Il segreto della Foresta di Mezzo
Camilla Carniello
Corso di Scrittura Online – Primo Livello Adulti
Vi narro, Signori, di un assai antico tempo,
di quando ancora non vi era l’uomo mortale.
Quattro i Grandi che vinsero la lotta fatale
E che di una nuova era diedero l’avvento.
In quattro avevano creato molte e diverse creature,
come figli a cui un giorno dare il comando,
ma crebbero esse di volta in volta mutando
e tristemente divennero infine anime oscure.
In una guerra crudele, come il figlio uccide il genitore,
la creature con odio e avidità sempre crescente,
distrussero tutto con il frutto del loro odio furente.
Fu così reso il mondo di testimonianza il portatore.
Si elevarono i Grandi Quattro, Signori di Vita e di Morte,
contro i figli ripudiati, assassini senza cuore,
instaurando una guerra di paura e terrore
e chiudendo per sempre del perdono le porte.
La lotta di Isil, Dea della Luna, si poté vedere,
al fianco di Murne, del Sonno il Signore,
e con l’aiuto di Anor, del Sole il fautore,
ed infine Calif, che del Risevglio ha il potere.
Isil e Murne, di equilibrio e giustizia i guerrieri,
placarono di Anor e Calif le ire molto più accese
e trovarono un accordo a di tutti le pretese:
i figli avrebbero relegato a grado di prigionieri.
Ma soli e distrutti dalle memorie della guerra,
I Grandi Quattro vagavano senza pace sulla terra.
Un giorno si riunirono ancora e vollero riprovare
a dare nuova speranza per poter ancora amare.
Tra le braccia di questa terra, ormai sopita,
sui quattro elementi soffiarono e ci diedero vita.
Dalla ballata
“Genesi dell’Era Umana”,
canto primo, quinta decade della II Era.
Capitolo Primo
Il vento sussurrava piano, quella notte d’estate, e le verdi chiome degli alberi accoglievano quel dolce solletico con un velato piacere. Le stelle lampeggiavano silenziose, tenendo per sé i propri segreti e il mondo stava lentamente cadendo in un sonno ben meritato, cullato dal mezzo sorriso romantico che la luna offriva. Tutto appariva tranquillo come negli arazzi più belli, quelli che raffigurano fate turchine e principesse del Nord occupate a rimirare l’orizzonte e circondate da una natura idilliaca.
Già immaginava la morbidezza del cuscino sotto la guancia Padre Solio dell’antica famiglia dei Casales, Sacerdote Inferiore dell’Ordine dell’Ovest e protettore del tempio dell’Ordine nella città di Almena. Quella mattina i suoi compiti l’avevano svegliato all’alba e l’immenso amore che nutriva per i suoi fedeli l’aveva fatto girare per tutta la periferia per la solita spartizione di benedizioni e consigli. Era stremato e il giorno seguente non sarebbe di certo stato più clemente con i suoi reumatismi; per questo diede in fretta un’ultima spolverata all’altare che solo lui poteva toccare, chiuse le finestre e si accinse a spegnere le innumerevoli candele sparse per tutta la navata del tempio. Era arrivato al lato destro e gliene mancavano ancora una mezza dozzina quando sentì tre fievoli colpi battere impazienti sul portone di legno massiccio.
Si chiese chi mai potesse essere a quell’ora tarda quando un brivido freddo e improvviso frustò la sua schiena stanca.
No, non poteva essere. Non così presto. Erano passate meno di due settimane dall’ultima volta, era troppo presto. Continue reading