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Incontrando Cecilia Randall

Ciao Cecilia. E’ davvero un piacere poterti incontrare.

In tutte le librerie è possibile trovare il tuo ultimo lavoro: Gens Arcana. Ti va di raccontarlo, senza spoiler, ai nostri amici lettori?

Dalla notte dei tempi nel mondo esiste la progenies aetheris, una stirpe che si tramanda col sangue il potere di evocare la quinta essentia, il quinto elemento della natura capace di combinarsi con gli altri quattro (aria, acqua, fuoco e terra) e di sfruttarne o contrastarne la forza. Gli uomini e le donne di questa stirpe che si sono addestrati a padroneggiare il loro potere vengono chiamati Arcani, ma in pochissimi conoscono la loro esistenza. La Chiesa e i governi secolari la tengono nascosta con i mezzi più spietati, si servono degli Arcani e li sorvegliano, in cambio li ripagano con onori, ricchezze e protezione.

Valiano de’ Nieri ha vent’anni e vive nella Firenze rinascimentale del 1478. Anche lui fa parte della progenies aetheris e sarebbe anzi destinato a diventare un capo tra gli Arcani, invece non vuole né il potere né il posto di capofamiglia che gli spetterebbe di diritto. Sogna una vita pacifica e semplice, per questo rinuncia alla primogenitura, rifiuta l’addestramento ad Arcano e abbandona la famiglia per vivere con le sue sole forze, da modesto artigiano.

Il suo sogno di libertà, però, dura poco: suo padre Bonconte muore misteriosamente e Angelo, l’adorato fratello, viene preso in ostaggio subito dopo. Valiano stesso diventa bersaglio di una caccia spietata, da parte di nemici umani e sovrumani, e capisce che se vuole sopravvivere e salvare Angelo deve riscoprire proprio quel potere che ha rifiutato per anni.

Quando e come hai deciso di raccontare questa storia su carta. Da quali suggestioni e idee ha preso vita?

La storia di Gens Arcana ha origini molto lontane. L’ho inventata più di dieci anni fa, prima di Hyperversum, e doveva diventare un fumetto, ma poi mi sono resa conto di non avere l’esperienza necessaria per darle col disegno la forma e la profondità che volevo. Così, dopo averne disegnato lo storyboard completo (più di duecento pagine!), l’ho messa nel cassetto aspettando di sentirmi pronta a riprenderla in mano. Ho impiegato tre romanzi e alcuni racconti, ma alla fine eccola qua. Adesso ne sono finalmente soddisfatta.

L’idea iniziale è venuta dalla filosofia classica, dalle teorie sugli elementi incontrate tante volte durante gli studi, le stesse che ho citato poi in parte anche nel romanzo. Ho cominciato a chiedermi cosa succederebbe se alcuni uomini avessero il potere innato di sfruttare le energie elementali: un potere che non è magico né divino né diabolico, ma è trasversale alle culture e alle religioni e ha ispirato miti, leggende e superstizioni in tutto il mondo e in tutte le civiltà. Un potere “neutro” come la forza stessa della natura che di per sé non è né buona né maligna, ma può generare la vita quanto distruggerla. I possessori di un tale potere potrebbero quindi essere allo stesso tempo una difesa e una minaccia, sempre in bilico su una scelta pericolosa: usare la propria forza per aiutare gli altri uomini o per dominarli. A furia di ricamare su queste idee, sono nati gli Arcani.

Secondo  te come si spiega il fascino che la storia possiede? In modo particolare la Firenze del 1478?

La Storia ci racconta le nostre origini e ci spiega le basi della nostra cultura. Quando va al di là della cronologia pura e semplice, ci svela vite affascinanti, imprese eroiche, vicende efferate, meraviglie dell’ingegno e dell’arte, abitudini riti e superstizioni spariti col tempo oppure sopravvissuti fino a noi e nascosti magari sotto i gesti più comuni del nostro vivere quotidiano… e potrei andare avanti all’infinito con gli esempi. La Storia è un enorme libro fatto di pagine luminose e buie in cui è semplicemente impossibile non trovare qualcosa di interessante da leggere.

La Firenze del 1478 ha visto insieme alcuni dei più grandi nomi dell’arte e della storia italiana (due tra gli altri: Leonardo da Vinci e Lorenzo de’ Medici) ed è stata teatro di spargimenti di sangue incredibilmente feroci. Ma credo che basti anche solo la parola “Rinascimento” a renderla irresistibile.

Molti dei nostri lettori sognano di diventare scrittori, sono sicura che saranno curiosi di conoscere la tua storia come scrittrice; quando hai iniziato a scrivere il tuo primo romanzo?

Ho iniziato a mettere su carta le mie storie, scritte o disegnate, da piccolissima: i primi racconti risalgono alle elementari, il primo fumetto completo alle medie, il primo romanzo vero e proprio all’inizio dell’università. Sono tutte storie adatte all’età che avevo allora e molte di queste fanno sorridere adesso per la loro ingenuità. Le tengo archiviate su uno scaffale apposito della mia libreria insieme alle decine di altre storie rimaste incompiute negli anni. Ne ho sperimentate tante, di molti generi diversi, prima di sentirmi pronta a sottoporne una, Hyperversum, al giudizio degli editori.

Che rapporto hai quotidianamente con la scrittura? E con la lettura?

Quando sto lavorando a un libro, scrivo tutti i giorni senza deroghe, anche quando torno a casa tardi dal lavoro, anche se quel giorno mi rimane tempo solo a notte fonda, anche durante il fine settimana. Tra un libro e l’altro cerco comunque di scrivere spesso. La scrittura è passione e allenamento, quindi la mano va tenuta allenata il più possibile. La rilettura e le correzioni sono altrettanto importanti in questo processo.

Leggo tutti i giorni. Non solo romanzi, ma saggi, racconti, fumetti, giornali. Leggo di tutto, leggo con piacere. Non si può scrivere se non si legge. A trecentosessanta gradi.

Un consiglio per chi vorrebbe intraprendere la tua stessa strada?

Innanzitutto, come dicevo, leggere tanto e di tutto e insieme “nutrirsi” di storie sotto ogni forma: cinema, teatro, fumetto, cartoni animati, telefilm… cercare di capirne i meccanismi narrativi, studiarne i colpi di scena, i dialoghi, persino i fondali. Poi fare tanto allenamento: scrivere, rileggere e correggere, rileggere e correggere, rileggere e correggere… Non bisogna mai dare meno del proprio massimo.

Se per un giorno potessi vivere un’avventura, raccontata nei libri ma scritta da un altro scrittore, su quale libro ricadrebbe la tua scelta. E perché?

Vorrei imbarcarmi sulla Folgore e solcare il Mar dei Caraibi accanto al tenebroso Emilio di Roccabruna, alias il Corsaro Nero! Il motivo è puramente affettivo: lui è uno degli eroi che ho più amato da bambina. Mi ha fatto sognare per anni, sarebbe un’emozione enorme incontrarlo.

Incontrando Barbara Baraldi e Scarlett

Barbara Baraldi scrittrice affermata, debutta con il primo romanzo per ragazzi, Scarlett.

Ti va di raccontare ai nostri amici lettori chi sono i protagonisti di questa affascinante storia?

La protagonista principale è Scarlett, una ragazza di sedici anni che da poco si è trasferita in una nuova città. È la sua voce a condurci lungo le spirali della narrazione. Tra i problemi di inserimento nella nuova scuola e le incomprensioni con i genitori, si trova costretta a ricominciare tutto daccapo. A Cremona ha lasciato il suo migliore amico, che forse stava diventando qualcosa di più. Durante il tradizionale concerto di inizio anno Scarlett incontra Mikael, il bassista dei popolari Dead Stones. La sua bellezza la turba e i suoi occhi di ghiaccio sembrano celare una malinconia infinita. Poi ci sono Vincent e Ofelia, Caterina e Genziana, la perfida Lavinia, Umberto che si innamora di Scarlett ed Edoardo il bibliotecario, intelligente e sensibile, che le insegna ad ascoltare la voce dei libri. Poi un omicidio e il soprannaturale che entra prepotente nella sua vita.

Quando e come hai creato il personaggio di Scarlett?

Penso che Scarlett vivesse già in un angolo della mia mente. Era tanto tempo che desideravo raccontare la storia di un amore impossibile. Tante volte ho visitato la tomba di Giulietta a Verona, permeata della presenza del suo Romeo. E cosa c’è di più impossibile che il sentimento tra una fanciulla e una creatura soprannaturale? Scarlett, timida e coraggiosa, istintiva e a volte incapace di esprimere le emozioni, mi parlava con la sua piccola voce. Ho dovuto solo seguirla. Quando ho cominciato a scrivere, le sue caratteristiche hanno prepotentemente preso forma. È stato emozionante ricevere mail dei lettori in cui mi dicevano: Scarlett sono proprio io! Forse proprio in questo risiede la sua magia, Scarlett è una straordinaria ragazza della porta accanto.

Che legame ti lega con i personaggi a cui dai vita?

Un legame profondo e viscerale. Li sento vivere e respirare. Mentre scrivo mi emoziono con loro. All’inizio mi sentivo stupida ad ammetterlo, ma mi è capitato a volte di commuovermi o di dovermi fermare durante la scrittura perché ero troppo spaventata.

Da che parte si inizia quando si decide di scrivere un romanzo?

Penso che sia diverso per ogni scrittore, così come per ogni storia che si vuole raccontare. Le possibilità sono infinite! A volte comincio da una scena, un’immagine che prende forma come il fotogramma di un film. Mi è capitato nel caso di Lullaby – La ninna nanna della morte. Due ragazze, molto diverse tra loro, ballano un tango di nostalgia nella penombra di una sala, al ritmo di Lullaby dei Cure. A volte parto da un personaggio o dal desiderio di raccontare un’idea. Scarlett è nato dalla necessità di raccontare una storia sull’amore e i suoi demoni.

Cosa spinge secondo te, nell’animo umano, a dedicarsi alla scrittura?

Penso sia soggettivo. Per me è un bisogno, qualcosa che coltivo sin da bambina. Scrivere mi faceva stare bene. Ho un vero e proprio feticismo per la parola. Nella mia stanza di ragazzina sono ancora visibili le scritte sulle pareti, fatte con lo smalto nero per unghie. Frasi che per me avevano un significato importante e volevo leggere ogni sera prima di andare a letto e a ogni risveglio.

Amore e demoni. Spieghiamo questo connubio?

Per risponderti vorrei riportare la citazione da un libro che ho letto e riletto, quando ero ragazzina: Quando l’amore vi fa cenno, seguitelo, benché le sue vie siano difficili e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui, benché la sua lama, nascosta tra le piume, può ferirvi. L’amore è un demone. E io scelto di renderlo non solo in senso figurato.

Molti dei nostri amici lettori coltivano il sogno di diventare scrittori, quali consigli ti senti di dare?

Leggete tanto. Un bravo scrittore è, prima di tutto, un lettore appassionato. I libri insegnano e alimentano la voglia di scrivere. Poi, esercitarsi molto: la scrittura ha bisogno di tempo, cure e attenzioni. Rileggersi spesso. Non aver paura di riscrivere pagine intere. Come si dice? La pratica porta alla perfezione.

ALYSON NOEL e la serie degli Immortali

Oggi vorrei parlarvi di una scrittrice young adult che mi piace moltissimo.

Il suo nome è ALYSON NOEL. Nata e cresciuta in California, dopo il liceo ha vissuto per diversi anni a Mykonos, prima di trasferirsi a Manhattan, dove ha lavorato come hostess. Ha vinto i premi National Reader’s Choice Award, NYLA Book of Winter Award, NYPL Books for the Teen Age, TeensReadToo, 5 Star Gold Award, TeenReads, Best Books of 2007, Reviewer’s Choice 2007 Top Ten. Per Fanucci Editore ha pubblicato i primi tre volumi della serie Gli Immortali, Evermore, Blue Moon e Shadowland, mentre per Leggereditore è uscito, nel 2010, Lasciami volare.

I suoi romanzi sono pubblicati in: Croazia, Russia, Polonia, Taiwan, Germania, Brasile, Ungheria, Francia, Corea, Regno Unito, Grecia, Spagna e Bulgaria.

Da quando tutta la sua famiglia è stata spazzata via da un terribile incidente, Ever riesce a vedere l’aura delle persone, ma anche a sentirne i pensieri, e conoscere la storia della vita di chi sfiora. Il peso di questo dono è tale che decide di evitare per sempre qualsiasi contatto con gli altri esseri umani, ma il suo strano e inspiegabile comportamento fa sì che nella sua nuova scuola tutti la indichino come una specie di mostro; ma tutto cambia di colpo il giorno in cui conosce Damen Auguste, un ragazzo bellissimo, dal fascino esotico e ricco. Ma, soprattutto, è l’unica persona in grado di ridurre al silenzio le voci e l’energia che vorticano nella mente di Ever, con un tocco magico talmente intenso da sembrare in grado di arrivare direttamente alla sua anima. E mentre Ever si immerge sempre più in questo seducente mondo fatto di magia e misteri, nuove domande la assillano: chi è, o cosa è veramente Damen? L’unica certezza è che si sta perdutamente innamorando di lui…

Da quando Ever scopre di avere delle nuove capacità straordinarie, il suo obiettivo fondamentale diventa quello di imparare a conoscerle e gestirle. Intenzionata a mettercela tutta, intraprende il viaggio nel regno tenebroso e seducente degli Immortali guidata dal fidanzato Damen, che la introduce all’esplorazione dell’ignoto. Ma mentre i poteri della ragazza si accrescono eccezionalmente, al giovane sta capitando qualcosa di oscuro che si manifesta
sotto forma di una misteriosa malattia, in seguito alla quale i suoi poteri cominciano piano piano a scomparire. L’ignota minaccia incombe su Damen sempre più malignamente mettendo a repentaglio la sua memoria, la sua identità e addirittura la sua stessa vita. Decisa a salvarlo a ogni costo, Ever si addentra nella mistica dimensione di Summerland, dove tra inaspettate rivelazioni e terrificanti ombre che si annidano nel passato di Damen, scopre un antichissimo testo in cui vengono rivelate le formule del funzionamento del tempo. Il conto alla rovescia inizia con l’avvicinamento della luna blu: è giunto per Ever il momento di scegliere tra la possibilità di riportare indietro l’orologio e sottrarre all’incidente mortale la sua famiglia, oppure restare nel presente e mettere in salvo Damen, che ogni giorno diventa sempre più debole…

Ever e Damen hanno viaggiato attraverso innumerevoli vite passate, combattendo contro un mondo popolato dai più oscuri nemici, per poter stare insieme per sempre. Ma proprio quando il loro destino a lungo atteso è finalmente a portata di mano, una potente maledizione cade su Damen… Ora, un solo tocco delle loro mani o un delicato sfiorarsi delle loro labbra potrebbe significare la morte improvvisa di Damen. Così i due sono costretti a immergersi nel regno ultraterreno delle ombre, un abisso eterno per le anime perdute. Nel disperato tentativo di spezzare la maledizione e salvare Damen, Ever trova una fonte inaspettata di aiuto, Jude Knight. Anche se lei e Jude si sono appena incontrati, Ever sente che tra loro c’è qualcosa di incredibilmente familiare. Nonostante la sua lealtà verso Damen, Ever è attratta
da quel ragazzo con talenti magici e un passato misterioso. Ha sempre creduto che Damen fosse la sua anima gemella, e crede ancora che lo sia, ma mentre Damen tenta di allontanare le tenebre che attanagliano la sua anima, il suo rapporto con Jude diventa più forte, e le prove
che Ever dovrà affrontare per dimostrare il suo amore per Damen saranno sempre più impegnative…

 

Buona lettura amici lettori.

Andiamo al cinema?Il regno di ga’ hoole – la leggenda dei guardiani.

Il film racconta le vicende di Soren, un giovane gufo che rimane ammaliato dalle storie fantastiche di suo padre sui Guardiani di Ga’ Hoole, una mitica banda di guerrieri alati che ha combattuto una dura battaglia per salvare tutti i gufi dai malvagi Puri. Mentre Soren sogna di unirsi un giorno ai suoi eroi, il fratello maggiore Kludd, si fa beffe dell’idea, e desidera cacciare, volare e conquistarsi i favori di suo padre togliendoli a suo fratello minore. Ma la gelosia di Kludd ha terribili conseguenze che provocano la caduta di entrambi dalla loro casa sopra gli alberi e facendoli finire direttamente tra gli artigli dei Puri. Ora spetta a Soren riuscire a realizzare una fuga rocambolesca con l’aiuto di altri coraggiosi giovani gufi. Insieme volano attraverso i mari e attraverso le nebbie per trovare il Grande Albero, la casa dei leggendari Guardiani Ga’Hoole, l’unica speranza di Soren di sconfiggere i Puri e salvare il regno dei gufi.

Chi di voi lo ha visto?

Lo sapevate, certamente si visto che siete preparatissimi, che questo Cartoon è stato tratto da un libro?

   

 

Incontrando Manuela Salvi. E’ sarà bello morire insieme

Grazie Manuela per essere qui con noi. In tutte le librerie, da poco più di un mese, troviamo il tuo ultimo romanzo “E sarà bello morire insieme”.  Ti va di presentarlo a tutti i nostri giovani lettori?

Ciao a tutti! Sì, in libreria c’è il mio diciassettesimo libro, il primo che parla ai ragazzi più grandi, e racconta la storia di Bianca, figlia di un giudice antimafia, e di Manuel, il favorito di un boss di camorra. Per stare insieme dovranno combattere molti ostacoli e soprattutto prendere decisioni difficili tipo: è meglio schierarsi dalla parte del bene o del male?

Quale messaggio vorresti che venisse colto dai lettori?

Che la libertà è il bene più prezioso che abbiamo ed è l’unico che non si può comprare! Anche l’amore, senza libertà, diventa impossibile.

Come si spiega la mafia e l’amore ai ragazzi?

Più che spiegarla, ho voluto mostrare o almeno dare l’idea di quali siano i limiti di chi vive all’interno di un clan. Quando andavo al liceo, nel millennio scorso, nella classe parallela alla mia c’era il nipote di un famosissimo boss: tutti lo evitavano spaventati oppure cercavano di essergli amici solo per ottenere favori. Era triste, era come se la sua vita fosse già stata decisa e lui avesse un marchio sulla fronte.

Perché dunque mafia e amore? Perché chi fa parte della camorra in pratica non può nemmeno scegliersi la persona da amare, le unioni sono frutto di intese tra famiglie. Credo che per un ragazzo o per una ragazza sia una cosa orribile.

Molti dei nostri lettori sono aspiranti scrittori. Sono sicura che saranno curiosi di conoscere la tua personale storia di Scrittrice.

Quando e come hai iniziato a scrivere?

Ho iniziato in prima elementare, come tutti! Solo che invece di mettermi sui pensierini, mi facevo dei libretti da sola, scritti e illustrati da me. Ho sempre saputo che avrei lavorato nell’editoria per ragazzi, in un modo o nell’altro. Agli aspiranti scrittori dico: bisogna avere umiltà e costanza e taaaanta pazienza. Io ho spedito il mio primo manoscritto a un editore quando avevo 12 anni, ma ho pubblicato il primo libro che ne avevo 30!

Cosa rappresenta e cosa rappresentava per te la scrittura?

La possibilità di vivere le vite degli altri, attraverso i miei personaggi. E di creare mondi in cui le cose vadano per il verso giusto… cioè quello che decido io!

La scrittura è un modo per non perdersi, per scaricare le ansie, per superare le paure e anche per vivere belle avventure senza essere disturbati da nessuno. È sempre stato così, per me.

Ti ricordi ancora il giorno in cui è arrivata la telefonata dall’editore, che ti comunicava che avrebbe pubblicato il tuo primo libro? Di cosa si trattava?

Me lo ricordo benissimo! Era l’autunno del 2003 e mi trovavo a insegnare a un corso di informatica. Mi squillò il telefonino ed era Nicoletta Codignola della casa editrice Fatatrac: le avevo mandato la bozza di libro illustrato solo una settimana prima e avevano già deciso di pubblicarlo! Si trattava di “Nei panni di Zaff”, la storia di un bimbo che vuole fare la principessa ma tutti gli dicono che non può perché ha il pisello e le principesse il pisello non ce l’hanno… Uscì nel 2005, dovetti aspettare un anno e mezzo per vederlo stampato.

E quando lo hai visto in libreria?

È stata un’emozione spaventosa, perché invece di essere al settimo cielo ho pensato: mioddio, questo è solo il primo gradino, non è un punto di arrivo ma di partenza! Aiuto!

Come l’esame di maturità, che quando sei alle superiori lo vedi come il traguardo, invece poi ti accorgi con stupore che si tratta solo dell’inizio del futuro.

Come descriveresti il mondo della fantasia che vive dentro di te?

Una difesa contro il mondo adulto, che ci vuole tutti uguali e ci costringe a ruoli in cui comunicare tra persone diventa sempre più difficile. La fantasia è l’unica vera arma che abbiamo per immaginare la nostra vita a misura della nostra anima.

Quali consigli ti sentiresti di dare a chi vorrebbe intraprendere la tua stessa strada?

Leggere molto è la base. Scrivere serve ad allenare la mente e a prendere la mano con la narrazione. Ma poi, quando si decide di fare sul serio, occorre studiare. In Italia non è possibile farlo in modo sistematico, per esempio all’università, ma basta sapere l’inglese e allora si trovano decine di bellissimi manuali in cui la tecnica della scrittura viene spiegata a chi intende intraprendere questa professione. Io ho iniziato con “Crafting stories for children” di Nancy Lamb, per esempio.

Perché quella degli scrittori è un’arte ma soprattutto un mestiere, in cui è richiesta precisione e fatica, creatività ma anche padronanza delle tecniche narrative.

Se per un giorno potessi vivere un’avventura, raccontata nei libri ma scritta da uno scrittore che non sei tu, su quale libro ricadrebbe la tua scelta. E perché?

Sembra banale, ma darei qualsiasi cosa per vivere ad Hogwarts, la scuola di magia di Harry Potter. Più che per la bacchetta magica, perché lì hanno le scale che cambiano, i passaggi segreti, le scope che volano, le lettere che strillano… è tutto in movimento e in mutazione perenne, sei in un posto ma è come se non fosse mai uguale al giorno prima, non sai mai quello che ti può accadere o in cosa ti puoi imbattere. Vorrei che il mondo fosse così, che i muri di casa mia cambiassero ogni giorno, che mi atterrasse un ippogrifo giù in cortile o che bastasse un po’ di Metropolvere per viaggiare…

Grazie mille Manuela per essere stata con noi.

Incontrando Francesco Falconi

Francesco Falconi. Prima di tutto grazie per essere qui con noi. Da pochissimo è in tutte le librerie il tuo ultimo romanzo. Nemesis l’ordine dell’apocalisse. Ti va di presentarlo ai nostri giovani lettori?

Nemesis è la storia di due ragazzi, Ellen e Kevin, che si incontrano nella città di Inverness, nelle Highlands scozzesi. Tra di loro nasce subito una forte attrazione, che sfocia presto in un sentimento più complesso e profondo. Entrambi, però, custodiscono un segreto terribile e inconfessabile: Ellen ha scoperto nel giorno del suo quindicesimo compleanno di appartenere alla dinastia dei Demoni Emersi, Kevin invece fin dall’età di otto anni si è allenato duramente nell’isola di Skye per diventare un Angelo Ombra. Tutto sembra andare a gonfie vele, benché i loro caratteri spesso si trovino in contrasto: Ellen è ribelle e anticonformista, Kevin ligio al dovere e granitico nei suoi ideali. Ma, al tramonto, le dimensioni degli Angeli e dei Demoni si fondono palesando la loro rispettiva natura: per Ellen e Kevin sarà un duro colpo. Nel frattempo, i Discepoli di Nemesis, l’Angelo dell’Apocalisse, si stanno riunendo per sovvertire il Patto d’Equilibrio e scatenare una guerra tra gli Angeli Ombra e i Demoni Emersi.

Molti dei nostri amici lettori coltivano anche la passione per la scrittura.
Ci racconteresti come e quando hai iniziato a scrivere? Se non sbaglio il tuo primo romanzo lo hai scritto da adolescente?

Esattamente. Da sempre amante della letteratura fantastica ho iniziato a scrivere all’età di 14 anni, quando creai il mondo di Estasia e ne raccontai la storia su un quadernone a quadretti. Poi, dopo il periodo universitario, riscoprii la passione per la scrittura, riuscii a pubblicare Estasia con l’Armando Curcio Editore e da allora non ho più smesso. Nemesis, infatti, è il mio ottavo romanzo.

Cosa rappresentava e cosa rappresenta per te il mondo della scrittura?
Una catarsi liberatoria. Non posso vivere senza scrivere, è l’unico modo per mettere a tacere il demone che mi graffia l’anima.

E il mondo della fantasia?
È l’evasione dalla nostra realtà, sia per puro intrattenimento, sia perché consente di rifletterla in modo limpido e cristallino. Il fantastico è la mia arma preferita. E l’unica che possiedo.

Quando hai scritto Nemesis ci sono state delle abitudini che hanno accompagnato la scrittura?
Non diverse dal solito processo con il quale scrivo un romanzo: i primi mesi di stesura del plot accompagnati dallo studio approfondito delle fonti che mi sono necessarie per la stesura, geografiche o quant’altro. Adesso, per esempio, sono sulla trama del secondo libro di Nemesis e sto studiando approfonditamente la Qabalah e la storia di Roma. Ovviamente non ti svelerò nulla 🙂

Come si inizia a scrivere un romanzo? Si comincia con un’idea ben definita o si lascia che siano i personaggi ad accompagnarti nel loro mondo?

Definisco sempre un plot ben preciso, e raramente cambio gli snodi principali. Intoccabili sono il prologo e l’epilogo. Lascio tuttavia libertà ai personaggi: anche se definisco le linee basilari del loro carattere, spesso mi accorgo che assumono delle sfumature che non avevo previsto. Lasciare un certo grado di libertà ai propri personaggi e non costringerli a seguire pedissequamente ciò che ho stabilito nella stesura iniziale del plot mi permette di rendere il romanzo più genuino e imperfetto: sembra un controsenso, ma è proprio l’imperfezione di un personaggio a renderlo più vero, proprio come accade nella realtà. Tutti noi spesso cadiamo in contraddizione, se anche ci dimostriamo forti e decisi inciampiamo sempre nelle nostre debolezze.

Come si creano i personaggi? Quale legame hai instaurato con i protagonisti di Nemesis?
I miei personaggi nascono da un’idea, sono sempre loro a costruire il mondo che gli sta attorno, reale o immaginario che sia. Sono loro a muovere l’azione, a costruire il dramma che conduce il lettore attraverso gli snodi della trama. Il mio legame con loro? Un rapporto di assoluta onestà, perché il narratore non deve costringerli né trapelare dalle pagine del romanzo. E, soprattutto, deve evitare di affezionarcisi.

Se per un giorno avessi la possibilità di vivere un’avventura raccontata nei libri, ma scritta da un altro autore, su quale romanzo ricadrebbe la tua scelta e perchè?

Domanda difficile. Mi piacerebbe fare un salto nell’Inferno, accompagnato non da Virgilio ma dalle nuove Muse del nostro secolo, vivendo una rivisitazione moderna dell’opera di Dante. Chissà, magari consiglierei a Caronte di regalare un biglietto di prima classe a qualche personaggio ingombrante…

Grazie Francesco.

La storia infinita. In viaggio con Bastian e Atreiu

Ci sono dei libri che non hanno tempo. La loro magia non si perde trascinata dal rumore e l’usura del tempo. Sono libri che ci hanno fatto sognare ad occhi aperti.
Non so quanti di voi conoscono il libro di cui sto parlando, bhe, se non lo conoscete aprite le orecchie, anzi, sgranate gli occhi visto che state leggendo questo articolo. Seguitimi nel nostro primo viaggio insieme.

La storia infinita. C’è un ragazzo, il suo nome è un po’ strano, si chiama Bastian Baldassere Bucci. Sta spesso da solo. Sua madre è morta da poco e non riesce più a comunicare col padre, si rifugia nei libri e nelle storie fantastiche. Come facciamo un po’ tutti noi, per un motivo o per l’altro.
Un giorno capita nella libreria dell’antiquario  Carlo Corrado Coriandoli e gli ruba un volume intitolato La storia infinita.
A scuola è spesso vittima di bullisimo, una mattina per evitare di incontrare i bulli, decide di saltare le lezioni.  Rifugiatosi nella soffitta della scuola, inizia a leggere e, pagina dopo pagina, viene sempre più coinvolto nelle avventure del protagonista Atreiu fino a scoprire che il libro parla anche di lui, di essere cioè egli stesso un personaggio della storia infinita.
Il suo viaggio è davvero meraviglioso.
Dopo aver conosciuto moltissimi personaggi, alcuni amici, altri nemici, dopo aver salvato dal Nulla il Regno di Fantàsia e guarito l’Infanta Imperatrice dandole un nuovo nome, Bastiano rimane imprigionato nel mondo del libro e va alla ricerca della propria “vera volontà”. Ma, continuando a esprimere desideri, dimentica poco alla volta sé stesso, il suo passato, il suo scopo.
Fino….
Ovviamente non vi svelo il finale.

Il creatore di questo mondo favoloso è Micheal Ende nato a Garmisch-Partenkirchen il  12 novembre 1929  e morto a Stoccarda, il 28 agosto 1995.

Bastian: Fantasia è stata distrutta.
Imperatrice: Sì.
Bastian: È stato tutto inutile.
Imperatrice: No, non è vero, Fantasia può ancora risorgere. Dai tuoi sogni, dai tuoi desideri.
Bastian: E come?
Imperatrice: Apri la mano… C’è qualcosa che desideri?
Bastian: Non lo so.
Imperatrice: Allora Fantasia non esisterà più. Mai più.
Bastian: Quanti ne posso dire?
Imperatrice: Tutti quelli che vuoi, più tu ne esprimerai più il regno di Fantasia sarà splendido.

Una piccola chicca. Dal romanzo La storia infinita sono stati tratti tre film. Guardate il video…

Cosa ne pensate?

Vi abbraccio, dandovi l’appuntamento per il prossimo viaggio quanto prima. E vi ricordo che io e Moony attendiamo le vostre lettere e disegni.