Cammino a passo strascicato nel corridoio del centro sportivo. Ho appena percorso sessanta vasche a stile rana e non vedo l’ora di giungere a casa per rimpinzarmi di zuccherini e stravaccarmi sul divano. Spingo la porta d’ingresso, il sole mi abbaglia e sbadatamente vado a urtare una ragazza che conversa al telefonino, ferma in sella a una bicicletta rosa. Il cellulare le scivola di mano, piomba sull’asfalto, e dopo aver prodotto un plop poco promettente si apre a metà come una mela.
“Ma che combini?” sbraita lei. Si china e raccoglie i pezzi. “È rotto!” sbotta. “Adesso me lo paghi!”
Non posso fare a meno di ammirarla. Indossa una tuta rosa, lucida. Capelli lunghi e biondissimi le incorniciano un visino piccolo dai lineamenti perfetti. Sembra una modella. I led del mio cuore si illuminano di colpo. Nemmeno al computer potrei creare un prototipo di ragazza così bella.
“S-scusa! Te lo riparo io” balbetto, mentre un’ondata di profumo al cocco mi delizia i sensi.
“Riesci ad aggiustarlo?” chiede dubbiosa.
“La tecnologia non ha segreti per me” farfuglio. Estraggo un telefono di ultima generazione dalla tasca e glielo mostro. La biondina si avvicina incuriosita, e mi guarda fisso con i suoi occhi azzurri che scintillano come fossero cosparsi di polvere fatata. Per un lungo e interminabile istante ho l’impressione che le nostre anime si abbraccino.
Forse le piaccio, spero, rapito da quella figura aggraziata.
Ma proprio quando ne sono convinto, la tipa tutto pepe mi strappa il telefonino. “Te lo restituisco solo quando riavrò il mio, in perfette condizioni!”. Accenna un sorriso furbetto e si presenta: “Mi chiamo Tania”.
“Matteo Fugiotti” replico, immobile come un citrullo. Un secondo dopo la vedo allontanarsi in bicicletta, poi si volta e urla in tono beffardo: “Chiamami Matteo, il numero c’è l’hai”.
Il pomeriggio seguente digito il mio numero di telefono, Tania risponde al secondo squillo. Stavolta parla in tono più garbato. Addirittura si scusa per il comportamento arrogante. Mi racconta di sentirsi molto sola, che sua madre è una famosa donna di spettacolo e che lei è costretta a seguirla di città in città. Il padre invece è un astronauta, spesso in missione nello spazio. Sono due anni che Tania non lo vede e non lo sente. L’argomento la rattrista molto. La sento singhiozzare.
D’un tratto Tania sospira. “Vorrei vivere tra le stelle per stare vicino a mio papà!” dice, poi aggiunge: “Devo sbrigare tutto da sola, mia madre è indaffaratissima, vivo come se fossi già un adulta”.
“Perché non mi raggiungi al mio indirizzo? Così parliamo di presenza e nel frattempo, ti restituisco pure il tuo telefono?” le dico con voce tremula, commosso dal suo racconto.
“Matteo sei gentile. Grazie per l’invito” conclude. “A più tardi”.
Sdraiato sul letto mi abbandono a lunghi sospiri. Penso a Tania, al suo profumo, alla voce sprizzante e gli occhi azzurri che le brillano come lucciole. Voglio conoscerla meglio, voglio sapere tutto di lei…
“Sono innamorato” ammetto con la testa tra le nuvole e un gradevole senso di stordimento.
Quindi decido di chiedere a Tania se vuol diventare la mia fidanzata, ma sono timido e non lo farei mai direttamente. Tremo solo al pensiero. Allora come farò a dichiararmi? mi chiedo. Sforzo il cervello e vengo folgorato da un’idea davvero geniale…
Stupendo questo racconto.Faccio i miei complimenti all’autore. E’ricco di fantasia e suspence…
Voglio lasciare il mio commento perche’ questo racconto mi e’ piaciuto parecchio!!!!!!Bravo l’autore!!!!!!!
Un racconto ricco di fantasia e creatività. Bravo!!
Questo racconto mi ha coinvolto molto. Tutti abbiamo delle paure nascoste ma basta credere in noi stessi per far uscire tutto il nostro coraggio e farci affrontare anche quelle situazioni che ci sembrano davvero difficili, impossibili da superare. Mi è piaciuto moltissimo perchè oltre ad essere pieno di significato è anche ricco di suspence, di creature fantastiche e di momenti emozionanti. Bravissimo l’autore.Complimenti.