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“Il libro sul computer”: Incontro virtuale con Moony Witcher

Il blog Emozioni in corso presenta
Il libro sul computer”: speciale NINA va a scuola
Incontro virtuale con Moony Witcher

Dopo il successo del primo Gruppo Lettura online sul blog Emozioni in corso di Nina e il Numero Aureo, il nuovo capolavoro della serie della Bambina della Sesta Luna di Moony Witcher, durante il quale l’autrice ha incontrato virtualmente i suoi lettori, e dopo l’evento del 15 dicembre scorso, durante il quale Moony è stata intervistata in videoconferenza dai bambini della classi 5 della Scuola Primaria di Ammeto-Marsciano della provincia di Perugia, nell’ambito della manifestazione, “Nina va a Scuola”, torna “Il libro sul computer”: le classi della Scuola Primaria e Secondaria Inferiore che intendono partecipare al Gruppo Lettura di Nina e il Numero Aureo possono iscriversi gratuitamente e prenotare una Speciale Videoconferenza (in orario scolastico) con Moony Witcher per parlare e commentare insieme la lettura appena fatta.
 Nell’occasione, l’autrice, presenterà anche i suoi corsi di scrittura online per bambini rivolti alle scuole, a prezzi contenuti.
“È stato un grande successo – ha detto Lucia Cucciolotti, organizzatrice dell’evento, parlando delle precedenti edizioni. – Le domande dei lettori arrivavano sul blog e Moony rispondeva in tempo reale. Era come se lei fosse presente in un cerchio magico e virtuale con tutti i lettori collegati online e parlava con loro di Nina, condividendo una fetta del suo mondo. Per questo abbiamo pensato di replicare: per dare la possibilità a tutti di condividere questa bellissima esperienza”.
Il Gruppo Lettura on line “Il libro sul computer” ha ospitato importanti Scrittori del panorama letterario italiano fra cui Paolo Roversi (Pescemangiacane), Manuela Salvi (E sarà bello morire insieme), Fulvia Degl’Innocenti (Sopravvissuta) e Pierdomenico Baccalario (Lo spacciatore di fumetti), con reading e incontro virtuale con l’Autore.
Per iscriversi al Gruppo lettura basta inviare una mail a librosulcomputer@gmail.com o  contattare Lucia Cucciolotti al 348 1491221.
Per chi fosse interessato al corso di scrittura di Moony Witcher, può richiedere le informazioni sul sito dell’autrice www.moonywitcher.com.
Moony Witcher scrittrice fantasy per ragazzi. Nina, Fantasio, Geno e Morga sono i protagonisti dei suoi libri.

Lucia Cucciolotti, scrittrice, filosofa, esperta di alfabetizzazione emotiva. www.luciacucciolotti.it e il blog www.hotmag.me/emozioni
Contatti
Lucia Cucciolotti al 348 1491221.
Mail librosulcomputer@gmail.com

LA CAPANNA SUL GRATTACIELO di Sonia Scalia – Secondo Livello Adulti. Corso di Scrittura Online

LA CAPANNA SUL GRATTACIELO
di Sonia Scalia
Corso Adulti – Secondo Livello

*1*

È maschio o femmina? Da giorni non pensavo ad altro. A cosa sarebbe capace di fare mio padre se nel grembo di Masuri crescesse una “lei”.
Sedetti, mi rialzai impaziente e mi rimisi seduto. E lo feci ancora, ancora, e ancora una volta. Accendendo un sigaro dopo l’altro per calmare i nervi.
La sala d’aspetto della clinica di Mongledoy pareva un formicaio umano. D’altronde si trattava dell’unica struttura ospedaliera nel giro di migliaia di kilometri, dotata di una sofisticata apparecchiatura ad ultrasuoni, in grado di determinare il sesso del nascituro fin dai primissimi mesi di gestazione.
Perciò mi trovavo qui con mia moglie.
Ci aveva obbligati mio padre, succube com’è delle leggi non scritte del nostro villaggio, che privilegiano l’eredità del figlio maschio.
Sottoponevano da quasi due ore Masuri ai test illegali. E a breve il medico, la cui complicità aveva richiesto il pagamento di ben 500 rupie, mi avrebbe convocato per darmi la notizia: un figlio maschio equivaleva alla buona sorte, a un bacio beneaugurante in fronte. Era una promessa di salute e abbondanza, la cosa migliore che potesse accadere a un padre. Al contrario, una femmina a Tabù Nari era una disgrazia per tutta la famiglia. Una radice marcia da estirpare.
Da debellare sul nascere.
Finalmente il medico chiamò il mio nome, mi fece accomodare nel suo studio e cauto s’accertò d’aver chiuso la porta alle mie spalle, in modo che nulla di quella conversazione potesse uscire. Raggiunsi Masuri, stava seduta al lato opposto di una massiccia scrivania. Aveva il capo abbassato, chiusa in un silenzio rammaricato. Non alzò lo sguardo nemmeno quando le presi le mani tra le mie e gliele tenni strette.
«Con me sei al sicuro», le sussurrai per rassicurarla, anche se in fondo al mio cuore si agitava una tempesta.
L’espressione dipinta sul volto di mia moglie la diceva lunga sull’esito degli esami… E se mi sbagliavo? Avevo bisogno di sapere.
Un’urgenza disperata di sapere.
Il medico ci scrutò ambedue per qualche istante.
«Femmina. Mi dispiace, signor Pradesh». A quelle parole rabbrividii. L’uomo abbottonò un paio di bottoni del camice che teneva aperto sul petto, fissandomi con curiosità. Dopodiché non si fece scappare l’occasione di farmi una proposta, come se non potessi far altro che accettarla.
«Voi venite da Tabù Nari… Vista la situazione… con l’aggiunta di trecento rupie le posso prenotare l’aborto per la prossima settimana».
Non gli risposi. In quel momento pensai a mia madre. Chissà quante volte aveva vissuto una circostanza simile e quante lacrime amare aveva versato. Giunsi le mani al petto e mi congedai al medico cercando di non far trapelare alcuna emozione. Presi Masuri sottobraccio e insieme ci avviammo alla porta.
Nel tragitto di ritorno verso il villaggio, Masuri non parlava. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e mordicchiava le sue labbra torturandole.
Allungai una mano e le passai le dita tra i capelli. A quel contatto le sue guance s’inondarono di lacrime. La strinsi forte a me.
Mai sarei venuto meno alle promesse che ci eravamo scambiati. Aspettavo solo di ascoltare cosa desiderasse il suo cuore. Sono un “uomo”, e forse era proprio questo il guaio, per ciò Masuri stentava a parlarmi. Eppure sapevo di essere diverso dagli altri uomini di Tabù Nari, mia madre me lo aveva fatto notare nel giorno del nostro ultimo saluto, e soprattutto ero diverso da mio padre. Non volevo più essere un vigliacco! Era ora di dimostrarlo.
Il tuk tuk su cui viaggiavamo traballava lungo le strade dissestate. Masuri tremava tra le mie braccia. Tremava, ma di paura.
D’un tratto il tremore del suo corpo si placò, prese la mano con cui la accarezzavo e se la poggiò sul ventre. Poi annuendo col viso rischiarato da una nuova luce, mi chiese un giuramento.
Le giurai di dare un futuro a nostra figlia. Un futuro migliore di quello toccato a mia madre, toccato a tutte le donne nate e mai nate nella mia terra. Glielo giurai.
A mio padre raccontammo la bugia che voleva sentirsi dire.
«È un maschio!»
Preso dall’entusiasmo il mio vecchio rispolverò un turbante arancio vivo e lo indossò per i festeggiamenti. Bevve una tazza di bevanda liquorosa e mi obbligò a fare lo stesso, ad andare di capanna in capanna per dare la bella notizia.
«Un nuovo Pradesh» urlava. Avrebbe lavorato in bottega e ricevuto alla nascita il cofanetto con gli attrezzi da falegname come ogni Pradesh prima di lui: uno scalpello, un punteruolo, un martello e una pialla. Un mestiere grazie al quale il nostro nome si sarebbe tramandato nei secoli.
Lo osservavo con il terrore nel cuore, temendo a ragion veduta per mia moglie e mia figlia. Quella bugia aveva il tempo contato. Presto Masuri avrebbe dato alla luce una bambina. Dovevamo scappare. Fuggire dal villaggio. Le mie donne meritavano un’occasione grazie a cui anche la morte di mamma Bontasa sarebbe stata riscattata. Dovevamo fuggire. Fuggire dove la vergogna di mio padre e del mio popolo non ci avrebbe trovato. Ma dove?

Il racconto prosegue, cliccate sulle pagine qui sotto…

IL GUERRIERO DELLA LUCE di Alessio Scalia – Secondo Livello Adulti. Corso di Scrittura Online

IL GUERRIERO DELLA LUCE

di Alessio Scalia

Corso Adulti- Secondo Livello

Chi sono? Beh, è complicato. Posso dirvi che non avrei mai immaginato che per colpa di un cellulare magico e maledetto, mi sarei ritrovato sul letto di morte con qualche misero giorno da vivere, in condizioni atroci, condizioni che non augurerei al peggiore dei miei nemici.
Come ogni buona storia, inizio con il raccontarvi qualcosa di me.
Ogni mattina, al mio risveglio, mi guardo allo specchio. Ormai è diventata un’ossessione. Mi scruto attentamente il torace e le braccia, verifico l’altezza, e infine, salto sulla bilancia per controllare il peso. E rimango deluso. Nonostante m’ingozzi quasi fino a vomitare, resto magro come il telaio di una bicicletta e alto quanto un cucciolo di pinguino. Ma perché? Mi chiedo esasperato.
E poi… inizia l’incubo!
Indosso le mie felpe armate di cappuccio, inforco la bicicletta, mi copro il capo per nascondere la mia identità e vado a scuola. Intendiamoci, non è la scuola il problema. Con i libri e i compiti me la cavo benissimo. Sono molto intelligente; il primo della classe. Ma ogni volta che metto piede all’Istituto Archimede, dove frequento la terza media, mi arriva puntuale il batticuore. E allora come un topo impaurito striscio tra gli altri alunni.
Faccio tutto questo per sfuggire agli occhi del mio nemico: Tony Menansio. Tony mi perseguita. Tutte le volte che mi vede, gli cola una bava schiumosa dalla bocca, vorrebbe pestarmi a sangue.
Il fatto è che ho paura di battermi, una paura indescrivibile. Forse è per via del fisico gracile o del carattere pacato e pacifico che possiedo. Alcune notti sogno di essere un guerriero, uno che uccide, che sa maneggiare armi e spade. E soprattutto, un guerriero che trabocca potere da ogni poro della pelle. Ma appena salto giù dal letto e sto per affrontare la giornata, deluso mi rendo conto di essere un comune mortale.
Comunque, l’unica spiegazione plausibile dell’astio che Tony prova nei miei confronti, è che a entrambi piace l’incantevole Tania, la ragazza più carina della scuola. È per questo che lui vuole eliminarmi, credo.
Il mio desiderio più grande è andare al ballo di fine anno insieme a Tania. Ma quando mi ritrovo a parlare con lei, sento un groppo in gola e comincio a tremare. Mi piacerebbe farla sorridere con qualche battuta o sorprenderla con un gesto romantico, tipo scriverle una lettera anonima o invitarla in una pizzeria che porta il suo nome; e invece resto muto come un pesce congelato. Sono timido, che posso farci!
Come avrete già capito non sono un macho. Porto gli occhiali e amo i computer e i videogame. Insomma, il tipo di persona che non piace alle femminucce e che non si mette in mostra facendo lo spavaldo. Da grande voglio diventare inventore di giochi o programmatore di computer.
Tuttavia quella ragazza mi piace davvero. Sono un illuso! Come posso pensare che lei, la più incantevole della scuola si interessi a un marmocchio come me? E poi c’è Tony. Se sapesse che ho invitato Tania al ballo, non ci penserebbe due secondi ad accartocciarmi come un foglio di carta da buttare via.
A scuola, Tony se ne va in giro dicendo a tutti le peggiori cose di me: “Matteo Fugiotti è un verme e io lo schiaccerò al pavimento”, oppure, “Matteo Fugiotti è un fifone, striscia come uno scarafaggio quando mi vede”.
Penso che l’unico modo per farla finita con quest’incubo sia quello di diventare grande e grosso. Come vi ho detto prima, però, la strategia di ingozzarmi di cibo fino a vomitare ha fallito miseramente.
Non posso continuare a scappare come un coniglio. Mi piacerebbe che una mattina mi svegliassi già un uomo adulto. Perché tutto questo agli adulti non succede, giusto? Prendiamo per esempio mio fratello maggiore Silvio. Lui non scappa mai da nessuno. Lo trova ridicolo. Difatti lui di mi prende in giro perché a me succede, di scappare.
Quando torno da scuola dopo avere scampato il pericolo Tony, Silvio si avvicina a me, si accorge che ansimo e che ho il viso pallido, e piuttosto che aiutarmi, mi deride. Incredibile! Avrei preferito un fratello più protettivo, pronto a difendermi, invece lui si diverte.
“Qualcuno ti ha tallonato e sei fuggito come un perdente, vero?” ipotizza, ghignando disgustato. “Quand’è che impari a combattere da vero uomo? Cacasotto!” conclude Silvio mostrandomi i muscoli possenti delle sue braccia, con una smorfia indignata stampata sul volto.
All’età di sei anni, assistetti a un litigio di Silvio. Si prendeva a mazzate con un ragazzo più massiccio di lui. Poi, a un tratto, il naso di mio fratello cominciò a sanguinare: l’altro gli aveva mollato una capocciata da brivido al setto nasale. Forse è proprio per colpa di questa cosa se tremo davanti alla violenza. Mi ha fatto rendere conto che fare a pugni è doloroso.
Quando Silvio fa un po’ troppo lo spaccone con me gli ricordo l’accaduto, per farlo tornare con i piedi per terra. Lui, offeso, solleva i pugni e si prepara a colpirmi. Finisce che gliele suono di santa ragione… al videogame, ovvio. Con i muscoli che ha Silvio non potrei mai sognarmi di sfiorarlo.
Io vorrei frequentare la palestra come fa lui. Mamma dice che a tredici anni sono troppo piccolo per sollevare pesi, potrei rimanere basso come sono e questo nemmeno a me sta bene.
Mamma ha rifiutato persino di iscrivermi a Karate o pugilato. Teme che mi faccia male. Secondo mamma sono un genio, e non devo sprecare il mio tempo in simili sciocchezze. Dice che da grande avrò successo perché riesco a fare cose straordinarie con cellulari e computer.
Adoro quando dice queste cose! Mi fa sentire davvero speciale!
Spesso, però, ho come la sensazione che sia rimasta male per non aver avuto una figlia femmina e cerchi di trattarmi come tale. È da quand’ero piccolo che mi ripete di essere un tipo sensibile, pacifico e gentile e fa di tutto per far si che mi comporti a quel modo. No che sia sbagliato, ma troppe volte mi ha negato regali come pistole, fionde o armi giocattolo. Per tutta la mia infanzia mi sono sentito soffocato. E adesso che sono un adolescente, lei insiste con quell’atteggiamento. Questo mi da fastidio. Perché continua a trattarmi così? Non sono una femminuccia!
Ultimamente abbiamo litigato tanto, troppo. Sembra che non ci sia più modo per andare d’accordo.
Alla fine, comunque la mamma ha deciso di iscrivermi in piscina. Speriamo che il nuoto mi faccia diventare alto e forte come papà. Mio padre è la copia esatta di Silvio, anzi, Silvio è la copia esatta di mio padre. Entrambi sono convinti che i veri uomini affrontano i problemi a muso duro. A ora di pranzo, per colpa loro, sono costretto a sorbirmi alla televisione ore e ore di spietato Wrestling, ed è in quel momento che inorridito immagino di finire sotto le mani del mio nemico. Vorrei essere come loro, ma non ci riesco.
Papà mi ha raccontato che una volta sono stato molto coraggioso. Io quel giorno lo ricordo solo a frammenti.
Ero al circo con i miei, avevo circa sette anni e tenevo in mano un laser rosso. Adoro le luci, e quel laser lo porto sempre con me da quando sono nato. Non so perché, ma non me ne distacco mai. La grande D dorata, stampata sull’impugnatura mi è sempre piaciuta un sacco.
Ma torniamo al racconto del circo. Sotto gli occhi vigili della mamma, scesi la gradinata e andai a comprare un batuffolo di zucchero filato. Di colpo, una tigre sfuggì al domatore e ringhiò in modo spaventoso davanti alla mia faccia. Tentò di azzannarmi. Un secondo dopo il felino crollò a terra con una ferita profonda inflitta da una lama affilatissima. Tra il pubblico c’era chi sosteneva che fossi stato io a compiere l’omicidio, con il laser, che si era trasformato improvvisamente in una spada luminosa.
Ma naturalmente nessuno crebbe a questa ipotesi assurda. La polizia non trovò nessun arma. Per giorni l’ispettore esaminò con estrema attenzione il mio oggettino preferito, senza riscontrare nulla di insolito. Io, come i miei genitori, sono convinto di essere stato salvato da qualcuno che poi ha avuto timore di rivelare la sua identità. Perché come vi ho detto, sono sempre stato un po’ codardo, e non credo affatto di aver trafitto una tigre.
In fondo è vero, sono più simile alla mamma. Tutti e due adoriamo pizza con funghi e patatine, ne ingeriamo tonnellate. A Meganvill, la grande città dove abito da quando sono nato, sfornano la migliore pizza del mondo. Le strade sono sempre affollate, negozi e locali gremiti di persone, anche di notte. Un bel luogo per un ragazzo della mia età.
Tuttavia sono giunto alla conclusione che è molto meglio essere adulti. Partiamo dal presupposto che un adulto non potrebbe mai aver paura di Tony. E non se la farebbe sotto a invitare una ragazza bellissima al ballo di fine anno.
Gli adulti si recano a lavoro con le auto, nessuno gli da ordini, possono rincasare tardi e, quando commettono degli errori, si assumono semplicemente la responsabilità e vanno avanti, senza che qualcuno li punisca o li obblighi a restare chiusi in camera.
Nessuno può comprendere cosa provo.
L’unico che sembra capirmi è Filo, il mio piccolo gatto. Mi osserva spesso con i suoi occhi penetranti ed è come se mi dicesse: “Ti prego, Matteo, restiamo in casa. Ho paura di tutti quei cagnacci che gironzolano la fuori”.
È un fifone come il padrone.
Eppure, stranezze della vita, nella mia famiglia qualcuno vorrebbe essere proprio come me e imitarmi in tutto. Parlo di Pierdavide, mio fratello minore. Ci divertiamo insieme e andiamo d’accordo. Però è troppo piccolo per aiutarmi ad affrontare i problemi che mi assillano e allora preferisco non confidarmi con lui. In realtà, quello di cui ho bisogno è un vero amico.
Ultimamente sono riuscito a fare amicizia con Lucas, un ragazzo più grande di me. Non so come l’ho convinto a frequentarmi, siamo così diversi! Il fatto è che mi piacerebbe essere deciso e fico come lui. Lo ammiro!
Chissà se Lucas darebbe una bella lezione a quel bullo di Tony, ponendo fine al mio incubo. Così finalmente andrei a scuola senza preoccupazioni e potrei avvicinarmi a Tania, indisturbato.
Tania. Quant’è carina! L’ho pensato dal primo momento che l’ho vista. È stato un incontro del tutto casuale e anche se sono trascorsi dieci mesi lo ricordo perfettamente…

Il racconto prosegue, cliccate sulle pagine qui sotto…

Intervista su Inchiostro Bianco: progetto Libri & Film

Sul blog Inchiostro Bianco, Moony viene intervistata sulle sue preferenze in fatto di film e libri. Leggete un pezzo dell’intervista qui di seguito e la restante sul blog stesso…

Qual è il film tratto da un libro che più ha odiato e quale quello che più ha apprezzato? In entrambi i casi, per quale motivo?
Il più amato è senza alcun dubbio La storia infinta il magico film del regista Wolgan Petersen ispirato al magnifico romanzo di Michael Ende. Prima di tutto il film non ha “tradito” o distorto la storia come spesso accade nelle trasposizioni cinematografiche. Anzi. Sceneggiatura, effetti speciali e recitazione danno il senso completo del senso della libertà e della fantasia. E senza fantasia non ci sarebbe neppure il mondo reale.
Riguardo al film che non ho apprezzato devo dire che non posso citare solo un titolo, diciamo che non amo per niente tutto il filone dei “cinepanettoni”. Li trovo stupidi, inutili e offensivi. Fare cinema è fare arte. E non trovo nulla di artistico i questo filone dove la trama è praticamente inesistente e la recitazione affoga nell’ignoranza.

Il resto dell’intervista QUI

Moony in TOUR

Venerdì 9 novembre – ore 9.00 – Istituto Comprensivo Berna – Mestre – Venezia
Incontro con gli studenti

Lunedì 12 novembre – Ore 18 – Sala del Portale – Campo San Lorenzo – Venezia
Incontro con i bambini di Venezia organizzato dall’Associazione Olivolo

Mercoledì 14 novembre – Istituto Arturo Martini di Peseggia di Scorzè- Venezia
Incontro

Sabato 24 novembre – ore 17- Biblioteca di Treviolo- (Bergamo)
Festivalettura – “Il potere dell’informazione”

Giovedì 6 dicembre – ore 14,30 – Centro Commerciale Coop di San Donà di Piave
Incontro con i lettori