IL GUERRIERO DELLA LUCE di Alessio Scalia – Secondo Livello Adulti. Corso di Scrittura Online

Arrancando, riesco a uscire da quell’ospedale solo al calar del sole. Ma non so cosa fare e dove andare. Rifletto. Solo due elementi possono aiutarmi a tornare me stesso: Velchiorre e quel dannato cellulare che dopo la trasformazione è sparito, probabilmente adesso si trova nelle sue mani.
Una fitta coltre di nebbia offusca la vista. Il cielo è nuvoloso e soffia un vento ghiacciato che mi congela il naso. Nell’aria vige un silenzio rotto di tanto in tanto da qualche auto che sfreccia sulla carreggiata.
Avanzo a passo di lumaca per allontanarmi da quel posto. Moribondo cammino per qualche ora fin quando giungo a pochi isolati da quella che un tempo era la mia casa.
Attraverso la strada e una moto sta quasi per investirmi. Sento una brusca sgommata che mi provoca i brividi alla schiena e per un soffio non vengo travolto. La ruota di mezzo si arresta a pochi centimetri dalle gambe.
“Idiota” urlo al centauro.
“Stia attento al semaforo la prossima volta, è rosso per i pedoni!” ringhia il motociclista.
“Lucas!” dico sollevato e sorpreso allo stesso tempo.
L’uomo sulla moto si solleva il casco, è proprio lui. Con espressione stranita dice: “Signor Velchiorre!”
“È una storia un po’ lunga” rivelo implorando. “Almeno tu devi credermi… non sono Velchiorre, ma il tuo amico Matteo Fugiotti e sono intrappolato in un corpo morente. Ti prego, aiutami!”
“Signor Velchiorre ha battuto la testa?” chiede Lucas.
Grugnisco. Perché non mi crede nessuno?
Prima racconto a Lucas segreti che solo noi due possiamo sapere. Poi riassumo tutto ciò che mi è accaduto al Delirio, e grazie al cielo Lucas è l’unico a prestare fede a tutto ciò che dico.
“Sei proprio messo male amico!” scherza lui. “Cercherò di darti una mano, non sopporto di vederti con quella faccia”.
“Grazie! Non avevo bisogno di sentirmelo dire” replico stizzito.
Ricordo ancora ciò che ho sentito e visto nel filmato in camera sua, decido comunque di fidarmi di Lucas e non dire nulla al momento, anche perché se lo perdessi non saprei a chi altro rivolgermi.
Con difficoltà alzo una gamba e monto a cavalcioni sul mezzo a due ruote.
“Rintracciamo quel lestofante” sibilo.
Lucas guida come uno spericolato e per poco non vomito anche gli occhi. È troppo la moto alla mia età.
Giungiamo sotto casa Fugiotti e sostiamo mimetizzandoci dietro un furgoncino rosso. Dopo una dozzina di minuti, Velchiorre fa capolino dal portone seguito da papà.
Vedere me stesso mi crea una sensazione strana allo stomaco.
Velchiorre sfrutta il mio corpo come se niente fosse, si muove a suo agio. Sale sull’auto di papà per farsi accompagnare chissà dove. Indossa un vestito elegante ed è pettinato in modo impeccabile.
“Come può essere così spregevole” esclamo a denti stretti.
Lo costringeremo a ridarti la tua vita!” promette Lucas.
A quel punto mi balza qualcosa in mente e ricordo… è il giorno del ballo di fine anno! Da tempo sognavo di andarci con Tania, ma penso di avere altre priorità per il momento, come quella di salvarmi la pelle. Sconfortato, cancello quel sogno dalla mente.
La Mercedes scura di papà parte lentamente e noi la seguiamo a distanza, senza farci notare. Una volta che l’automobile si arresta nei pressi della scuola Archimede, mi lascio sfuggire Velchiorre per qualche secondo.
In mezzo ai tanti ragazzi che circolano vestiti in modo distinto, scorgo lei: Tania. Indossa un abitino rosa attillato, i capelli raccolti in un fermaglio a farfalla con dei boccoli che gli penzolano davanti agli occhi e il viso leggermente truccato. È un incanto! Ma ha scioccarmi è Velchiorre, che fingendo di essere me, con piglio deciso, tende la mano verso Tania e la accoglie in un abbraccio. Inconcepibile, penso con un’onda di invidia animalesca che mi pervade dalla testa ai piedi. Mi ha soffiato anche la ragazza! Dovevo essere io il suo cavaliere. E Tony non è nei paraggi, pronto a menarlo. Surreale!
La scuola è un edificio moderno color perla, circondato da ampie panchine e lunghe file di alberi. Ci nascondiamo dietro un tronco e scendiamo dalla moto, finalmente. Da lì la veduta è perfetta. Devo solo scegliere l’attimo adatto per intervenire e beccare il furfante, facendo però attenzione a non spaventare Tania.
A un certo punto noto che la fanciulla è stata circondata dalle sue amiche e Velchiorre attende in disparte. Staranno discutendo di vestiti o scarpe. Le ragazze sono fatte così.
Ora! Mi dico.
Sfrutto l’attimo buono e sorprendo di spalle Velchiorre. Lo strattono per la collottola. “Lurido imbroglione! Devi ridarmi il mio corpo”.
Si volta di scatto e una scintilla maligna le luccica negli occhi.
“Non ci penso nemmeno” ringhia con ferocia. Poi a sorpresa e con atteggiamento da finta vittima grida: “Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”
Tre o quattro ragazzi si scaraventano addosso a me come dei giocatori di rugby, in difesa di Velchiorre. Pensano che sia un vecchio maniaco.
All’impatto violento ruzzolo, per poco non mi spezzo il polso e il resto delle ossa. Avverto fitte di dolori alla schiena, alle ginocchia e come se non bastasse, dopo essere stato picchiato, Velchiorre mi assesta un ultimo tremendo calcione alle costole.
Emetto un grido stridulo. Non ho la forza di reagire, di alzarmi e combattere per i miei diritti. Sono finito. Anzi credo di stare per morire.
Velchiorre si allontana con Tania. Mano nella mano li vedo sparire, insieme alle mie ultime speranze.
La vice preside, con la faccia ringhiante si arresta a un passo da me. “Ho visto tutto! Si vergogni, alla sua età menare i ragazzini. Se ne vada o chiamo subito la polizia”.
“Ma io… non è come sembra” protesto. Tento di rialzarmi senza successo.
Lucas mi soccorre abbastanza in ritardo, sorretto dalle sue spalle mi rimetto in piedi e zoppico vistosamente. Raggiungiamo una panchina in pietra a una ventina di metri dall’ingresso della scuola come fosse un grande traguardo e mi lascio cadere su di essa con un respiro. Sconfitto e malconcio sono consapevole di aver perso la battaglia.
“Quell’impostore non mi ridarà mai la mia vita” commento.
Dei flash sul funerale che mi attende di lì a poco mi attraversano la mente. Quando morirò non ci sarà nessuno in chiesa a piangermi, nemmeno i miei genitori, forse solo un paio di persone che non conosco nemmeno. Sospiro come un perdente. Solo e vecchio, abbandonato a un crudele destino.
“Come ti senti?”. Lucas mi mette una mano sulla spalla.
Una lacrima mi riga il viso. Scuoto la testa e tiro col naso. “Avrei dovuto frequentare il liceo. Fare scherzi idioti ai miei amici. Viaggiare. Sposare la donna dei miei sogni e festeggiare il natale con i miei figli, magari portando i regali travestito da Babbo Natale”.
Mi asciugo le lacrime e osservo il cielo. “Non potrò mai fare niente di tutto questo. E la cosa che mi rattrista di più, e che oltre a te non posso raccontarlo a nessuno”.
Lucas comincia a fissarmi in modo strano. “Avverti qualcosa? Un energia strana? Bruciori al petto?”.
“Fitte di dolore!” rispondo. “Dolore di ogni genere”.
“Non parlo di quelli!” ribatte. “Energia. Potere che affiora da dentro. Magia”.
Ciò che dice mi crea una reazione inaspettata. Di collera. Scatto in piedi. “Ma perché cavolo mi fai queste domande? Al posto di chiedere stupidaggini potevi aiutarmi e intervenire quando quel bastardo si divertiva a prendermi a calci come fossi un cane randagio”.
“Allora non senti nulla? Nessun potere affiorare?” insiste.
“Cosa diavolo stai blater…” mi interrompo immediatamente. “Ho capito a cosa alludi. Ti riferisci al Guerriero Luminoso? Tu credi che sia io?”
Lucas abbassa gli occhi. Per qualche secondo non riesce più a guardarmi. “Sarà meglio che ti dica tutta la verità”.
“Avanti, parla!” grugnisco infervorato. “Cosa c’è sotto?”
Si siede sulla moto, sospira sconsolato. “Matteo, io non appartengo a questo universo. Vengo da Dorax, un’altra dimensione. Sono qui per cercare il Guerriero Luminoso. Credevo fossi tu, ma mi sono sbagl…”.
“Allora quel filmato di Quantik è reale?!” lo interrompo bruscamente.
Annuisce. “So che lo hai visionato!”
“Chi sei? E chi è Quantik? Che posto è Dorax?” comincio a fargli una domanda dietro l’altra e man mano il tono delle parole diventa sempre più aspro. Poi mi blocco. Mi lascio cadere nuovamente sulla panchina.
“Non ha più importanza, tanto sto per morire” sussurro in tono spento.
“Invece ha importanza!” fa Lucas per tutta risposta. “Ciò che devi sapere è che la tua attuale situazione è tutta una montatura. Non sei vecchio, e non sei malato.” Scende dalla moto e si guarda in torno. “Potete uscire, giù la maschera!”
Come per magia, si materializzano dal nulla Tony il bullo e Velchiorre nel mio corpo giovane, che pochi secondi prima era mano nella mano con Tania.
“Incantesimo? Che significa tutto questo? Tu conosci Tony?”
“Ti presento il mio assistente: Tony Trasmox. Menansio era un cognome finto. Sa usare il teletrasporto, eseguire piccole magie e recitare bene la sua parte. Cioè, quella del bullo”. Dice Lucas lasciandomi di stucco.
“Scusami amico. Non volevo torturarti” mormora Tony, accennando un sorriso per la prima volta.
Sono letteralmente confuso. Attonito.
“E lui è il mago di Dorax, Velchiorre” continua Lucas indicandolo. “Ovviamente riesce a mettere su incantesimi complicati, come quello di far trasmigrare l’anima in un altro corpo o trasformarsi in un architetto”.
“Era un imbroglio! Non era tuo padre, e tu sapevi tutto. Ridatemi la mia vita!” abbaio.
Lucas fa un cenno. Velchiorre recita una frase magica e subito dopo torno a essere me stesso. Matteo Fugiotti in persona. Fresco, agile, pieno di vita. Non posso crederci.
Il mago Velchiorre riacquista il suo squallido aspetto.
Non ho il tempo di gioire perché sento montare un’ira infernale. “Lucas tu non sei mio amico. Perché mi avete fatto questo? Siete pazzi?”
Ho voglia di prenderli a pugni, tutti e tre.
Lucas mi scuote le spalle per calmarmi. “Lascia che ti spieghi. Come già tu sai, stiamo cercando il Guerriero Luminoso. Trovarlo è di importanza planetaria. Il bene e il male di mondi e universi potenti che tu non conosci, stanno per scontrarsi, e solo quel ragazzo predestinato può combattere Scurion, la creatura più potente e malvagia dell’oscurità che minaccia di conquistare i tredici mondi; almeno così dice l’oracolo”.
Lucas si rischiara la voce. Poi prosegue. “Matteo… Io pensavo solo che tu dovessi sbloccare i poteri. Pensavo fossi inconsapevole delle tue straordinarie capacità. Per questo Tony ti ha assillato e provocato tutto l’anno scolastico, provocandoti rabbia e sentimenti di vendetta. Ma non hai reagito. Non ha funzionato. Così, in seguito, ti ho fatto credere di essere vittima di un incantesimo mortale, con l’aiuto di Velchiorre e di un cellulare. Ma ha fatto cilecca anche questo tentativo, tra l’altro rischioso. Ho capito che il Guerriero Luminoso non puoi essere tu. Ti ho fatto del male. Basta. Cercherò mio fratello da un’altra parte”.
La voce di Lucas è condita da un velo di tristezza.
“Tuo fratello?” chiedo.
“Si!” Annuisce. “Tanto tempo fa i miei genitori lo hanno lasciato qui a Meganvill per nasconderlo a Scurion. Conoscevano già il destino che lo attendeva”.
Il viso di Lucas si riga di lacrime. “Poi entrambi sono stati massacrati dagli scagnozzi di Scurion, creature orrende che provengono dalle tenebre. Mamma e papà si sono sacrificati per proteggere lui. Ma se non lo ritrovo saranno morti invano. È l’unico componente della mia famiglia rimasto in vita, spero, ed è l’unico che può sconfiggere il male”.
Le parole di Lucas mi mettono il cuore sottosopra. Scorgo delusione e angoscia nel suo volto cupo, come non mai.
Mi giro e vedo Tania che sta per raggiungermi. Probabilmente il suo cavaliere e scomparso dalla sua vista all’improvviso e si è preoccupata.
“Vi auguro buona fortuna… ma lasciatemi in pace” dico con il tono di chi annuncia un addio. “Non m’importa nulla della magia e dei vostri mondi. Andatevene da dove siete venuti”.
“Tra pochi minuti non ricorderai nulla di noi. Velchiorre farà un incantesimo alla tua memoria” mi informa Lucas. “Volevo comunque dirti che sei un buon amico”.
“Grazie! Non posso dire lo stesso di te. Meglio cancellare i brutti ricordi” commento. Senza aggiungere altro, con freddezza glaciale, avanzo per fare l’incontro a Tania e ricominciare a vivere. Almeno ho conquistato lei. Un pizzico di fortuna…
Prima che la riabbracci, alle mie spalle sento un lampo che squarcia l’aria. Vengo aggredito da un verme gigante. Lo schivo per un soffio. Inorridito, mi rendo conto che non è un verme, ma un mostro che somiglia vagamente a una piovra. Al posto dei tentacoli ha una dozzina di vermi lunghi dieci metri che guizzano da tutte le parti, con piccole teste assetate di sangue all’estremità che fanno schioccare le robuste mascelle. Al centro della creatura immonda, noto un’altra testa, ma dalle sembianze umane, grossa come quella di un elefante, con occhi verde rettile e una fila di denti aguzzi. Il cranio privo di capelli, deforme e bitorzoluto.
Solo nei film ho visto mostri tanto orrendi. Questa però è la realtà, e io non sono un attore.
Un altro essere identico si materializza alle sue spalle. Adesso le creature sono due e fanno molta più paura.
Tania emette un grido terrorizzato e resta paralizzata sul posto. Con la rapidità di una frusta in azione, un tentacolo viscido, le avvolge il bacino e la solleva in aria tra le urla disperate che echeggiano di tragedia.
“Taniaa nooo!”
“Acodroidi!” dice Lucas spintonandomi. “Mettiti al riparo Matteo”.
Velchiorre e Tony si uniscono a lui in un trio che da inizio a una battaglia magica.
Lucas fa esplodere palle di luce verso i vermi che una volta colpiti emettono strida grottesche.
Velchiorre recita incantesimi e fa scoppiare la testa di qualche verme. Ma impiega troppo tempo.
“Punta dritto alla testa centrale” suggerisce Lucas al mago. “Così lo ucciderai”.
“Non riesco, è troppo potente” replica lui.
Tony fa quel che può, più che altro crea scudi energetici per parare gli attacchi.
“Salvate Tania!” li supplico. “Salvate Tania, vi prego!”
Sembra che nessuno mi stia dando ascolto.
Tremo. Voglio fuggire e mettermi in salvo. Questa volta no, penso a pugni serrati. Tania è in pericolo. Devo fare qualcosa. Un moto di coraggio insolito mi spinge ad avvicinarmi alle creature assassine. Uno dei vermi spalanca i denti e si allunga verso di me come un cobra affamato. Non ho un’arma e non so compiere magie. L’unica reazione che riesco a produrre è chiudere gli occhi e tentare di sganciare un pugno.
Sento un tonfo e sibili. Non accade nulla. Sono ancora vivo. Niente carne lacerata, morsi velenosi o stritolamenti.
Cosa è successo?
Apro gli occhi e scorgo davanti a me un muro di luce bianca che mi ha protetto. Lancio uno sguardo per capire chi ha creato quell’effetto magico, ma prendo coscienza che sono tutti impegnati nel combattimento. Poi, osservo le mie mani. Sussulto. Faccio un passo indietro. Dai palmi scorre energia. Sembrano due tubi da cui sgorga un flusso luminoso a volontà che poi circola in tutto il corpo.
“La luce” esclamo. “Io sono luce!”.
Ho paura e nello stesso istante che la provo lo scudo protettivo scompare e il flusso rallenta.
La faccia raccapricciante del verme si scuote e riprova a divorarmi con più veemenza. Penso a una spada e me la ritrovo tra le mani in un microsecondo. Luminosa, bianca, con l’elsa dorata. Non ho il tempo di valutare se sia vera e affilata. Il suo peso è leggero, pare non abbia nulla in mano. Dubbioso, faccio vorticare la lama in aria, e la testa del verme si stacca dal corpo, gemendo e dimenandosi per qualche secondo ancora, tra fiotti di sangue grigiastro che schizzano come un erogatore impazzito.
La spada è vera!
Incredulo, sgrano gli occhi e giungo alla conclusione che sono… il Guerriero Luminoso. Non c’è altra spiegazione.
“Bravo!” si complimenta Lucas fissandomi con occhi lampeggianti come se avesse appena scoperto un tesoro. “C’è l’hai fatta alla fine”.
“Grazie” balbetto. “Io non so…”.
“Concentrati, respira e pensa a ciò che ti può tornare utile in combattimento. Armi o potenze naturali come il vento, o il fuoco” suggerisce.
“Perché allora tu lanci solo piccole sfere luminose? Crea qualcosa di più potente” lo rimbecco.
“Non posso!” ribatte lui con voce soffocata, mentre si sforza di tenere a bada un verme. “Ma tu sì. Potresti anche scatenare una tempesta o far esplodere una bomba atomica di luce. Il Guerriero Luminoso è in grado di distruggere una città intera con i suoi poteri!”
Intanto, l’Acodroide che tiene sospesa in aria Tania, tramite uno dei suoi tentacoli, sembra intenzionato a divorarsela. Ha spalancato la bocca dalla dentatura degna di uno squalo e la sta trascinando a se.
Ho pochi secondi per agire. Sento i muscoli atrofizzati e la mente in tilt.
Lucas e gli altri sono alle prese con i tentacoli vivi che per risposta, hanno cominciato a contrattaccare sputando una sostanza schiumosa e giallognola; una sorta di acido che scioglie la corteggia di alberi come fosse burro e crea solchi di un metro nel terreno, ribollendo e gorgogliando a effetto lava.
Una massa schiumosa raggiunge la panchina dove ero seduto poco prima. In poco tempo ne rimane solo una piccola pietra sfrigolante.
Se mi colpisce uno di quei sputi micidiali, il mio corpo sparisce in meno di un minuto, riducendosi in poltiglia, penso mezzo tramortito.
Tania sta per essere masticata da una piovra affamata. Non c’è più tempo. Scosso da tremiti, vago tra varie soluzioni, alla fine opto per quella più rischiosa …
Lancio un urlo e mi catapulto verso l’Acodroide come un guerriero invasato. Senza temere la morte.
Una pioggia di sputi acidi mi piomba in testa.
Bolla, penso istintivamente. Una sfera azzurrina appare intorno a me, proteggendomi. Poi spicco un salto e immagino un forte soffio di vento luminoso che sradica Tania dalla gola già spalancata e gorgogliante dell’Acodroide.
La ragazza piomba giù, libera. Ancora sottoshock riesce ad allontanarsi sana e salva.
Faccio un sospiro di sollievo.
Il mostro che ha perso la cena non la prende bene. Muove uno dei tentacoli rapidamente, approfitta della distrazione e mi sgambetta. Barcollo e cado. Disteso e dolorante divento preda facile.
Due o tre vermoni si scagliano contro di me con furia ceca.
Alle mie spalle interviene Lucas che per fortuna riesce a tenerli a bada. Così ho il tempo di rialzarmi e riprendere il controllo.
“Grazie!” dico.
“Prego, fratello”.
Le due creature immonde capiscono di aver perso la battaglia e battono in ritirata. Una sparisce tempestivamente in uno squarcio ombroso che aleggia nell’aria come fosse un tunnel. Prima che l’altra la segua a rotta di collo in quell’apertura, che di certo porta all’inferno, sento divampare un’energia pulsante nelle mani che scorre a cascata.
“Boom!” mormoro con rabbia. Immaginando uno scenario di sangue. Un boato improvviso.
Il secondo Acodroide viene colpito da un fulmine. Esplode. Brandelli di verme e sangue grigiastro dappertutto. I tronchi degli alberi imbrattati e i mattoni chiari del pavimento in pietra si tingono di budella e cervella spappolate. Alcuni schifosi e viscidi pezzi di carne me li ritrovo anche attaccati ai vestiti.
Un orrore!
Sono stato io a fare quel macello?
Riprendo a respirare con normalità. Sono debole, sudato e atterrito.
Adesso torno con la mente a quando avevo sette anni, al circo. Vaghi ricordi, uno più nitido degli altri: ho ucciso io quella tigre, con una spada luminosa creata da me stesso, per salvarmi la vita.
Riesco a dominare la luce!
So anche che quel filmato è vero. Quantik è un essere reale e io… sono il Guerriero Luminoso.
Lucas mi abbraccia. Gli trema il labbro inferiore e anche la voce.
“Sei tu! Non temere, le stelle sono il marchio di Dorax” sussurra. “Sei mio fratello. Finalmente ti ho trovato!”
Non so che dire. La mente è in confusione. Non posso contrariarlo. Ho appena fatto saltare in aria un’accozzaglia demoniaca grossa come un elefante. Governo la luce, ma ancora nutro tanti dubbi. I miei veri genitori sono davvero morti? Possibile che per tutti questi anni mamma non mi ha detto nulla?
Ho bisogno di tempo e risposte per metabolizzare la nuova situazione. Quindi resto cauto e non ho una reazione adeguata a chi ha appena scoperto di avere un fratello maggiore.
Alcune persone che hanno assistito al combattimento e a tutto quel trambusto si avvicinano, incredule. Parlano tra loro di ciò che hanno visto.
Velchiorre si affretta a recitare un incantesimo e fa sparire all’istante i brandelli del mostro sparsi ovunque. Poi, il vecchio ne getta un altro eliminando i file dalla memoria delle persone che hanno curiosato, Tania compresa.
“Non ricorderanno nulla” dice Velchiorre ridacchiando. “È come se gli Acodroidi non fossero mai stati qui. È meglio se gli umani per adesso non vengano a sapere dell’esistenza di mostri e creature degli altri mondi”.
La massa, con l’espressione di chi non capisce il perché e il come si trovi lì, si dilegua in pochi minuti. L’incantesimo di Velchiorre ha funzionato.
Infatti, Tania mi sta chiamando: “Allora Matteo, vogliamo andare! Non si fanno attendere le ragazze”.
La paura sembra sparita dai suoi occhi.
Mi volto verso Lucas consapevole che noi due dobbiamo ancora parlare.
“Possiamo discutere dopo il ballo? È una vita che aspetto questo momento!” chiedo a Lucas.
“Lo so, mi hai arrostito il cervello con questa storia. Vai” mormora lui. “A dopo”.
Sono frastornato per tutto ciò che è accaduto. Tania non ricorda che gli ho appena salvato la vita. E preferisco non dirglielo.
Gli afferro la mano sforzandomi di sorridere e di godermi la serata, ma sono convinto di non poterci riuscire a pieno.

4 pensieri su “IL GUERRIERO DELLA LUCE di Alessio Scalia – Secondo Livello Adulti. Corso di Scrittura Online

  1. Questo racconto mi ha coinvolto molto. Tutti abbiamo delle paure nascoste ma basta credere in noi stessi per far uscire tutto il nostro coraggio e farci affrontare anche quelle situazioni che ci sembrano davvero difficili, impossibili da superare. Mi è piaciuto moltissimo perchè oltre ad essere pieno di significato è anche ricco di suspence, di creature fantastiche e di momenti emozionanti. Bravissimo l’autore.Complimenti.

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