però è nato dal suo soprannome). Poi li ho lasciati andare, il resto l’hanno fatto loro quasi spontaneamente.

Giulia adolescente ; cosa sognava, come trascorreva le sue giornate, cosa amava?

Giulia adolescente ha avuto un’adolescenza notevolmente brutta, solitaria e senza amici. Però vivevo in un paese piccolo che rispondeva a norme sociali molto stringenti, esattamente come Vallefiora.

Di Vallefiora cosa possiamo accennare?

Che è un microcosmo, e come tutti i microcosmi ha le sue regole. La regola fondante di Vallefiora è “Non inquinare”, e da questo scaturiscono parecchi snodi della trama.

Parliamo di Scrittura. Quando e come hai inziato a scrivere?

Se contiamo gli esperimenti giovanili, avevo circa quattordici anni. La prima volta che ho provato a pubblicare qualcosa avevo ventinove anni, e ci sono riuscita subito. Anche perché ho scelto un editore piccolo che ci ha creduto, e un direttore editoriale, Valerio Fiandra, che tuttora ci crede anche se non abbiamo più fatto niente insieme. Quando entro in crisi e mi blocco, spesso faccio ricorso a lui, che ha un rapporto con la narrativa viscerale quanto me.

Negli anni , che rapporto hai instaurato, nel quotidiano con la scrittura?

Scrivo tutti i giorni, principalmente perché di scrittura vivo ma anche perché è il mio mezzo espressivo preferenziale. Scrivere obbliga a organizzare i pensieri, il che è un esercizio utile.

A conclusione del romanzo si trova una Playlist. Ascolti musica mentre scrivi?

Sempre. Ho un mix di canzoni che uso a ripetizione, tirando scemo il mio fidanzato, che vive con me e ogni tanto mi infila delle canzoni nuove nella playlist.

Come vivi e gestisci il rapporto con i lettori. E con le critiche?

Sono due cose diverse. Quando metti fuori un libro sei molto vulnerabile, specialmente con i romanzi, che volenti o nolenti rappresentano una parte intima di te che scegli di raccontare, anche quando non parlano direttamente di cose tue. Io non faccio autobiografia, per cui a finire sulla pubblica piazza è la mia immaginazione, che volendo è ancora più intima della vita vera. L’immaginazione non ha altri testimoni che l’immaginante, e finché rimane tale è protetta e segreta. Quando scegli di farne storia, lì ti esponi moltissimo.

Con i lettori ho un rapporto direttissimo, nel senso che capita che le persone che leggono le mie cose (come del resto capita a tutti) mi dicano che si sono affezionate a un personaggio o l’altro, o che siano state commosse, toccate o irritate da qualcosa che ho scritto. Rispondo sempre a tutti. Sono convinta che sia importante lasciar andare un libro, dopo la pubblicazione: quando esce, non ti appartiene più, è di chi lo legge.

Con le critiche ho un rapporto spero equilibrato: quando sono motivate le accolgo volentieri, sono un mezzo di crescita. Quando non sono motivate magari mi feriscono perché sono sensibile, ma non ne tengo conto. In ogni caso, non rispondo mai in pubblico.

Se dico , citando il titolo di uno dei capitoli; sei un’assassina, e io complice della tua follia.

Mi tocca risponderti che bisogna arrivarci. Comunque è un verso dei Carpacho!, per l’interpretazione letterale bisogna chiedere a loro. A me serviva per raccontare un momento preciso della trama che non posso riportare qui.

Concludiamo con tre domande “leggere”:

Cosa mangerai sta sera per cena? Quale libro prossimamente hai intenzione di leggere? Credi nell’oroscopo…

Non lo so, spero qualcosa di buono visto che sono fuori casa per la BlogFest di Riva del Garda; “Devozione” di Antonella Lattanzi (consigliatissimo); no, ma mi fa molto ridere leggerlo, e ancora più ridere la gente che ci crede. Mi pregio di essere esente da scaramanzia, e infatti sono fortunatissima.

Grazie Giulia. Buona fortuna.