Wonder
R. J. Palacio
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Editore: Giunti, Biblioteca Junior
288 pagine
A partire dai 11 anni
€ 9.90
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”Wonder” è la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico?
Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l’anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il bellissimo racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.
R. J. Palacio
Nata nel 1964, R.J. Palacio ha lavorato per vent’anni in editoria come grafica e art director. Palacio è il suo pseudonimo, ispirato al nome della madre di origini colombiane. Il libro è il suo primo lavoro letterario.
Vive a New York con il marito, due figli e due cani.
Nei primi mesi dopo l’uscita di Wonder ricevuto numerosissimi riconoscimenti, tra cui:
New York Times Notable Book for Children
N.1 tra i Best per ragazzi di Amazon.com
Best per libri per ragazzi di WASHINGTON POST, PUBLISHERS WEEKLY, KIRKUS, SCHOOL LIBRARY JOURNAL e BOOKLIST
Come è nata l’idea di Wonder?
L’idea mi venuta nel 2007 quando ero seduta su una panchina con i miei due figli e ho visto passare una bambina che aveva evidentemente la sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia ereditaria che colpisce le fattezza di una persona lasciando inalterato tutto il resto. Ciò che mi ha colpito non è stata la ragazzina ma la mia reazione: sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni vedendola avrebbe reagito urlando come aveva fatto alla festa di Halloween. Mi sono alzata di scatto come punta da una vespa, ho chiamato l’altro figlio mi sono allontana di corsa. Alle mie spalle ho sentito la madre della ragazzina che con voce molto calma diceva ”Forse è ora di tornare a casa”. Mi sono sentita un verme e non riuscivo a dimenticarmi di quest’esperienza.
Poi, quando ho sentito la canzone di Natalie Merchant WONDER, una canzone dedicata ad un bambino disabile, mi è venuta in mente la prima frase del mio libro. E così ho iniziato, il libro si è quasi scritto da solo.
Da una intervista con The Telegraph.
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