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Intervista su Forkids!

Una nuova intervista sul sito Forkids! Vi propongo come sempre un estratto…per leggere tutta l’intervista andate qui

A dicembre è uscito l’ultimo titolo della saga di Morga, la maga del vento (Mondadori) ora Moony Witcher è chiusa nel suo maniero a scrivere tra gatti e calamai una nuova saga. Abbiamo interrotto il suo ritiro per farle qualche domanda.
Come è nato l’idea di Emiòs, il pianeta della Galassia Sperimea, un mondo dove non esiste amore della saga di Morga?
In realtà Emiòs è la proizione di un futuro triste e senza speranza. E’ il pianeta dove l’umanità si estingue, dove l’uomo non esiste più e la causa è da ricercarsi proprio nel nostro attuale modo di vivere: senza rispetto della natura, senza salguaguardia delle equità sociali…e naturalmente senza amore e solidarietà. Infatti l’amore è il filo rosso che lega tutta la saga, questo sentimento che l’umanità sta dimenticando…cancellando…annientando.

Intervista a Moony su Luminosi Giorni

Un estratto dell’intervista pubblicata sul blog Luminosi Giorni, testata editoriale, che potete trovare per intero qui.

CONVERSAZIONE CON MOONY WITCHER

1) Scrittori, ma anche musicisti, intellettuali e studiosi che da Venezia e dal Veneto parlano al mondo hanno un merito che va riconosciuto. Quello di essere dei protagonisti, portatori di novità, da qui, vivendo qui e soprattutto producendo qui. Ti senti portatore di questa centralità veneziana e veneta nella produzione culturale della città e della regione?

Devo dire con grande amarezza che le istituzioni veneziane mi deludono moltissimo. Sebbene i miei romanzi siano tradotti in ben 34 Paesi del mondo e l’accoglienza che ricevo quando gli editori esteri mi invitano a presentare i romanzi e incontrare i lettori, non riesco ad aver alcun contatto con la cultura della mia città: Venezia. Nonostante le ripetute sollecitazioni al Comune e la presentazione di progetti culturali per i bambini e i giovani non ho mai avuto risposte positive e neppure cortesi. Anzi. Ciò mi porta ad allontanare il pensiero e svolgere altrove il mio operato. L’incanto, la bellezza, il mistero e l’unicità di Venezia resta nel cuore e naturalmente i miei sentimenti si posano sui fogli e solo scrivendo riesco a stare in equilibrio e amare la città che mi ha visto nascere.

Il resto lo trovate su Luminosi Giorni

Intervista con ANITA BOOK

Chi è Anita Book?

Anita Book è una ragazza di ventidue anni che ama la vita, il mondo, la sua famiglia, se stessa, gli altri, Dio e l’amore. Vive in Puglia, ha preso la patente ma odia guidare, non resiste alla cioccolata e alla dolcezza in generale, si inietta dosi abbondanti di musica nelle vene e, cosa più importante, di professione fa la Sognatrice. Uno spasso di mestiere!

Cosa si nasconde dietro questo nome?

Una marea di libri! Troppi e non ancora abbastanza. No, a parte gli scherzi, non si nasconde nessuno. Sono io, sempre e ovunque. Semplice, spontanea, solare, desiderosa di stringere mani amiche e di restaurare un po’ di bellezza nel mondo e nei cuori. Solo che dovete aiutarmi anche voi!

Che rapporto hai con i libri, con la magia della lettura e con la passione della scrittura?

Sono un caso grave, lo ammetto. Dipendenza al cento per cento. Assuefazione di quelle devastanti, comprese allucinazioni e doppia personalità. Oddio, suona inquietante. Mi sto facendo paura da sola. Però è la verità, non la si può descrivere altrimenti. E manca ancora di precisione, sfiora appena la realtà, ne crea un’immagine velata. I libri sono i miei amanti. Leggerli è estasi, conforto, abbraccio, carezze, sentimento. Non metaforico, molto più vivo e corporeo di quello che si può ricevere nel quotidiano. Sono innamorata pazza delle loro pagine eleganti, delle loro parole a inchiostro nero, rotonde o spigolose, delle copertine che proteggono, che vestono. Mai si consumano eppure i miei occhi divorano la carta, vogliono mangiarne il cuore. I libri sono le mie risposte, i pezzi di me, come gli Horcrux di Voldemort. Se li distruggi, in qualche parte muoio anch’io. Con la scrittura è addirittura peggio. Sì, bé, scrivo perché se non lo facessi mi mancherebbe ossigeno. Scrivo per urgenza, necessità di svuotarmi, di raccontare le cose che vedo e che sento. Scrivo perché le parole giocano a nascondino nella mia testa e io sono sempre quella che conta. Devo trovarle tutte, prima che segnino. Devo riassemblarle, decodificarle, pettinarle come si fa con le bambole. Scrivo perché sogno, mille realtà bellissime alla volta, mille scenari e palcoscenici, e desidero aprire al pubblico le mie commedie e le mie tragedie. Scrivo perché sono malata di scrittura e non cerco una cura.

Come lettrice ti conoscono in molti,sei una vera web-celebrity, ma non tutti sanno che sei anche scrittrice. Da poco è uscito il tuo primo romanzo: E’ tutta colpa del prof.

Tutta Colpa del Prof. di Anita Book

Ti va di parlarcene? Da quali suggestioni, idee, esperienze, ha preso vita?

“Tutta Colpa del Prof.” è nato per gioco. Una ragazzina impertinente viene a interrompere la mia quiete domestica e incomincia a perseguitarmi. Non ho avuto scelta, dovevo assecondarla. Sarah, la giovane protagonista, aveva una storia da raccontarmi e io mi sono messa ad ascoltarla. Che dire? Un’esperienza che non augurerei a nessuno. Ahahah. No, stavo scherzando. In realtà, è stato un viaggio vertiginoso e divertente, fresco e gioioso, ironico all’ennesima potenza e… sì, un pochino commovente. Quando concludevo un capitolo, lo rileggevo e mi saliva l’angoscia. Tutte le parolacce, le sfrontatezze e i pensieri maliziosi. Volevo fare a modo mio, ma se ci provavo rimanevo senza stimoli. La mia storia si raffreddava fino a diventare un blocco di ghiaccio. Perciò, ho deciso di fidarmi di Sarah e di non alterare nulla del suo carattere. Non vi sono intenti pedagogici o contenuti profondi. Si respira spensieratezza, gioventù e genuinità. Questa storia deve sapervi regalare sorrisi, solo questo.

Che rapporto hai instaurato con i personaggi a cui hai dato voce, forma e colore?

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato. Ecco, riassume bene il concetto. Grazie, Catullo, per il piccolo prestito.

Cosa hai provato quando hai avuto fra le mani la tua creatura?

Non si può spiegare. Sono emozioni talmente forti, talmente intime che restano segrete. Inafferrabili. Piangi e ridi, salti e rotoli, ti batte il cuore che quasi ci lasci le penne, ti senti impazzire. Ma non è tanto l’insieme di pagine o il tuo nome. La vera gioia la si prova perché potrai donarti agli altri, attraverso la tua storia. Qualcosa resterà ancora da raccontare…

Quali consigli ti senti di dare ai giovani scrittori esordienti come te?

Se volete fare sul serio, cari ragazzi, allora vi consiglio di salirci su quel treno. Non domandatevi quanto tempo resterete lontani da casa, non chiedetevi quando arriverete a destinazione. Godetevi il viaggio, custodite questo enorme privilegio. Sentitevi liberi di spiccare il volo, tenendo sempre lo sguardo fisso in direzione dei vostri porti sicuri.

Attualmente a cosa stai lavorando? possiamo leggere altro di tuo?

Ho già un paio di romanzi ultimati che ora sono in fase revisione. In corso, invece, ho due “originali” su EFP, il più grande portale di fanfiction italiano. Sai, a volte penso che si dovrebbe essere come la Dea Kali. Tante braccia, tante mani. Per tutte le idee che sforna la nostra immaginazione. Comunque, la prossima storia su cui punterò si intitola “Daun” e tratta di una tematica piuttosto delicata. Non aggiungo altro, però, e incrocio le dita…

GRAZIE ANITA!!!!

Il blog di Validus Vimeo (Il Summus Sapiens)

Ciao Valerio ti va parlare dle meraviglioso blog che hai creato?

Certo, il blog di Validus Vimeo (Il Summus Sapiens) è nato dopo l’idea di creare un piccolo spazio magico per tutti i ragazzi che adorano la saga di Geno Hastor Venti. Tu nacque un pomeriggio, quando girando per alcuni siti mi è venuta appunto l’idea di creare una specie di Gioco di Ruolo online dedicato interamente all’Arx Mentis. ho deciso, così di rileggere la saga e iniziare con i preparativi, l’idea è nata molto velocemente grazie all’apporta della mitica Moony Witcher che ringrazio ancora di cuore.

A chi è dedicato e perchè?
E’ dedicato, per l’appunto, alla saga dell’Arx Mentis. Una saga che mi ha seguito durante gli anni più belli nella vita di un ragazzo e in cui, soprattutto, mi sono immedesimato moltissimo. In realtà la saga la conobbi per sbaglio, quando, sfogliando un giornalino, lo vidi pieno della pubblicità al libro. Era una pubblicità che mi attirò molto e che mi spinse a comprarlo. Dopo aver comprato il secondo iniziai a leggere il primo e mi appassionai subito a tutta la saga.

Come è nata l’idea di creare uno spazio di tale accuratezza magica?
L’idea di creare questo spazio l’ho già un po’ descritta, ma vorrei precisare che l’idea, dopo essermi venuta in mente, mi ha fatto pensare che creare uno spazio del genere in questa società potrebbe essere qualcosa di bello e creativo per tutti i ragazzi o adulti che abbiano letto o stanno leggendo la saga di Geno. Questo spazio, secondo me, potrebbe aiutare tutti questi ragazzi a non desistere, a pensare sempre con il proprio cervello e a rimanere un po’ in quel mondo fantastico in cui ognuno vorrebbe vivere, adulto o bambino che sia. L’età in cui si legge Geno di solito è l’età del cambiamento, l’età in cui i bambini diventano ragazzi e in cui la fantasia inizia a spegnersi pian piano. La fantasia dovrebbe, secondo me, restare sempre viva in qualsiasi persona e perciò ho deciso di creare questo spazio per far incontrare tutti quei ragazzi o bambini per farli divertire fare nuove conoscenze e soprattutto “fantasticare”.

Di cosa ti occupi?
Io sono un normalissimo studente e adoro i libri fantasy fra cui quelli di Moony Witcher. Sono un ragazzo come tutti che desidera soltanto continuare a sognare, leggere, ma anche studiare perché è molto importante nella vita di ogni persona.

In che modo può interagire il pubblico?
Il pubblico potrà interagire iscrivendosi all’Arx, facendo un piccolo e test. Potrà, in seguito, studiare le materie per gli Intercanti, chattare co gli altri studenti, chiedere aiuto ai professori, diventare un Sapiens oppure continuare con delle Carriere… Alla fine si avrà un piccolo bagaglio di conoscenze, perché le materie saranno basate sia dal libro di Moony Witcher, sia da dati reali. Una novità importante è quella che Moony Witcher preparerà tutti i menù Metafisici, che saranno pubblicati ogni ciclo per lettera.

Per chiunque volesse visitare il blog o avere maggiori informazioni sul progetto può visitare:
http://www.validusvimeo.weebly.com/
http://www.moonywitcher.it/showthread.php?t=11827

Intervista con Nicola Brunialti

Ciao Nicola per i giovani amici che ancora non ti conoscono ti va di presentarti? Ti avverto; sono curiosi. Vogliono sapere tutto quello che ai grandi solitamente non interessa.

Allora, cominciamo dall’inizio. Sono nato a Roma nel 1972.Ho fatto il pubblicitario per più di dieci anni nelle più importanti agenzie d’Italia e poi in un’agenzia tutta mia.Ho scritto spot per Crodino, per Sanbittèr, per Q8. E sono stato autore della campagna del vigile urbano per Tim, con Christian De Sica, la campagna per Telecom Alice,
con Abatantuono ed Elena Sofia Ricci, e quella Alitalia, con Raul Bova.

Da quasi dieci anni, insieme a Mauro Mortaroli, sono anche autore delle avventure di Bonolis e Laurenti nel Paradiso Lavazza.Nel frattempo mi sono sempre più appassionato al mondo dei bambini.

Così ho scritto una ninna-nanna intitolata “Dormono tutti”, che chiude “Presente”, l’ultimo album di Renato Zero.E nel 2009, sono stato fra gli autori della trasmissione “Chi ha incastrato Peter Pan”, condotta da Paolo Bonolis.

Non contento, ho pubblicato due libri di filastrocche: “La mucca fa bee” (Edizioni Lapis) e “A Natale fanno pace” (Edizioni Lapis). E un libro sul bullismo intitolato “La maledizione del lupo marrano”( Edizioni Lapis).

Il mio primo romanzo “Pennino Finnegan e la fabbrica di baci” (Edizioni Lapis) è stato vincitore del Premio Critici in erba 2010, un premio a cui tengo molto visto che viene dato da una giuria di soli bambini.A ottobre 2010 è uscito il mio secondo romanzo intitolato “Il fantastico viaggio di Willy Morgan” (Edizioni Lapis).

E ora qualche curiosità: Abito a Roma e sono tifoso della Roma.Sono sposato con Angela.Ho un fratello che si chiama Alessandro e fa il fotografo.Adoro leggere fumetti, soprattutto Dylan Dog e Martin Mystere.Il mio scrittore prefererito si chiama Jonathan Carroll, uno scrittore americano di romanzi un po’ “fantasy”.Il mio libro del cuore è “Alice nel paese delle meraviglie”Adoro la musica italiana (Jovanotti e la Pausini) e le canzoni di Pink.Mi piace molto anche ascoltare musica classica, soprattutto pezzi con il pianoforte.Da piccolo sognavo di fare l’archeologo, il pittore o lo scrittore.

Ah, dimenticavo, sono anche pronipote di Alessandro Manzoni.

Parliamo del tuo romanzo IL FANTASTICO VIAGGIO DI WILLY MORGAN. Chi sono i protagonisti principali? Come hanno preso vita e forma nella tua mente?

Ho deciso di scrivere un libro sugli amici immaginari prendendo spunto dagli amici immaginari dei tanti bambini che conosco.Alcuni nomi che trovate nel libro, come Dondolonde, Bugsy e Parapillo, li ho presi in prestito proprio da loro.

Sono stati i loro racconti che mi hanno fatto tornare in mente il mio amico immaginario, un orsacchiotto che casualmente si chiamava Teddy…

Un giorno mi sono chiesto: dove vanno a finire gli amici immaginari?Possibile che spariscano quando nessuno li pensa più?E se ci fosse un mondo in cui vivono grazie ad un segreto?

Da qui è partita l’idea per il libro.

In un mondo come il nostro, in cui la realtà e il sogno sono già tutti preconfezionati, come nei videogiochi, al cinema o in televisione, avevo voglia che i ragazzi tornassero a usare la fantasia per realizzare i propri sogni e cambiare le cose che non gli piacciono!

In fondo anche gli inventori e gli scienziati usano la fantasia.Senza immaginazione saremmo ancora all’età della pietra!

Come hai capito che avresti dovuto raccontare le loro avventure su carta?

In realtà il mio libro aveva anche un secondo scopo, il vero motivo che mi ha spinto a scrivere questa avventura:volevo spingere i ragazzi a raccontare al mondo quel novanta per cento che ognuno di noi tiene nascosto sotto la superficie della realtà, sotto la superficie di quel dieci per cento che mostriamo agli altri.

Proprio come alla fine del libro riuscirà a fare Willy Morgan. Un ragazzino di tredici anni che passa il tempo ad essere smutandato davanti a tutti a scuola, senza avere il coraggio di affrontare le sfide che gli si presentano nel corso della vita, sia a scuola, che in famiglia, che in amore.

Willy è un ragazzo che preferisce non partecipare proprio.

Fin quando, grazie a questo viaggio nel mondo degli amici immaginari, riesce a comprendere che tutte le virtù e le qualità che ha riservato al suo amico immaginario in realtà ce l’ha anche lui!

Come è stato viaggiare, e scoprire, il regno di Ulan Batok dove abitano tutti gli amici immaginari?

La meraviglia di un mondo immaginario è che ti permette di metterci dentro tutto quello che ti viene in mente, senza nessun limite: scimmie che fumano sigarette di cioccolata, tirannosauri fifoni, lottatori di wrestling, principesse bellissime, funghi-porcelli, felicotteri, porcofanti e tribù di minuscoli uomini delle caverne!

Insomma, il territorio ideale per qualunque scrittore!

Spero che anche i lettori compiano lo stesso viaggio, immaginando il loro personalissimo mondo immaginario.

E riempiendolo di tutte quelle cose che hanno affollato i loro sogni fin da quando erano piccoli.

Cose che secondo me, non vanno mai perse!

Sei riuscito a trovare anche il tuo di amico immaginario?

Come ti dicevo prima, il mio amico immaginario era un orsacchiotto di nome Teddy. In realtà non era proprio immaginario, perché era un orsacchiotto vero e proprio, con cui ho dormito fino alla fine delle elementari.

Con lui ridevo quando guardavamo un film, con lui piangevo quando venivo rimproverato, a lui confidavo tutti i miei segreti.E con lui ho affrontato la mia prima operazione. Quella volta mi accompagnò a togliere le adenoidi!

La scrittura e la lettura, credi, che possano diventare fedeli amici al pari di tirannosauri fifoni o orsi di peluche vestiti da pirata?

È quello che spero. Vorrei che, anche grazie ai miei libri, i bambini si affezionassero alla lettura. Perché leggere, oltre che allenare il cervello, rende liberi! E ci concede gli strumenti per capire se quello che ci dicono gli altri è vero o falso!

Lo stesso vorrei per la scrittura. I bambini dovrebbero imparare a trascrivere le proprie emozioni e le proprie idee.

Solo così si riesce a mettere a fuoco i propri pensieri. E si fa pace con le proprie paure.

Che bambino era Nicola. Eri simile a Willy?

Credo che Willy sia il personaggio che mi assomiglia di più.

Proprio come lui anche io passavo il tempo a disegnare, su qualunque cosa mi capitasse a tiro. Proprio come lui avevo sempre la testa “fra le nuvole” e mi considravo un immagonatore. Proprio come lui, il mio mito era Vincent Van Gogh, un personaggio che amavo più dei calciatori o delle rockstar!

E proprio come lui ho fatto i tutto per realizzare il mio sogno: diventare scrittore.

Perché in questi 38 anni ho capito bene una cosa: i sogni sono lì pronti ad essere realizzati. Anche voi, ora, scegliete il vostro e datevi da fare!!

 GRAZIE NICOLA!!!

SITO INTERNET NICOLA

Incontrando Stefano ceccarelli

CAMILLA PORTAFORTUNA DI STEFANO CECCARELLI EDITO ZERO91

Camilla è una giovane ragazza che vive in una piccola città di provincia dell’Italia centrale. Non la si può definire certo una bellezza. Anzi è solo un’altra ragazza invisibile. Dopo la maturità in un istituto tecnico, in cui si è diplomata come segretaria d’azienda, non ha conservato amicizie.
Camilla ha un dono che ancora non conosce. Porta fortuna a chi le sta intorno e, involontariamente, realizza dei piccoli sogni. Per se stessa Camilla non desidera troppo. Sa che non avrà accanto un ragazzo bello come quelli della televisione o come Bruno, il figlio del padrone della fabbrica di infissi per cui lavora. Bruno è un ragazzo gentile, sembra avere la testa sulle spalle e, soprattutto, ha due occhi che quando Camilla li incrocia, deglutisce a fatica e rumorosamente. Non è una sorpresa per la timida Camilla scoprire che il giovane è fidanzato, ovviamente. Questo non significa che in cuor suo lei non abbia mai desiderato di… “Vabbè, tanto meglio: una preoccupazione in meno”, pensa la placida Camilla.
Un giorno per lei arriva l’occasione di cambiare vita. Roma e un futuro diverso da immaginare. Nella grande città trova lavoro come impiegata alle poste e, anche lì, dispensa frammenti di fortuna a tutta la gente che comincia a conoscerla e a volerle bene. Camilla non legge tanti libri ma ogni mattina, prima di andare a lavoro, apre una pagina a caso di un fotoromanzo e ci punta sopra il dito. La frase pronunciata dall’attore o dall’attrice di turno, su cui cade il suo indice, le farà da guida per tutta la giornata. Una mattina poi la bionda interprete di Passione senza confini ha sentenziato che “l’amore arriva senza avvertire”.
Nessuno sa ancora che Bruno è in città e sarà pure una coincidenza ma, un giorno, incontra Camilla e da quel momento ogni cosa per lui comincia a girare per il verso giusto. Ed ecco che quel giovane, gentile quando ambizioso, progressivamente non fa più un passo senza avere a fianco la sua Camilla portafortuna. Per alcuni però, la vita non è sempre una favola. Le principesse non sono mai timide e goffe come la nostra Camilla e il principe bello, in questa storia, ha il cuore occupato da un’altra ragazza.

L’autore è Stefano Ceccarelli.Nato a Roma nel 1963. E’ uno sceneggiatore di commedie per cinema e tv. Con il corto Riduzione di personale ha vinto il Premio Kodak 2002, come Miglior corto italiano; nel 2005 ha scritto Credevo non arrivassi più, un film interpretato da Lorenza Indovina. Nel 2009, ha scritto la sceneggiatura di Due mamme di troppo, tv movie per canale 5 diretto da Antonello Grimaldi (Caos Calmo) e interpretato da Angela Finocchiaro, Lunetta Savino, Sabina Impacciatore e Giorgio Pasotti che a dicembre 2010 diventerà una omonima serie tv.

Stefano Ceccarelli per quelli che ancora non ti conoscono, cosa possiamo dire su di te?

Cominciamo subito con le domande difficili?! E mi ero anche giustificato, ieri sera sono stato rapito dagli alieni e non mi hanno fatto portare con me l’i-pod!

 Prendendo in prestito una citazione famosa?

“Non contiene ogm”, oppure, “Io non sono ubriaco, sono solamente diversamente euforico” (questa la dice Angela Finocchiaro in Due mamme di troppo e l’ho scritta io)

 Sei conosciuto come sceneggiatore di commedie per cinema e tv, ma da qualche settimana, per la casa editrice Zero91è uscito il tuo primo romanzo: Camilla Portafortuna.Quali differenze hai riscontrato nella stesura di una sceneggiatura e di un romanzo?

Tempo fa sono stato ad un incontro con uno sceneggiatore inglese, organizzato da un’associazione di sceneggiatori di cui faccio parte. Raccontando come lavora, ha detto una cosa in cui mi sono ritrovato al cento per cento. E cioè, ha detto che quando scrive lo fa come se quello che crea non dovesse mai essere prodotto, quindi ci mette tutto quello che vuole e che, soprattutto, gli piace. Ecco, quando ho scritto Camilla, ho fatto la stessa cosa. Sapevo che il libro sarebbe stato pubblicato ma, al tempo stesso, sapevo che ero libero, più libero rispetto alla sceneggiatura dove, oltre al fatto che nella serie non scrivo da solo, ci sono dei vincoli della rete, ad esempio che, giustamente vanno rispettati. In Camilla eravamo soli io lei, e gli altri personaggi e facevo come mi pareva.

 Camilla. Come è nato questo personaggio. Da quali suggestioni, idee, esperienze, esigenze?

Ovviamente, un personaggio, come un figlio, prende qualcosa da chi lo fa nascere. Non voglio dire Camilla c’est moi ma come lei e come molti sul globo terracqueo sento e ho sofferto la mancanza di un amore, anche solo semplicemente il poter dimostrare un amore, magari ad una persona in particolare, così come si desidera fortemente un oggetto e verso il quale ci si censura completamente, come se anche desiderarlo e sognare di averlo facesse ancora più male. E però, paradossalmente, come la protagonista, si è cercati, chiamati, considerati ed è ancora peggio. Volevo raccontare anche questo, al di là della favola moderna.

Camilla ha un dono che ancora non conosce. Porta fortuna a chi le sta intorno e, involontariamente, realizza dei piccoli sogni. Quali risvolti, grazie a questo dono, ci saranno nella sua vita?

Ce ne saranno molti, ci sarà la scoperta del mondo e di sé stessa ma, soprattutto, saranno gli altri, le persone che incontra, che avranno dei risvolti. Camilla lascia il segno. 

 
C’è stato un momento, nella tua vita professionale o personale (siamo indiscreti?) in cui ti sei sentito baciato dalla Fortuna?
Sì, diversi. Ora, data la mia veneranda età, non vorrei tediarvi con degli aneddoti. Però, per quanto mi riguarda, per avere fortuna, anche nelle piccole cose, ci si deve da fare.
Un’abitudine di Camilla è quella che ogni mattina, prima di andare a lavoro, apre una pagina a caso di un fotoromanzo e ci punta sopra il dito. La frase pronunciata dall’attore o dall’attrice di turno, su cui cade il suo indice, le farà da guida per tutta la giornata. Una mattina poi la bionda interprete di Passione senza confini ha sentenziato che “l’amore arriva senza avvertire”. L’amore come cambierà la vita, che aimè non è una favola, per la nostra timida e goffa Camilla?
Dovrei dirti di leggerlo e di scoprirlo, è una storia in divenire e Camilla, dal momento che si trasferisce in città, comincia a germogliare come una piantina acquistata in un vivaio e portata in un enorme parco con tante piante e tante persone sbadate o semplicemente stupide che non badano dove mettono i piedi.

L’amore, in un libro e in un film, a differenza della vita reale, di cosa ha bisogno per colpire il lettore?

Di essere comunque amore, non importa se ti ci rispecchi. E poi, l’amore non chiede permesso, figurati se ti chiede il permesso di colpirti.

 Giochiamo?Se il romanzo dovesse tramutarsi in film, chi vorresti come attore e come musicista per la colonna sonora?

Come attore? Se Camilla dovesse interpretarla un uomo, ora come ora non mi viene in mente nessuno. Preferire una donna, e siamo pieni di bravissime attrici. Mi piacerebbe un tipo come Sarah Maestri, Alba Rochvarcher e altre cento.

Secondo te, che cosa sta facendo, in questo momento Camilla?  

Camilla sta per affacciarsi alla finestra del suo appartamento ma fino a quando dureranno i mondiali le dice male. Le finestre dei vicini traboccheranno di telecronache.

Intervista a Moony su Atelier dei libri…scrittura e magia on line

Il salotto dell’Atelier dei libri ha ospitato Moony Witcher, dalla cui penna sono nati gli amatissimi eroi fantasy Nina, Geno e Morga. Oltre allo speciale e alla possibilità di vincere i suoi preziosi libri, la strega Glinda è riuscita a intervistarla… ecco qui…

Moony, ti conosciamo attraverso i tuoi magnifici scritti come una persona capace di creare magie e mondi incantati, ma in passato sei stata una giornalista incaricata di occuparsi di cronaca nera e disagi giovanili. Come è avvenuto questo cambiamento?

In realtà non c’è stato alcun cambiamento. Ho svolto la professione di giornalista per 25 anni e come invitato di cronaca nera ho trattato numerosissimi casi di omicidio avvenuti in Italia, è stata un’esperienza importante. Ma in realtà il mondo della fantasia è sempre stato nel mio cuore. Non parlo di fatine o folletti ma proprio del mondo della creatività che si nutre di pensieri e studi. Fin da giovanissima ho apprezzato testi di filosofia e la curiosità di capire e comprendere la realtà mi ha portato spesso a riflettere sull’infanzia e sulle angosce della crescita. Ho iniziato a scrivere romanzi fantasy grazie all’amore. già, proprio così. Quando incontrai mio marito, una decina di anni fa, la felicità di provare un sentimento forte come l’amore mi ha portato a scrivere per i bambini e per i giovani. Vorrei che il potere dell’amore non si perdesse mai durante la vita perché è il seme dal quale nasce la bellezza, la pace, la conquista della coscienza di vivere.

I tuoi libri sono stati un enorme successo e non solo in Italia, da 2002 la tua produzione letteraria non fa altro che crescere. Prima Nina, la Bambina della Sesta Luna, poi Geno ed ora Morga il cui secondo libro è appena uscito. La tua creatività sembra non avere confini, quanto è influenzata la tua vita dalla fantasia, e la fantasia dalla tua vita?

Ciò che mi influenza è soltanto la lettura dei testi antichi. Parlo dei filosofi greci. Senza una base solida del pensiero non si può avere idee per trame fantasy. Almeno questo è ciò che accade a me. L’immaginazione è il motore della creatività e se non lo si alimenta con utili e profonde letture non può funzionare.

Raccontaci qualcosa di Morga e della sua ultima avventura. Mi affascina particolarmente la figura di questa bellissima maga dei venti così in sintonia con la natura, puoi dirci com’è nata?

La saga di Morga parla di speranza. Una speranza per un futuro migliore. Dopo la sconfitta dell’umanità e la perdita della Terra solo la consapevolezza di essere parte della natura darà frutti. E anche in questa saga parlo d’amore. Morga è un concentrato di sentimenti di istinti. In effetti Morga esiste davvero. Si tratta di una ragazzina irlandese che ho conosciuto nell’estate del 2006 durante una vacanza in Grecia. Era davvero particolare, il suo comportamento, il suo carattere spigoloso ma romantico mi ha colpito. così ho iniziato a immaginare la storia che ora scrivo.

Dal tuo primo romanzo, ovvero La Bambina della Sesta Luna prende il nome la società che hai fondato, “Sesta Luna”, che si occupa dell’organizzazione in tutta Italia di corsi di scrittura per giovani e adulti e festival creativi che promuovono la fantasia e l’arte dello scrivere coinvolgendo un grande pubblico di tutte le età. Cosa ti spinge nel perseguire un progetto così importante?

Mi spinge la speranza che i giovani possano costruire un mondo migliore di quello che noi adulti stiamo consegnando. Uso la scrittura e la creatività perché sono strumenti senza ai quali l’uomo non può salvarsi dall’abisso dell’ignoranza. La tecnologia non vale nulla se non è sostenuta dalla cultura.

Oltre alle attività che coinvolgono la società Sesta Luna, tieni tu stessa dei corsi di scrittura online da cui si può accedere direttamente dal tuo sito https://www.moonywitcher.com/ Vuoi parlarci della filosofia di questi corsi e degli obbiettivi che dovrebbe porsi chi vorrebbe prenderne parte?

 Come è nata in te la volontà di curartene in prima persona?

I corsi on-line di scrittura li organizzo per permettere a bambini, ragazzi e adulti di imparare un metodo stando tranquillamente a casa davanti al computer. Si tratta di una serie di prove e lezioni che portano il corsista ad apprendere un sistema di scrittura partendo dalle proprie capacità riflessive e linguistiche. Non parlo di grammatica e neppure di lessico, punto soprattutto sulle idee. Non basta scrivere correttamente, è invece indispensabile sapere COSA scrivere.

 Il COME lo si impara anche a scuola ma ciò che distingue un testo da un altro non è affatto la linearità dell’analisi logica, bensì l’idea, il progetto e le emozioni che le parole scritte sanno suscitare. Tutti i corsi, sia quelli per bambini 11-13 anni, sia quelli per ragazzi e per adulti, si dividono in tre livelli. Ogni livello dura mediamente un mese o due. Posso dire che i risultati sono sorprendenti.

Spesso i corsi di scrittura vengono sottovalutati, ma dalla passione con cui tu cerchi di promuoverli si capisce che possono essere più utili di quanto si immagini. Cosa consiglieresti a chi, come me, conserva nel cassetto il sogno di diventare una scrittrice? In che modo un corso di scrittura potrebbe aiutare noi aspiranti a realizzare questo desiderio?

Scrittori non si diventa ma lo si è. Faccio sempre un esempio: in tanti suonano il pianoforte o il violino, ma pochissimi diventano grandissimi musicisti. In tanti sanno dipingere tele e quadri, ma pochissimi sono veri artisti. In sostanza il talento non si può imparare ma si può invece apprendere e affinare la capacità di descrivere i propri sentimenti, dolori, emozioni, pensieri. Con i corsi di scrittura si può dunque approfondire una capacità già esistente. Spessissimo si crede che pubblicare un libro significa diventare scrittori. Ma non è così. Scrivere è un processo lungo, faticoso, doloroso, esaltante, lungimirante, poetico, drammatico….e ci vuole una vita per dimostrarlo. Certo, ci sono esempi di giovani scrittori di grande talento. Ma sono casi rari. Rarissimi.

L’importante non è voler salpare sulla nave degli scrittori. L’importante è navigare nella propria barchetta e osservare l’oceano. La solitudine e la meraviglia possono essere compagni essenziali per trovare la propria dimensione. E se il talento c’è…si paleserà senza indugio. Ma bisogna avere pazienza. Molta pazienza e umilità.

Cara Moony, è stato un piacere averti qui con me oggi. Spero che tu possa tornare a trovarci presto, e che i tuoi progetti possano avere il successo che ti caratterizza! C’è qualcosa che vuoi dire ai lettori dell’atelier prima di salutarci?

Ringrazio per l’ospitalità e vi auguro di realizzare i vostri sogni. Senza un pensiero felice non si può vivere.