L’incompiuta
di Giovanna Ruffatto
Corso Adulti – Secondo Livello
Il sole abbacinava, sbattendomi in faccia i suoi riflessi dai vetri delle auto parcheggiate in fila indiana.
Ero appena uscita dal motel. Avevo dimenticato gli occhiali fotocromatici.
Camminavamo una dietro l’altro, non ci tenevamo neppure per mano. Luigi non voleva, a me non importava.
Luigi a testa bassa, io dietro, che facevo i conti sottovoce con i miei sensi di colpa.
Mi fermai un attimo. La scarpa slacciata. Sarei potuta inciampare. Non dovevo inciampare proprio li.
Il mio cellulare si mise a squillare ,inatteso.Un nome verde sul display:” MAMMA”.
“Ma’, scusa non posso parlare adesso, sono al lavoro”, dissi fingendo un tono noncurante.
“Senti Ceci che ne diresti di andare noi due sole all’Incompiuta, oggi? La dottoressa mi ha detto che ho bisogno di sole” tossisce, le ho detto mille volte che fuma troppo.
“No, mamma oggi no. Vengo domani e ne parliamo, dai”.
” Ma cucciola io ho bisogno di mare, proprio oggi”, continuo’.
Dovevo chiudere. “Mamma, ti vengo a trovare domani. Ciao”. Clic.
Un attimo, disnea. Stava arrivando. Dovevo fermarmi, come se non stesse succedendo niente.
Le pasticche erano in borsa. Avrei dovuto tenerne una in tasca come quando andavo al mare in bicicletta, d’estate, lungo l’Incompiuta, con Gianni e nostro figlio Alberto.
Anche mia madre da piccola mi ci portava sempre.
Oggi no, non ci saremmo potute andare.
Luigi era già andato avanti. Non se ne era accorto.
Gli uomini non si accorgono mai di nulla. Neanche quelli che credono di essere più intelligenti.
Un attimo, la mano nella tasca interna come una ladra di professione . La sicurezza di gesti ripetuti da quando avevo quindici anni. Ora me ne mancavano tre ai quaranta. Mi consideravo un’esperta. Continue reading