Intervista con Nicola Brunialti

Ciao Nicola per i giovani amici che ancora non ti conoscono ti va di presentarti? Ti avverto; sono curiosi. Vogliono sapere tutto quello che ai grandi solitamente non interessa.

Allora, cominciamo dall’inizio. Sono nato a Roma nel 1972.Ho fatto il pubblicitario per più di dieci anni nelle più importanti agenzie d’Italia e poi in un’agenzia tutta mia.Ho scritto spot per Crodino, per Sanbittèr, per Q8. E sono stato autore della campagna del vigile urbano per Tim, con Christian De Sica, la campagna per Telecom Alice,
con Abatantuono ed Elena Sofia Ricci, e quella Alitalia, con Raul Bova.

Da quasi dieci anni, insieme a Mauro Mortaroli, sono anche autore delle avventure di Bonolis e Laurenti nel Paradiso Lavazza.Nel frattempo mi sono sempre più appassionato al mondo dei bambini.

Così ho scritto una ninna-nanna intitolata “Dormono tutti”, che chiude “Presente”, l’ultimo album di Renato Zero.E nel 2009, sono stato fra gli autori della trasmissione “Chi ha incastrato Peter Pan”, condotta da Paolo Bonolis.

Non contento, ho pubblicato due libri di filastrocche: “La mucca fa bee” (Edizioni Lapis) e “A Natale fanno pace” (Edizioni Lapis). E un libro sul bullismo intitolato “La maledizione del lupo marrano”( Edizioni Lapis).

Il mio primo romanzo “Pennino Finnegan e la fabbrica di baci” (Edizioni Lapis) è stato vincitore del Premio Critici in erba 2010, un premio a cui tengo molto visto che viene dato da una giuria di soli bambini.A ottobre 2010 è uscito il mio secondo romanzo intitolato “Il fantastico viaggio di Willy Morgan” (Edizioni Lapis).

E ora qualche curiosità: Abito a Roma e sono tifoso della Roma.Sono sposato con Angela.Ho un fratello che si chiama Alessandro e fa il fotografo.Adoro leggere fumetti, soprattutto Dylan Dog e Martin Mystere.Il mio scrittore prefererito si chiama Jonathan Carroll, uno scrittore americano di romanzi un po’ “fantasy”.Il mio libro del cuore è “Alice nel paese delle meraviglie”Adoro la musica italiana (Jovanotti e la Pausini) e le canzoni di Pink.Mi piace molto anche ascoltare musica classica, soprattutto pezzi con il pianoforte.Da piccolo sognavo di fare l’archeologo, il pittore o lo scrittore.

Ah, dimenticavo, sono anche pronipote di Alessandro Manzoni.

Parliamo del tuo romanzo IL FANTASTICO VIAGGIO DI WILLY MORGAN. Chi sono i protagonisti principali? Come hanno preso vita e forma nella tua mente?

Ho deciso di scrivere un libro sugli amici immaginari prendendo spunto dagli amici immaginari dei tanti bambini che conosco.Alcuni nomi che trovate nel libro, come Dondolonde, Bugsy e Parapillo, li ho presi in prestito proprio da loro.

Sono stati i loro racconti che mi hanno fatto tornare in mente il mio amico immaginario, un orsacchiotto che casualmente si chiamava Teddy…

Un giorno mi sono chiesto: dove vanno a finire gli amici immaginari?Possibile che spariscano quando nessuno li pensa più?E se ci fosse un mondo in cui vivono grazie ad un segreto?

Da qui è partita l’idea per il libro.

In un mondo come il nostro, in cui la realtà e il sogno sono già tutti preconfezionati, come nei videogiochi, al cinema o in televisione, avevo voglia che i ragazzi tornassero a usare la fantasia per realizzare i propri sogni e cambiare le cose che non gli piacciono!

In fondo anche gli inventori e gli scienziati usano la fantasia.Senza immaginazione saremmo ancora all’età della pietra!

Come hai capito che avresti dovuto raccontare le loro avventure su carta?

In realtà il mio libro aveva anche un secondo scopo, il vero motivo che mi ha spinto a scrivere questa avventura:volevo spingere i ragazzi a raccontare al mondo quel novanta per cento che ognuno di noi tiene nascosto sotto la superficie della realtà, sotto la superficie di quel dieci per cento che mostriamo agli altri.

Proprio come alla fine del libro riuscirà a fare Willy Morgan. Un ragazzino di tredici anni che passa il tempo ad essere smutandato davanti a tutti a scuola, senza avere il coraggio di affrontare le sfide che gli si presentano nel corso della vita, sia a scuola, che in famiglia, che in amore.

Willy è un ragazzo che preferisce non partecipare proprio.

Fin quando, grazie a questo viaggio nel mondo degli amici immaginari, riesce a comprendere che tutte le virtù e le qualità che ha riservato al suo amico immaginario in realtà ce l’ha anche lui!

Come è stato viaggiare, e scoprire, il regno di Ulan Batok dove abitano tutti gli amici immaginari?

La meraviglia di un mondo immaginario è che ti permette di metterci dentro tutto quello che ti viene in mente, senza nessun limite: scimmie che fumano sigarette di cioccolata, tirannosauri fifoni, lottatori di wrestling, principesse bellissime, funghi-porcelli, felicotteri, porcofanti e tribù di minuscoli uomini delle caverne!

Insomma, il territorio ideale per qualunque scrittore!

Spero che anche i lettori compiano lo stesso viaggio, immaginando il loro personalissimo mondo immaginario.

E riempiendolo di tutte quelle cose che hanno affollato i loro sogni fin da quando erano piccoli.

Cose che secondo me, non vanno mai perse!

Sei riuscito a trovare anche il tuo di amico immaginario?

Come ti dicevo prima, il mio amico immaginario era un orsacchiotto di nome Teddy. In realtà non era proprio immaginario, perché era un orsacchiotto vero e proprio, con cui ho dormito fino alla fine delle elementari.

Con lui ridevo quando guardavamo un film, con lui piangevo quando venivo rimproverato, a lui confidavo tutti i miei segreti.E con lui ho affrontato la mia prima operazione. Quella volta mi accompagnò a togliere le adenoidi!

La scrittura e la lettura, credi, che possano diventare fedeli amici al pari di tirannosauri fifoni o orsi di peluche vestiti da pirata?

È quello che spero. Vorrei che, anche grazie ai miei libri, i bambini si affezionassero alla lettura. Perché leggere, oltre che allenare il cervello, rende liberi! E ci concede gli strumenti per capire se quello che ci dicono gli altri è vero o falso!

Lo stesso vorrei per la scrittura. I bambini dovrebbero imparare a trascrivere le proprie emozioni e le proprie idee.

Solo così si riesce a mettere a fuoco i propri pensieri. E si fa pace con le proprie paure.

Che bambino era Nicola. Eri simile a Willy?

Credo che Willy sia il personaggio che mi assomiglia di più.

Proprio come lui anche io passavo il tempo a disegnare, su qualunque cosa mi capitasse a tiro. Proprio come lui avevo sempre la testa “fra le nuvole” e mi considravo un immagonatore. Proprio come lui, il mio mito era Vincent Van Gogh, un personaggio che amavo più dei calciatori o delle rockstar!

E proprio come lui ho fatto i tutto per realizzare il mio sogno: diventare scrittore.

Perché in questi 38 anni ho capito bene una cosa: i sogni sono lì pronti ad essere realizzati. Anche voi, ora, scegliete il vostro e datevi da fare!!

 GRAZIE NICOLA!!!

SITO INTERNET NICOLA

5 pensieri su “Intervista con Nicola Brunialti

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