Il giorno dopo vado a scuola e il primo giorno: il nuovo anno è cominciato. Prima del suono della campana, in corridoio, con mio grande stupore scorgo Tania. Un miraggio? No! È proprio lei.
Si è iscritta all’Archimede? mi chiedo inorridito. Fingo di essere felice della cosa e la invito a fare un giro di perlustrazione dell’istituto. Le mostro le aule, la palestra e il resto, ma all’improvviso vengo colpito.
“Hei verme strisciante! La bionda l’ho vista prima io e tu devi starci lontano!” ruggisce Tony, il bullo.
Scappo verso la mia classe, con il fiato corto e la vergogna nel cuore. Tania ha scoperto chi sono veramente: il fifone della scuola, altro che popolare. Penso di averla persa per sempre. Il sogno è durato poco, finito ancor prima di cominciare.
In effetti, nei giorni seguenti non ho più il coraggio di avvicinarmi a lei. E noto che quando ci incrociamo, Tania mi lancia occhiate colme di delusione.
Si è già ambientata e gli altri le avranno raccontato tutto su di me.
Del resto le ho mentito, non posso certo biasimarla. Sono uno sfigato senza un briciolo di amico e per lo più perseguitato da un bullo. Niente di tutto ciò che immaginava lei.
Trascorrono parecchi mesi, quasi un intero anno scolastico senza scambiarci una parola. La situazione mi fa stare male. Avverto un peso nella zona del petto. Soffro ogni volta che la vedo.
Al posto di reagire però, continuo a evitarla, anche per colpa di Tony che la segue come fosse la sua ombra.
Non posso continuare così: o mi ammazza Tony o morirò con il cuore infranto. Dopo una lunga riflessione, decido di invitarla al ballo di fine anno. Devo riconquistarla, mi dico.
Ma non posso immaginare che sta per capitarmi qualcosa di orribile… qualcosa che va oltre la mia immaginazione.