All’ingresso principale del delirio, due buttafuori, massicci e vestiti di nero, tengono a bada la folla di ragazzi ansiosi di entrare e scatenarsi.
Dopo alcuni minuti siamo all’interno e già faccio vagare lo sguardo qua e là con la speranza di individuare Tania.
La discoteca è stretta e lunga. Specchi di svariate forme attaccati ai muri. L’atmosfera all’interno è già bollente. Il dj, particolarmente su di giri, ha sparato un paio di brani che fanno schizzare il sangue al cervello. Urla euforiche a ritmo di musica si sentono.
“Torno subito! Ho visto un amico” dice Lucas allontanandosi, mentre continuo a guardarmi intorno.
“Ti aspetto al bar” mormoro girandomi teso come un manichino vestito male. Sto aspettando l’occasione per parlare con lui, di Quantik e del Guerriero Luminoso. Voglio capire se quel computer tecnologico è solo un gioco virtuale, come spero che sia. Ma a dire il vero, inizio a nutrire il sospetto che Lucas celi dei segreti.
Il locale è strapieno di gente e la musica rimbomba troppo forte; roba da restare sordi.
Al centro della pista, i maschi, impettiti, si contendono le ragazze single. A destra, nella zona privè, le coppie si sbaciucchiano appassionatamente, spronati dai fari a basso voltaggio conficcati in linea sul pavimento scuro e da una fila di comodi divani neri.
“Un succo all’ananas e due all’arancia per le mie amiche” dice qualcuno con una voce familiare.
Mi volto di scatto. Il cuore a mille. Tania si trova a un passo da me. È la mia opportunità e non devo lasciarmela sfuggire.
Mi sento morire e comincio a tremare. Mentre mille domande mi bloccano. E se mi rifiuta? Se non mi rivolge nemmeno la parola?
Cerco di spegnere le schifezze che urla il mio linguaggio interiore e mi butto. Dopotutto è passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo litigato.
La scruto dall’alto in basso. Ha messo una minigonna bianca e un top dello stesso colore, i capelli sciolti e ondulati color biondo miele le accarezzano le spalle esili. Mi sento a disagio. È più bella che mai.
“Ciao Tania” dico sforzandomi di sorridere.
Sorpresa, lei si volta a guardarmi. Dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzati, dice: “Ti sei deciso, finalmente. C’è ne hai messo di tempo. Diciamo… un’eternità?!”
Non mi aspettavo una risposta del genere.
“Bella serata!” balbetto. Non è quello che volevo dire, ma è sempre meglio di niente.
Intanto il barman porge a Tania un bicchiere con ghiaccio e ananas. Le sue amiche intanto parlottano tra loro.
“Hai aspettato un anno per dirmi bella serata?” dice lei con sarcasmo tagliente.
“Beh io…” sento che sta per sparire la voce e le mani mi sudano. “Io volevo… spiegarti che… cioè in merito a noi. Non volevo mentire”. Faccio un sospiro e sento il viso avvampare. “Sono stato uno stupido. Ho avuto paura di aprirmi e dirti chi sono e come sono”.
“Giusto” ribatte Tania. “Sei stato uno stupido”.
Posa il bicchiere già mezzo vuoto sul bancone e fa un passo verso di me. Ha un atteggiamento tosto.
Il suo solito profumo al cocco mi investe come un camion carico di emozioni e mi ricorda il giorno del nostro bacio.
“Sì, uno stupido e lo sai perché?” dice fissandomi nervosamente. “Non perché hai mentito, bensì per non aver pensato che potevi piacermi così come sei”.
“Sul serio?”
“Lo vedi?” dice. “Se ti guardassi dentro, scopriresti di essere molto più di quello che credi”.
Poi, fortunatamente, cambio discorso e tra noi il clima si rilassa.
Per alcuni minuti rimango a parlare con Tania. Ci scambiamo occhiate lunghe e d’intesa. Sembra un sogno, eppure è tutto vero.
Così a un certo punto decido di farlo: invitarla al ballo. Puoi farcela Matteo, mi dico per incoraggiarmi.
“Devo dirti una cosa” le mormoro all’orecchio. Lei annuisce, è curiosa.
Sento la gola secca. Ordino qualcosa da bere e mi volto verso la pista da ballo per riflettere su quali parole usare. Ma scorgo un viso conosciuto e maligno emergere tra la folla scatenata, quella faccia ghignante da incubo. Tony. Mi ha individuato e urta gli altri sgomitando con foga per aprirsi un varco. Quel randagio sente il mio odore a chilometri di distanza. Che sfiga!
“Torno subito!” borbotto in fretta.
Tania mi afferra un braccio. “ Aspetta! Cosa dovevi dirmi?”
“Ehm…” Mi volto rapidamente a guardare Tony, è già troppo vicino. “Te lo dico dopo”.
“Ok ti aspetto”.
Corro verso il bagno tallonato dal bullo e mi chiudo a chiave in uno scompartimento a caso. Quello di centro. Non ho scampo. Anzi forse sì.
Intanto, chiuso là dentro, spalle al muro sudicio e scarabocchiato, a una decina di centimetri dal water impregnato di schifezze, sento una puzza nauseabonda. Qualcuno ha urinato sul pavimento.
Colpi insistenti alla porta. Quasi la sfonda. “Esci di lì verme!” ringhia Tony. “Tanto devi uscire prima o poi!”
Estraggo subito Jumper dalla tasca, il nuovo telefonino. La mia unica speranza. Scrivo “voglio essere te” pigiando i tasti con le dita che mi tremano e il respiro corto. Inserisco il numero di mio fratello Silvio.
Prego che funzioni, anche se credo poco alla magia. Se diventerò mio fratello e mi ritroverò nel suo corpo possente, giuro che Tony riceverà la lezione che merita, penso. Premo invio e sono certo che non accadrà nulla di tutto questo. Dopo un bip di conferma, invece, il cellulare inizia a vibrare, scintille magiche lo avvolgono come se minuscole fate gli stessero svolazzando attorno. Poi lo scintillio cessa. Anche il ronzio e le vibrazioni.
Scuoto il telefono. Niente.
“Maledizione, lo immaginavo”.
Di colpo, sul display appare il viso ghignante di Velchiorre che dice: “Ti ritroverai in un altro corpo”.
“Ma che diavolo sta…”
A un tratto sento dolori atroci ai muscoli. Mi piego sulle ginocchia. Avverto una nuova energia. Come se una potente aspirapolvere stia risucchiando la mia anima. Sto per vomitare le budella. Sento freddo e caldo allo stesso tempo. Lancio un urlo, poi buio totale…
Stupendo questo racconto.Faccio i miei complimenti all’autore. E’ricco di fantasia e suspence…
Voglio lasciare il mio commento perche’ questo racconto mi e’ piaciuto parecchio!!!!!!Bravo l’autore!!!!!!!
Un racconto ricco di fantasia e creatività. Bravo!!
Questo racconto mi ha coinvolto molto. Tutti abbiamo delle paure nascoste ma basta credere in noi stessi per far uscire tutto il nostro coraggio e farci affrontare anche quelle situazioni che ci sembrano davvero difficili, impossibili da superare. Mi è piaciuto moltissimo perchè oltre ad essere pieno di significato è anche ricco di suspence, di creature fantastiche e di momenti emozionanti. Bravissimo l’autore.Complimenti.