CAPITOLO V
L’ingresso del palazzo era praticamente sul lungomare, sulla via costiera che conduceva a Leuca e si affacciava sulla stessa piazzola del ristorante dove la Cova aveva passato la serata con le amiche. Il portale d’accesso era maestoso anche se parecchio decadente. Salirono i pochi gradini che li separavano dal campanello, un’elegantissima governante venne ad aprire. Attendeva il fratello del defunto che tardava ad arrivare, spiegò dovo aver considerato il mandato di perquisizione e accompagnandoli verso lo studio di Frontini. La villa era stata affittata circa quattro mesi prima, momento a cui aveva corrisposto l’assunzione dell’anziana signora e del giardiniere che aiutava in casa e si occupava delle numerosissime piante floreali ospitate nelle stanze di rappresentanza della villa. Entrambi avevano avuto l’ordine di riassettare nei minimi dettagli ogni cosa, ad eccezione della sua scrivania, a cui provvedeva di persona regolarmente. Entrarono nella vasta sala absidata in fondo al corridoio, percorrendo un salone dal pavimento mosaicato con disegni geometrici. Melissano ringraziò e si accomodò dietro l’ampia scrivania. I cassetti erano aperti ad eccezione di quello principale. Mentre il commissario si dava da fare per forzare la serratura, di cui la governante non aveva assolutamente la chiave, Anna si aggirò fra le pigne di libri e riviste ben ordinate sul tavolino vicino alla sceslong orientata verso l’ampia vetrata che dava accesso al balcone con vista sul mare: erano tutte dedicate all’arredo termale, nonché all’architettura d’interni, all’abbattimento delle barriere architettoniche e, curiosamente, alle stanze del sale oltre che allo sfruttamento delle fonti d’acqua calda subacquee. Da una di esse sporgeva una fotografia di una grotta, dietro recava delle scritte:
15 maggio, con amore. Natali. Ad un passo dal Paradiso.
Anna annotò mentalmente la cosa e tornò verso il commissario che, uscito vittorioso dalla personale lotta col cassetto, analizzava con cura il contenuto: pochi fogli di carta intestata, alcuni indirizzi e numeri di telefono su post-it sparsi, alcune banconote. E infine, un agenda. Aprirono interessati e scorsero con attenzione tutto il calendario fino alla giornata odierna. La scrittura minuziosa dell’amministratore riportava impegni ed appuntamenti, pochissimi pensieri e nessun commento in particolare che attirasse la loro attenzione. Fino al 28 settembre 2012, ore 11. Il giorno in cui era stato ritrovato il cadavere. Appuntamento con Sindaco in Comune. Solo un piccolo appunto accompagnava la scritta: vedi preventivo gara d’appalto. Sfogliarono fino in fondo l’agenda a ritrovarono proprio il riferimento a quanto scritto: un foglietto ad uso interno, stracolmo di cifre che evidentemente confermavano la richiesta di disponibilità economica per un progetto da concordare proprio quella mattinata, alla presenza delle autorità. Il commissario ritornò ancora per un istante sulla data presunta dell’omicidio, 27 settembre: nulla era previsto in serata. O per lo meno, nulla che Frontini avesse voluto annotare. “O qualcosa di troppo scontato, o qualcosa di troppo importante che per nulla al mondo si sarebbe dimenticato. Due bicchieri, una bottiglia di champagne. Intatta. Del lassativo. Improbabile fosse ad uso personale.” si disse l’uomo fra sé. “Questa la prendiamo per controlli” – apostrofò la governante da cui si fecero accompagnare alla porta dopo una breve visita alle altre stanze. Così, ringraziando, si congedarono. Fu proprio in quegli istanti che Renzi telefonò: “Dotto’, De Bellis ha acconsentito. Sembrava divertito. Se la rideva, direi proprio. Porto il materiale a Lecce per il controllo e ritorno da voi, va bene?”
“Vai, Renzi, vai! E facci sapere il prima possibile.” Riattaccò.
“De Rosa, il medico ha acconsentito. Renzi sta portando il tutto a Lecce per il controllo. A noi rimane ancora una cosa da fare.”
“Il Sindaco.”
“Naturalmente. Cosa ne pensi?”
“Se questo era il progetto che teneva nascosto, non sarebbe mancato poi molto al botto. Ha visto le cifre? Mica spicci! Penso centrasse qualche riammodernamento alle sale dello stabilimento. Ho dato un’occhiata alle riviste che Frontini leggeva. Grotte di sale, sfruttamento di fonti sotterranee. Roba così.”
“Va bene, De Rosa. Ultima visita al Sindaco e poi aspettiamo Renzi, ce ne torniamo ad Otranto per oggi.”
Fecero i gradini che li separavano dalla via che li avrebbe portati in Municipio. Erano fortunati: il Sindaco era in sede. L’uomo anziano li accolse educatamente, li fece accomodare e chiese per primo ragguagli sulle indagini. Melissano non si sbottonò e passò al contrattacco.
“Sappiamo che avevate in previsione un incontro per stamane qui in Comune, non è così?”
“Sì, è così. Lo attendevo per le 11 circa con Jenny Barbieri, amministratrice del centro benessere qui, poco più avanti: Domus Aquae. Da qualche tempo abbiamo un avanzatissimo team di speleologi che setaccia la zona per lo studio delle grotte. La costa ne è strapiena. Bene, da qualche mese ne avevano ritrovata una degna di nota per la straordinaria concentrazione salina nelle pareti. Ne sono stato informato circa due settimane fa. Frontini fu da subito interessato alla cosa quando gliene parlai: mi diede lo spunto per indire una gara d’appalto che ne permettesse l’affitto. Di questi tempi i Comuni non hanno più manco gli occhi per piangere: qualche introito non avrebbe fatto che bene. Avevo chiesto così un incontro stamane a lui e alla Barbieri, per par condicio. Gestiscono… gestivano i due principali centri benessere della città. All’inizio Frontini era contrariato: voleva naturalmente l’anteprima. Poi cedette: non era da lui fugare le sfide.”
“Aveva avanzato qualche scusa per by-passare l’incontro?”
“No, assolutamente. Anzi. L’ho sentito proprio ieri per confermare.”
“Va bene. E la signora Barbieri?”
“Nemmeno. Era incuriosita dalla cosa di cui sapeva ancora pochissimo. Comunque per correttezza ho rimandato l’incontro, in vista di un nuovo amministratore delle terme.”
“Dove possiamo trovare la Barbieri?”
“Al centro, dopo le poste sulla sinistra, naturalmente. Vedrete l’insegna sul portone d’ingresso, non potete sbagliare.”
Si salutarono con cortesia e commissario e ispettore attraversarono la piazza per discendere verso la strada. Trovarono Renzi che li aspettava: nessuna nuova sul DNA. Decisero di rimandare al giorno successivo la visita a Jenny Barbieri e tornarono ad Otranto, stavolta per la strada principale.