L’idea è tanto semplice quanto geniale: recitare poesie e incipit di romanzi a richiesta, per pochi spettatori- al massimo quattro- che possono scegliere tra circa cinquecento poesie e più di 200 romanzi.
Istruzioni per l’uso: ci si ferma, si sceglie da una sorta di catalogo, dove i brani e le poesie sono divisi per autore e per argomento, ci si siede su delle bellissime sedie piene di parole e si indossano delle cuffie, ammettiamolo sono degli imbuti da tanica rivestititi elegantemente con del velluto rosso sipario, frutto anch’esse dell’estro dell’attrice, in modo da poter ascoltare la sua voce amplificata in modo naturale e come un cordone ombelicale, senza il disturbo di rumori esterni.
L’effetto è davvero emozionante: la singolarità dell’idea, la bravura di Rosetta Martellini, attrice di prosa e docente di dizione poetica, e il carattere “estemporaneo” rendono questa esperienza unica, una lettura personalizzata, un incontro intimo, confidenziale e sorprendente.
L’esperimento si rivela così una bella dimostrazione d’amore per la poesia, troppo spesso rinchiusa in nicchie elitarie, come se davvero fosse per pochi. La poesia resta una zona off, un segmento elitario della cultura, una roba per pochi, aulica, ermetica, demodé, intimista, fuori luogo e fuori tempo.
Il Juke-box di poesia non è uno spettacolo teatrale e non è teatro di strada, non è un reading di poesia, perché è il pubblico a scegliere cosa vuole ascoltare, ma è una animazione poetica, una “cura” inaspettata, un virus in espansione, una contaminazione sana e leggera, che può andare avanti per quasi 3 ore coinvolgendo il pubblico di tutte le età.
Rosetta Martellini è riuscita a portarla in strada e farla vivere con la semplicità e la generosità dei “santi”, che “non sanno quello che fanno” ma lo fanno perché sono guidati da una “rivelazione” che non possono abbandonare.
dove dove????