Teresa di Claudio Fava

Teresa è in fuga. Da una terra – la Sicilia – che le ha strappato il padre, ammazzato dalla mafia perché ha osato ribellarsi al pizzo. Da un corpo in cui non sa abbandonarsi. Da un lavoro da precaria che annebbia ogni futuro. Trova riparo a Roma. L’amica Gisella le ha offerto un lavoro: tenere compagnia ai malati terminali. Teresa accetta, titubante. Scopre un’umanità vigorosa, uomini e donne feriti a morte ma capaci di sorprendenti impennate di vitalità, che lei aveva smarrito. Le cose cominciano a girare per il verso giusto – trova addirittura un ragazzo che sembra troppo perfetto per essere vero – ma il tarlo del passato, le ultime parole del padre gridate contro il suo assassino, la rabbia per un paese immobilizzato nel silenzio non le danno tregua e l’ansia di vendetta soffocata sino ad allora torna a chiedere spazio. Sono soltanto pensieri, quelli di Teresa, ma quando conosce il suo nuovo assistito – Libero Ferrari, un ruvido e scorbutico ex brigatista, condannato all’ergastolo per omicidio –, allora quei pensieri cominciano a farsi largo e diventano possibilità. È il punto di non ritorno. Teresa ruba la pistola e torna in Sicilia, decisa a vendicarsi del padre.

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